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Il governo degli choc…chi

Creato il 13 giugno 2013 da Albertocapece

lavoratoriIl governo Letta ha scoperto lo choc. Ci vuole uno choc fiscale per salvarsi, dice Bonanni intendendo probabilmente se stesso come soggetto di tanta impresa, ci vogliono misure choc per il lavoro dice il premier che in un gigantesco sforzo di fantasia e di acutezza ci fa sapere che “senza lavoro il Paese non si salva”. Insomma lo choc corre sul filo di un governo degli annuncini che in realtà può fare poco o nulla di serio visto che ci siamo legati mani e piedi a enormi obbligazioni europee. Poco o nulla di serio, ma molto di pessimo: sì, perché le misure per il lavoro consisteranno in gran parte nella definitiva “liberalizzazione”  del precariato e il resto saranno o tasse o chiacchiere in attesa delle elezioni tedesche e della malriposta speranza che da esse venga una qualche apertura.

Certo bisogna dire che che la scelta della parola è ottima: choc è così vicina a sciocco che rende bene l’idea. Ci vuole uno sciocco fiscale per salvarsi,  ci suole uno sciocco per il lavoro: suona anche più vero e poi le risorse in questo in questo campo di certo non ci mancano. Ma il capolavoro di viva e vibrante choccheria viene da Napolitano, il vero tutore del nipote dell’amico di Arcore, che ad ogni buon conto monitoreggia a ruota libera: “Riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro con l’individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi per superare la drammatica caduta dell’occupazione specie giovanile rimane la vera sfida dei sindacati”.

Per chi non l’avesse compreso gli interventi innovativi sarebbero appunto i provvedimenti per smantellare quel pochissimo di buono ideato dalla  Fornero nel tentativo di mettere un minimo argine alla precarietà: ora si vuole che chiunque possa essere assunto senza alcuna specificazione di tempi, ragioni, modi, mansioni e che uno possa essere licenziato ora e riassunto il minuto dopo, senza alcun problema Naturalmente in quelle belle testoline, testimoni di una natura matrigna, la pensata dovrebbe rilanciare l’occupazione, mentre – come avviene del resto da anni -questo non farà altro che aumentare i ricatti e l’insicurezza, diminuire i salari e dunque la domanda. Di fronte a questo i piccoli sgravi fiscali di cui si parla per le assunzioni a tempo indeterminato, suonano come una presa in giro, anche perché le eventuali risorse sono pochissime e per giunta incerte.

Dunque il Quirinale dice alla Cisl prediletta, ma anche alla Cgil di non opporsi a cotanti “strumenti innovativi”. Il presidente si diverte a prenderci per i fondelli? Ma no, è che è sotto scioc. Anche lui in questo esecutivo di chic e choc.


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