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Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 2: Bran

Creato il 28 ottobre 2012 da Martinaframmartino

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 2: Bran

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un bellissimo articolo, Cose che George R.R. Martin fa bene. In realtà sono almeno tre anni che visito il blog di Pat quasi tutti i giorni, quindi è normale che io vi trovi sopra articoli interessanti. Se non scrivesse (o, come in questo caso, facesse scrivere) cose interessanti non lo visiterei, ma poiché continuo a tornare posso leggere articoli come questo: http://fantasyhotlist.blogspot.it/2012/10/guest-blog-things-that-george-r-r_22.html. Visto che è in inglese non tutti riusciranno a leggerlo, ma a chi è in grado di farlo lo consiglio vivamente. Fra le altre cose Bradley P. Beaulieu e Ian Tregills parlano di come i capitoli delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin siano quasi una successione di racconti. Le vicende iniziano in media res, e anche se a volte procedono con calma il lettore sa sempre che prima della fine accadrà qualcosa d’importante, e che farà crescere la tensione. Non solo, i capitoli portano avanti la grande storia di cui fanno parte, ma sono loro stessi delle storie compiute che stanno benissimo in piedi da soli.

Perciò qui troviamo Bran in media res. Noi sappiamo perché è storpio, quanto la cosa lo faccia soffrire e chi abbia fornito i consigli giusti per realizzare la sella speciale su cui lui è seduto. Suppongo che se Tyrion avesse saputo che Catelyn lo avrebbe catturato non avrebbe mai fornito quei progetti, ma con il senno di poi siamo tutti bravi. A me per esempio viene in mente che si potrebbe scrivere una storia in cui le stagioni possono durare anni interi, e che quando arriva l’estate sono guai seri. No, forse è meglio l’inverno. L’inverno sta arrivando suona bene, vero? Sembra quasi un motto. E magari si potrebbe costruire una muraglia di ghiaccio…

Plagio? Qualcuno ha parlato di plagio?

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 2: Bran
Ok, ora la smetto. Dopo è facile dire che una storia così è una storia di successo, ma alle prime presentazioni di A Game of Thrones non c’era quasi nessuno ad ascoltare Martin. Una sola volta è arrivato al parcheggio della libreria, lo ha visto pieno e si è rallegrato perché c’era qualcuno ad ascoltarlo. Sbagliato, per lui c’erano una dozzina di persone, le altre 400 erano lì per Clifford, il grande cane rosso. Non sto scherzando, la prima volta che ho letto di quest’episodio ho pensato “Clifford chi?”. Ora ho visto qualche episodio del cartone animato, alle mie bimbe (quasi sei anni e tre anni e quattro mesi) piace, ma capisco la delusione dello scrittore. Una quindicina d’anni dopo, a New York, per una presentazione di Martin si sono messe in coda 1.800 persone. Non male come cambiamento.

Visitiamo brevemente il circondario di Grande Inverno, ripensiamo alle leggende sui venti gelidi del Nord e inquadriamo un po’ meglio i personaggi. Notiamo l’ululato dei lupi in coincidenza con l’arrivo del corvo che porta la notizia dell’aggressione a Ned. Gli animali hanno capito da soli che era accaduto qualcosa di grave, così come Estate aveva ululato appena Bran aveva iniziato la scalata alla torre spezzata? L’alternativa è che Robb ha letto il contenuto del messaggio e si è comprensibilmente agitato, Vento Grigio ha percepito la sua agitazione e l’ha trasmessa a Estate e suppongo anche a Cagnaccio, anche se quest’ultimo lo vediamo pochissimo. In ogni caso i metalupi non sono animali comuni, percepiscono cose che le persone non sono in grado di percepire.

Bran è inquieto al sentire il nome dei Lannister ma non ricorda, intanto Robb rinforza il Nord. Ricordiamoci che Ned aveva ordinato a Catelyn di rinforzare tutte le difese, suppongo che Robb lo avesse già fatto dopo aver ricevuto un messaggio dalla madre e che in quest’occasione abbia deciso di mettere in guardia altri uomini.

Nel giro di qualche pagina arriva l’aggressione dei Bruti. Fra loro due disertori dei Guardiani della notte, che ci ricordano perché Ned abbia decapitato un disertore all’inizio del Trono di spade. Gared era stato praticamente reso folle dall’incontro con gli Estranei, attenzione a non confondere il romanzo con la serie televisiva, quindi non aveva potuto dire nulla a Eddard o a coloro che lo avevano catturato. E i disertori sono pericolosi, come vediamo in queste pagine. Quello che dimentichiamo rapidamente è che uno di loro parla dei fantasmi pallidi (pag. 26), i White Walkers. Sono gli Estranei, e noi sappiamo che esistono perché li abbiamo incontrati nel prologo, solo che con tutto quello che sta accadendo tendiamo a dimenticarcene. Quanto a Bran è spaventato e non ha certo modo di riflettere su quel che dicono intorno a lui. Il riferimento va perso, e sì che di avvisaglie per mettere tutti sul chi vive ce ne sarebbero.

Vediamo invece quanto sia utile a volte avere un lupo per amico, anche se vederlo azzannare i garretti (pag. 27) di una persona che sta fuggendo a piedi fa un certo effetto. L’errore, ovviamente, è firmato Sergio Altieri. Conosciamo Osha, ed è ovvio che in futuro lei sarà importante. Perché farcela conoscere, altrimenti? E vediamo Theon sempre felice, ottimo arciere e pessimo pensatore. Il primo aprile avevo scritto per FantasyMagazine un finto articolo di cronaca in cui parlavo delle abilità calcistiche di Theon perché nel primo capitolo del Trono di spade prende a calci la testa del disertore. Jon Snow non aveva gradito, anche se il suo commento lo aveva sentito solo Bran. Qui Theon si dà al tiro con l’arco, e il fatto che Robb non abbia gradito è noto a tutti. L’articolo è questo: http://www.fantasymagazine.it/notizie/16624/ritrovato-un-cadavere-nei-pressi-di-grande-inverno/. Intanto l’atmosfera della storia è cambiata, e la sensazione di pericolo è sempre più incombente. Può essere un pericolo occasionale, l’incontro con alcuni banditi, ma può essere qualcosa di peggio.



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