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Il grande cuore del lavoro a maglia

Da Mariacristinapizzato @cristinapizzato

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In questi giorni una notizia ha attirato la mia attenzione, Cirkus Cirkor, un gruppo artistico svedese che ha fatto dell’arte circense contemporanea la sua forma di espressione artistica e la modalità per comunicare messaggi e porre domande esistenziali, organizzerà a partire da gennaio 2013 un nuovo grande spettacolo che si chiamerà Knitting Peace, una performance che pone la domanda: è possibile lavorare a maglia la pace?

Trailer for Knitted Piece – a pre-production to Knitting Peace. Knitted Piece played at Confidencen in Stockholm in July 2012

Una domanda importante, alla quale sarebbe fin troppo immediato rispondere se considerassimo la nostra piccolezza in confronto alla grandezza e alla complessità di quanto accade nel mondo tutti i giorni.

Tuttavia, ogni movimento inizia con l’individuo e questo spettacolo esplora il senso di questa nostra passione, cerca di capire cosa ci spinge ad impegnarci in questo modo  e da cosa siamo ispirati, amplificando in senso generale il gesto, apparentemente semplice, del lavorare a maglia e portandolo in una dimensione in cui poterlo trasformare in una grande metafora dell’esistenza.

Molti filosofi e teologi concordano sul fatto che il desiderio di avere una vita migliore è quello che ci permette di continuare ad esistere. Può il desiderio di un cambiamento creare il cambiamento stesso? Può un movimento mondiale, che utilizza il lavoro a maglia per creare questo cambiamento, fare veramente la differenza per un mondo migliore?

Mai come oggi, in tutto il mondo molte persone stanno lavorando a maglia per la pace; nei negozi di filati e abitazioni private, chiese e sinagoghe, scuole e persino nelle prigioni, si incontrano nei giorni feriali o il pomeriggio di fine settimana a lavorare a maglia per i rifugiati, muffole, berretti e calze per i senzatetto, coperte per i bambini affetti da AIDS.

All’estero, ed in particolare negli States, la tradizione vuole che la pioniera di questo knit4peace fosse Martha Washington, che ha guidato gli sforzi per fornire di caldi lavori a maglia i soldati della guerra civile, e che ha iniziato quello che oggi sta diventando un vero e proprio movimento di knitters che mettono al servizio degli altri questa loro passione.

george-and-martha-washington

Quindi si può lavorare a maglia per la pace?

La risposta è SI.

Fosse la pace nel mondo, la pace della comunità, la pace della mente, l’obiettivo comune è quello di trasformare (un punto dopo l’altro) il mondo in un posto migliore.

Molte sono le realtà internazionali che operano in tal senso, un paio fra tante Knitting4peace e Knit a Square, ma anche in Italia vantiamo progetti di solidarietà speciali;

Cuore di maglia progetto molto conosciuto, un gruppo di knitters che hanno deciso di rendersi utili mettendo a disposizione i loro lavori per

“scaldare i piccoli nati pretermine, copertine, corredini per bambini con famiglie in difficoltà, tutto rigorosamente fatto a mano….”

Cuore di maglia raccoglie e smista i lavori raccolti versi i centri di accoglienza delle Terapie Intensive Neonatali di tutta Italia;  i regali che arrivano da Cuore di Maglia, rientrano nel protocollo Care finalizzato a rendere più umana la permanenza in ospedale, sia dei bimbi che dei genitori.

Cuore di Maglia è presente in una trentina di Ospedali Italiani e in 5 Centri di Aiuto alla Vita. Dove vengono programmate consegne mensili o semestrali.

Cuore di maglia

Altra bella iniziativa viene promossa dall’Associazione Ciao Lapo Onlus una associazione a carattere scientifico e assistenziale, composta da  genitori colpiti da lutto in gravidanza e dopo il parto e professionisti (medici, psicologi, ostetriche) impegnati nella ricerca sulla morte perinatale e nel sostegno psicologico ai familiari in lutto.

In questo contesto è nato il progetto Le coperte degli angeli, copertine quadrate 20×20 30X30 e 40×40, lavorate ai ferri o all’uncinetto, da donare alle TIN (Terapie Intensive Neonatali) e ai reparti di Ostetricia. Queste copertine possono essere utilizzate per avvolgere i bimbi, e anche come ricordo da inserire nelle Memory Box.

Il progetto “Memory box”, comprende la realizzazione di appositi kit per i genitori che perdono i loro bambini: ogni kit è composto da una piccola scatola color avorio, contenente materiale informativo sul lutto, un librettino dei “I ricordi di un piccolo principe/principessa”, alcuni piccoli memento e, appunto, una piccola Coperta degli Angeli.

Da segnalare anche la pagina Facebook Adotta con i tuoi ferri da maglia ed uncinetto un senza dimora! che promuove la raccolta di di capi fatti a mano, cappelli guanti sciarpe e scalda colli per i senza dimora, promossa dal progetto La notte dei senza dimora.

Tutti noi, nel nostro piccolo possiamo contribuire a queste belle iniziative, oppure trovarne altre cui votarci, non perdendo mai di vista la passione che ci anima…

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