Il grande comunicatore

Si è sempre detto quanto Silvio Berlusconi fosse un grande comunicatore. A distanza di 17 anni – ovvero da quando è impegnato in politica, mese più mese meno – si è dimostrato l’esatto opposto. Piuttosto tale riconoscimento gli è giunto honoris causa essendo stato capace (e non entriamo troppo nel merito del come) di mettere in piedi un impero mediatico. O forse perché, nel suo staff, lavorano spin doctor di indiscusso valore. Ma quando il premier è chiamato all’improvvisazione, per così dire, tutto cambia. Barzellette di dubbio gusto, bestemmie, dichiarazioni smentite nonostante siano “registrate” – tanto la colpa è dei giornali –, gaffe a ripetizione. Ultima quella sui gay. E non perché scherzi sui gay o ne parli “male”, lo fanno in tanti (senza starci troppo a preoccupare, ora, della stupidità di certe persone).
Più semplicemente: un presidente del Consiglio, queste cose, non le può e non le deve affermare. E la posizione di Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità, è eloquente: quella del premier è stata una facezia, ma “sarebbe opportuno che ciascuno di noi si astenesse dal fare battute” al riguardo. I fatti sono due: o Berlusconi è noncurante persino degli interessi dell’esecutivo che lui stesso presiede oppure è un pessimo comunicatore. Da queste parti si propende maggiormente per la seconda ipotesi.