Magazine Diario personale

Il grande sonno

Da Aquilanonvedente

il grande sonnoUna volta leggevo più gialli e avrei saputo trovare subito le differenze tra Raymond Chandler e Agatha Christie, o S.S. Van Dine, oppure Sir Arthur Conan Doyle o Ellery Queen.

Perché quello del romanzo poliziesco, volgarmente chiamato “giallo”, è un mondo particolare, spesso considerato di serie B nei confronti della cosiddetta “alta letteratura”.

Oggi, che sono diventato vecchio, mi accontento di gustarmi un giallo ogni tanto, anche da rileggere, perché si sa, la memoria non è più quella di una volta e dopo un po’ ci si dimentica.

Questo romanzo, pubblicato nel 1939, è il primo di Chandler ed è considerato come le fondamenta della sua produzione letteraria.

Effettivamente è un bel libro, e lo dice uno che non ama particolarmente la letteratura americana. Su tutto spicca la figura del protagonista, Philip Marlowe; poi vi sono le ottime descrizioni (dei luoghi e dei personaggi), i dialoghi e alcune riflessioni sulla società americana che fanno di questo libro non un semplice “giallo”.

Insomma, vale la pena leggerlo, e non dirò altro, perché altrimenti qualcuno mi accusa di svelare tutte le trame dei libri che leggo.



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