Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 8: Eddard

Ned Stark siede abbastanza scomodamente sul Trono di spade. Ma non glie l’ha detto nessuno che in realtà è fatto per reggere i libri e non per sedercisi sopra? Cioè, ci si può pure sedere, ma poi serve una persona a cui dare in mano la macchina fotografica. E non sono neppure andata a cercare le spade, la corona (e non sto scherzando) o i guanti di pelle neri, anche perché avevo a disposizione pochi minuti per le foto prima di dover uscire e andare a prendere le mie principesse a scuola. Ho persino dimenticato di aggiungere agli altri volumi l’antologia che contiene The Sworn Sword, un’antologia della Nord comprata solo per il racconto Il drago di ghiaccio ben prima che Mondadori pubblicasse Le torri di cenere o il volumetto autonomo, e ho deliberatamente tralasciato tutti i numeri di Effemme contenenti un mio articolo su Martin al di là del primo, che ha una sezione monografica. E poi ho aperto una sola delle dodici cartine.

Come mi ha detto l’altro giorno Letizia, “se non son matti non li vogliamo”.

Allora… Ned siede abbastanza scomodamente sul Trono di spade, ma per lui la giustizia viene ben prima della comodità. Del resto non ha nemmeno un boia perché la tradizione della sua famiglia vuole che chi amministra la giustizia sappia esattamente cosa sta facendo, figuriamoci se può lasciare qualcuno a fare il suo lavoro anche se lui sta male. Mica è il re, impegnato in una caccia al cinghiale.

La pace è finita, e ce lo aspettavamo. Non solo perché Catelyn aveva arrestato Tyrion, ma perché se c’è pace non può esserci una storia. Ci siamo goduti un po’ di tranquillità, ora vediamo come ce la passiamo in un mondo nel quale bianco, nero e grigio sono semplici sfumature della verità (pag. 87). Le storie fantasy possono essere molto affascinanti, ma vivere in determinati mondi non dev’essere particolarmente piacevole. E la verità può avere sfumature molto ampie, se il numero di uomini presenti in una scorreria varia da non meno di cento a cinquanta e poi ancora a cento e altri cento. Quel che è certo è che con loro c’è la Montagna che cavalca, e da quando abbiamo scoperto quale simpaticone sia grazie ai racconti di suo fratello io propenderei per tirargli una bella bomba in testa e non pensarci più. Non ci sono bombe nei Sette Regni? Allora inventiamole, ogni secondo in più che quell’essere rimane vivo significa guai, e grossi, per qualcuno. Possibilmente qualcuno innocente.

Bella la storia del trono di spade, vero? La traduzione italiana ha dato il nome sbagliato al primo volume e di conseguenza alla serie televisiva, ma l’oggetto in sé ha una storia affascinante. E George R.R. Martin si diverte a spargere informazioni lungo tutte Le cronache del ghiaccio e del fuoco.

Ned non è convinto che le decisioni di Edmure siano quelle giuste, ancora non abbiamo visto Tywin ma già ci stiamo preoccupando parecchio per le sue azioni. Ma quanto sono questi nomi? Tanti, ricordo che Edmure è fratello di Catelyn ed erede di Delta delle Acque, Tywin il capo di Casa Lannister, padre di Cersei, Jaime e Tyrion. E poi ci sono i lord minori, e alcuni di loro sono importanti. Mi chiedo come facciano gli spettatori senza indice dei nomi.

Pycelle sembra Ponzio Pilato, queste non sono cose che ci riguardano. Dov’è il catino per lavarmi le mani? Il sostegno a Ned sembra scarsotto, e vista la situazione invece lui deve fare del suo meglio per trovare alleati che lo aiutino a tenere insieme le cose. Non Loras, troppo irruento e desideroso di farsi ammirare, ma lord Beric sembra la persona giusta in questo caso. Ricordiamoci che è partito, che con lui ci sono Thoros e venti delle guardie di Ned. E mentre Eddard amministra la giustizia Sansa lo osserva, Varys ne nota il coraggio e ser Ilyn… chi può dire cosa pensa il boia muto?

Libreria debitamente ricostruita con ogni volume al posto giusto e figlie recuperate da scuola (oggi non ne ho dimenticata nessuna malgrado una testa evidentemente altrove). Piove, come si vede dagli stivali di Ilaria. La cosa è poco significativa? Pazienza, penso si capisse già dalla prima foto che questo non sarebbe stato un messaggio molto serio.