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IL GRECALE SOFFIA SUL DESERTO #tsipras #syriza #elezionigrecia

Creato il 26 gennaio 2015 da Albertomax @albertomassazza

tsipras

“Un fantasma si aggira per l’Europa” è il titolo più ricorrente e scontato dopo la schiacciante e altrettanto scontata vittoria di Syriza in Grecia. Il punto però è capire quale sia la reale natura di questo fantasma. La sbandata sinistra radicale italiana, alla disperata ricerca di una bandiera per poter continuare a sostenere la sua delirante retorica ideologica, pare non abbia dubbi: l’apocatastasi marxiana, incarnatasi nelle sembianze giovanili e affascinanti di Alexis Tsipras, è destinata a fare piazza pulita di trojka, banchieri e loro prestanome politici, Renzi incluso; il sol dell’avvenire, dopo aver fatto capolino sull’Acropoli e sul Licabetto, irradierà i suoi rosei raggi su tutta l’Europa; la fionda del David greco abbatterà il Golia a tre teste dell’Unione Europea, ridando la libertà al popolo greco ed europeo. Quello stesso popolo greco che per lunghi anni ha avallato la scellerata politica economica dei suoi rappresentanti: consenso in cambio di posti di lavoro fittizi, creati truccando i conti pubblici. Ancora oggi, nonostante i tagli draconiani imposti dalla famigerata e cinica Trojca, la Grecia ha una percentuale di pubblico impiego ben al di sopra della media europea, pur non avendo importanti interventi pubblici nei settori nevralgici dell’economia. Si può discutere quanto si vuole sull’inadeguatezza della politica di austerità; d’altronde, è sotto gli occhi di tutti che la cura da cavallo ha prodotto un aggravamento della malattia: ormai lo ammettono candidamente gli stessi paladini del rigore. Ma se non si parte dalla radice del problema, vale a dire il volontario e perverso atto di vassallaggio del popolo (o di buona parte di esso) nei confronti dei partiti di governo, non ci saranno Syriza o Podemos che tengano, né alcuna teologia della liberazione marxista: il circolo vizioso continuerà a fare danni, a scavare solchi profondi tra privilegiati e diseredati.

Fortuna che, nonostante non sia del tutto immune dalla retorica imbalsamata della sinistra storica, Tsipras si stia dimostrando ben più pragmatico nella sua azione politica. L’asse interno con l’euroscetticismo di centrodestra per garantirsi la maggioranza assoluta, mancata per un soffio alle elezioni, lo dimostra. In Europa, a maggior ragione, il giovane leader greco dovrà per forza di cose intessere relazioni con chi, in un modo o nell’altro, sta facendo pressione per un sempre più convinto cambio di rotta delle politiche comunitarie. Alexis Tsipras dovrà necessariamente fare riferimento all’asse Renzi-Hollande che ha già aperto una breccia nel fortino dell’austerità, grazie anche alla sponda offerta da Mario Draghi. Sarà interessante osservare con quali acrobazie la nostra cara sinistra radicale (sempre più a sinistra di ogni ragionevole proposta politica) riuscirà a coniugare l’appoggio totale al nuovo premier greco con l’opposizione integralista a Renzi. Proprio il premier italiano può trarre vantaggio dal nuovo scenario politico greco, sia proponendosi come punto di mediazione tra le istanze radicali di Tsipras e gli irriducibili del rigore europeista, sia nella  politica interna, smussando i toni delle opposizioni di sinistra (per la verità già poco temibili) grazie al dialogo con l’astro nascente della sinistra greca. Tanto più se dal cilindro del Quirinale venisse fuori un nome in grado di sparigliare le carte ed ottenere consensi trasversali. Con buona pace di Vendola e del suo reality spacciato per nuovo cantiere della sinistra. Dice bene Rodotà: se veramente vogliono costruire una forza in grado, se non di rappresentare un’alternativa, quantomeno di incalzare da sinistra Renzi, si facciano da parte il leader di Sel e gli altri professionisti del dissenso.



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