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Il governo dei pescivendoli

Creato il 15 luglio 2013 da Agoerre @agoerre

pesce

Premesso, ho grande rispetto per i pescivendoli. Li ritengo una categoria meritoria e indispensabile per avere un bel pesce fresco sulla tavola. Ma è una categoria che vende pesce, appunto. Non le si chiede certo di governare.

Ecco, a Letta, Alfano, Bonino si chiede di governare. In qualche modo. Il guaio non è solo che non stanno governando. Ma stanno, con caparbietà, quasi con lucida lungimiranza, governando male. Quel poco su cui questo sciagurato governo sta mettendo la testa (e i piedi) lo sta sbagliando.

Sul lavoro, sul rilancio dell’economia, sui giovani, sulla burocrazia, sull’aiuto alle piccole e medie imprese, sulla leva fiscale, sulla sburocatizzazione delle banche il governo non ha deciso ancora nulla. Nada. Nisba. Zero che zero.

A volte, però, viene il sospetto che cotanti statisti è meglio che non facciano nulla, perché quando agiscono ne combinano una più del diavolo. Come nel caso di Alma Shalabayeva, la moglie dell’oppositore kazako al regime di Nazarbayev. Arrestata, insultata, chiamata puttana e rispedita, dopo due giorni di “rapimento” della figlioletta, a casa con un bigliettino sulla valigia: “Da Berlusconi per il suo amico Nazarbayev. Con tanto amore“. Alfano non sapeva ovvio. Chi ha sbagliato pagherà, come dice Letta. Ovvio. Peccato che pagherà il solito burocrate oscuro.

Emma Bonino, invece, proprio quella che denunciava a ogni piè sospinto dittatura a destra e a manca dice che lei, del caso Shalabayeva sapeva poco. E quel che sapevo lo ha detto ad Alfano.

O come nel caso degli insulti di Calderoli. Per tutta la domenica, Letta non prende posizione. Poi, oggi, se ne esce (buonanotte) con una battuta contro Maroni, intanto però non tira le orecchie a gente dentro la sua maggioranza, come Maurizio Gasparri (no, dico Maurizio Gasparri) che dice che con lo ius soli l’Italia diventerebbe la sala parto dei clandestini.

Un consiglio a Letta, Alfano, Bonino. Andate a vendere il pesce.



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