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Il guerriero occidentale [5]

Creato il 25 maggio 2011 da Ludovicopolidattilo

Il guerriero occidentale [5]

Parti precedenti: [1], [2], [3] e [4].

Perelman [iniziando a combattere]: Quasi mi dispiacerebbe se il momento in cui le vostre ginocchia si piegheranno e la vostra bocca bacerà il fango dei miei stivali arrivasse troppo presto. Vorrei che tale ineludibile eventualità tardasse quel tanto che basta da appagare la mia sete di sollazzo. Se, come sono certo, tra poco sarete invece vinto, non temete, saprò impiegare il mio odio residuo in altrettanto degne occupazioni. Sono certo abbiate una moglie e dei figli. È tradizione degli ufficiali del vostro infimo rango abitare palazzi del quartiere slavo, riempirli di arredamenti dozzinali e di torme di discendenti sputati fuori da pallide cugine dell’imperatrice nell’aspirazione di un comando degno di questo nome. Ebbene sarà a loro che mi rivolgerò non appena terminato con voi e di quelle giovani carni innocenti farò scempio al punto da non permettere alla madre di riconoscere quei residui come la propria prole. Quando lo strazio sarà al culmine anche all’affranta genitrice riserverò supplizi degni di un libertino alsaziano in cui amici devoti mi hanno erudito ai tempi dell’accademia. Siate certo che vostra moglie non trascorrerà né giorni né settimane nelle mie segrete ma sarà loro gradita ospite almeno un mese per ogni decorazione appuntata sulla mia casacca a celebrare l’eccellere nella strategia militare. Sperate poi che sia finalmente sazio perché se così non fosse cercherò ogni vostro congiunto e ignorando le leggi morali come quelle del nostro decadente Impero gli riserverò altrettanto sofisticate attenzioni. Quest’oggi, incrociando il mio cammino, non avete solo posto fine alla vostra patetica esistenza, ma avete altresì decretato l’estinzione della vostra stirpe e l’oblio del vostro nome.
Olbrecht-Tyteca: Quando vedo quanto mi somigliate sono portato a odiarvi in misura minore. Caro colonnello siate sereno, non cederò troppo presto e neppure le piaghe che vi disegnerò sul petto si affretteranno a rimarginarsi. Sono ebbro del nostro combattimento e non rinuncerei a suggere il suo nettare per nulla al mondo. Per questo resisterò e quando sarò caduto risorgerò e sarò ancora di fronte a voi in ogni giorno che i prossimi mille anni conteranno. Io sono un esercito e di tutta la sua moltitudine faccio una sola arma che esiste e vive per colpirvi. Di tutte le schiere che mi compongono inizio la marcia verso i vostri bastioni. Che i cannoni urlino e le mascelle si contraggano pronte a mordere anche quando i soldati avranno le gambe frustate dalle mine e si trascineranno perdendo sangue e lembi di muscoli lungo il cammino. Che ogni bomba si appresti ad esplodere accanto alle vostre tempie e ogni baionetta vi possa scavare le orbite. Che diecimila opliti vestiti di corazze di titanio e maschere antigas vi assedino e affamino sino alla resa, celebrata da centomila crocifissioni capovolte. Sia coperto il volto del cielo perché in tutte le guerre dell’umana sanguinaria storia non avrà veduto tanta furia come quella con cui vi assalterò. Difese vacilleranno e mura saranno sgretolate quando la mia mano scevra da vigliaccheria le colpirà senza alcuna arma in pugno ma con tutto il mio odio a muovere il gesto, perché solo di questo mi nutro e null’altro mi necessita se sono davanti a voi o se solo rammento che esistete. Io vi odio senza potere e volere fare altro e il dio che ci ha voltato le spalle subito dopo averci plasmato dal fango mi perdoni, perché di questo odio senza confine alcuno, non conosco la ragione.

Fanciulla dichiarante guerra [entra in scena e parla rivolta al pubblico mentre i duellanti alternano assalti veementi e difese efficaci]: Su mio ordine, le forze militari degli Stati Uniti hanno iniziato gli attacchi contro i campi di addestramento dei terroristi di Al Qaeda e contro le installazioni militari del regime dei Taleban in Afghanistan. Questa azioni attentamente mirate hanno come fine quello di distruggere l’uso dell’Afghanistan come base terroristica e di attaccare le capacità miltari del regime dei Taleban.
Più di 40 paesi in Medio Oriente, Africa, Europa e in Asia hanno dato la disponibilità dello spazio aereo o di terra. Molti di più hanno collaborato con informazioni di intelligence. Siamo sostenuti dalla volontà collettiva del mondo. Più che due settimane fa, ho dato ai leader dei Taliban una serie di richieste chiare e specifiche: chiudete i campi di addestramento dei terroristi, consegnate i leader dell’organizzazione di Al Qaeda, e rilasciate gli stranieri, compresi i cittadini americani ingiustamente detenuti nel vostro paese.
Nessuna di queste richieste è stata accolta. E ora, i Taliban pagheranno un prezzo. Distruggendo i campi e rendendo inutilizzabili le comunicazioni, renderemo più difficile per l’organizzazione del terrore di addestrare nuove reclute e di coordinare i loro piani malvagi. All’inizio i terroristi possono rintanarsi in grotte sempre più profonde ed in altri luoghi fortificati per nascondersi. La nostra operazione militare mira ad aprire la strada per operazioni sostenute, a largo raggio e incessanti per stanarli e portarli davanti alla giustizia.
Nello stesso tempo il popolo oppresso dell’Afghanistan conoscerà la generosità dell’America e dei suoi alleati. Nel momento i cui colpiamo gli obiettivi militari, sganceremo anche cibo, medicine e rifornimenti per gli uomini, le donne e i bambini che patiscono la fame e soffrono in Afghanistan.
Gli Stati Uniti d’America sono amici del popolo afghano, e noi siamo amici di circa un miliardo di persone che nel mondo seguono la fede islamica. Gli Stati Uniti sono nemici di coloro che aiutano i terroristi e dei criminali barbari che profanano una grande religione commettendo crimini in suo nome.
Non abbiamo cercato questa missione, ma ci impegneremo in pieno in essa.
Il nome dell’operazione militare di oggi è Libertà duratura. Noi difendiamo non solo la nostra preziosa libertà, ma anche la libertà di tutti gli altri popoli a vivere e e crescere i loro bambini liberi dalla paura.
Recentemente, ho ricevuto una lettera toccante che dice molto sulle condizioni dell’America in questi momenti difficili, la lettera di una bambina delle elementari figlia di un soldato. “Per quanto non voglio che mio padre combatta – ha scritto – sono pronta a consegnarvelo”. Questo è un regalo prezioso. Il più grande che potesse fare. Questa bambina sa che cosa vuol dire l’America. Dall’11 settembre, un’intera generazione di giovani americani ha raggiunto una nuova comprensione del valore di libertà, dei suoi costi, della missione e del suo sacrificio. La battaglia è ora ingaggiata su molti fronti. Non tergiverseremo, non ci stancheremo, non vacilleremo e non falliremo. La pace e la libertà avranno la meglio. Grazie. Che Dio benedica l’America.
[dal discorso di George W. Bush alla nazione (7 ottobre 2001)]

Continua…



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