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Il guardiano dei sogni

Creato il 12 dicembre 2012 da Molipier @pier78

Camminava lentamente, lungo strade e vie della città, trascinando una valigia di cartone decorata con tante stelle di diverse dimensioni, legata con uno spago perché rimanesse chiusa. La portava con la mano destra e poi, quando era stanco, con la sinistra. Camminava con lo sguardo sempre rivolto verso terra, silenzioso, schivo, burbero all’apparenza.

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Di tanto in tanto si chinava e con due dita o con tutta la mano prendeva qualcosa da terra, in qualche angolo impolverato e sporco, si sedeva dove poteva, scioglieva il nodo dello spago, apriva appena la valigia e lasciava cadere all’interno ciò che aveva raccolto ed ogni volta sospirava, profondamente. Quindi chiudeva la valigia, riprendeva lo spago e lo legava ben stretto. Si rialzava, scrollava appena gli abiti e riprendeva il suo cammino.

Quando le gambe iniziavano a cedere, allora si fermava su una panchina, appoggiava la valigia sulla seduta, scioglieva il nodo allo spago, la apriva e vi guardava dentro qualche attimo, come se una semplice occhiata fosse sufficiente per ridargli forze ed energia.

Una sera, verso l’imbrunire, mentre si riposava seduto su una panchina, con la propria valigia al suo fianco, gli si avvicinò un piccolo bambino dai capelli biondi e lucenti e gli occhi grandi che si fermò a pochi metri da lui, fissandolo con aria curiosa. L’uomo sorrise e ricambiò lo sguardo del piccolo fino a che, questi, non gli si avvicinò di più.

Ciao – disse l’uomo – come ti chiami?
Leonardo e tu?
Oh…che bel nome! E cosa fai di bello qui?
Il mio papà mi ha portato a vedere il tramonto. A lui piacciono tanto. E tu?
Io mi riposo un pochino…oggi ho camminato tanto…
E’ tua la valigia?” chiese il bambino.
– rispose l’uomo, dando un colpo con la mano sul proprio bagaglio – è la mia valigia.
Cosa c’è dentro?

L’uomo si guardò intorno e poi con un cenno della mano invitò il bambino ad avvicinarsi di più. “Se vieni qui vicino, te lo dico…ma non deve sentirci nessuno…” sussurrò.
Anche il bambino si guardò intorno e poi, con una leggera titubanza, mosse i pochi passi che lo separavano dall’uomo in modo da poter sentire la sua voce.

Qui dentro – continuò l’uomo – ci sono…sogni!
Il bambino strabuzzò i suoi occhi grandi e ripeté “Sogni? E di chi? I tuoi?

L’uomo scosse la testa. “No, non solo i miei. Ci sono i sogni di tante, tante persone, anche i tuoi!
Anche i miei? E come fai ad averli tu, nella tua valigia?” domandò il piccolo curioso.

Certo, anche i tuoi…perché anche tu avrai un sogno no? Per esempio, che lavoro vorresti fare quando sarai grande?
Uhm…vediamo…mi piacerebbe fare il poliziotto! Anzi no…il pilota!

Quando il piccolo bambino pronunciò le parole “anzi no” un piccolo granello dorato e luminoso si posò a terra, nell’angolo della gamba della panchina. L’uomo, sorridendo, si piegò e con la punta dell’indice e del pollice prese il granello e lo posò sul palmo dell’altra mano.

Ecco vedi , piccolino? Funziona proprio così. Ogni persona, grande o piccola, ha dei sogni. Alcuni semplici, altri grandissimi oppure addirittura esagerati. Nascono o vengono costruiti spontaneamente in ciascuno di noi e li coltiviamo fino a che possiamo. Poi succede qualcosa che ci fa cambiare idea, un’avvenimento, un ripensamento o un problema e, in quel momento, ne abbandoniamo qualcuno. Ma i sogni non muoiono, cadono per strada e proprio perché non si perdano, io li cerco, li raccolgo e li custodisco tutti nella mia valigia. Questo – disse indicando il granello luminoso sulla mano aperta – è il tuo sogno di diventare poliziotto che hai scelto di sostituire. Ora lo mettiamo nella valigia, insieme agli altri.”

Così, sciolse il nodo allo spago che teneva chiusa la valigia e l’aprì appena, lasciando cadere al suo interno il piccolo granello che si unì a tutti gli altri. Dalla fessura si riusciva a vedere il bagliore di tutti i granelli raccolti.

Ma…ma – balbettò il bambino – sono tanti, tantissimi!
Sì, sono davvero tanti. Perché ogni giorno, ognuno di noi abbandona un sogno, più o meno consapevolmente.
E perché li tieni tu?
No, piccolino…io non li tengo. Li raccolgo e li custodisco nella valigia proprio perché non si perdano e restino sempre a disposizione di chi li ha costruiti o pensati.”

Ma se sono così luminosi, perché li tieni nella valigia al buio e non fai vedere a tutti la loro luce?
L’uomo sorrise ancora.
Nella valigia non è buio. Ogni sogno porta un po’ di luce con sè e non sarebbe giusto che la possano vedere tutti altrimenti perderebbe il suo valore. I sogni, spesso, sono segreti, intimi, frammenti dell’anima di chi lo costruisce.
Allora…lì dentro ci sono anche i sogni del mio papà e della mia mamma?

L’uomo scosse la testa.
No, quello del tuo papà e della tua mamma non c’è più.
E come mai?” chiese ancora curiosamente il bambino.
E’ la risposta che potrai dare a chi ti chiederà del colore dei tuoi capelli.


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