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Il Labirinto del Fauno

Creato il 16 luglio 2014 da In Central Perk @InCentralPerk
E' già Ieri -2006-
O io dopo la Notte Horror sono diventata improvvisamente coraggiosa, o wikipedia nel denominare questo film un horror ha qualche problema.
Certo, il suo regista Guillermo Del Toro è di solito avvezzo al genere, e, certo, Il labirinto del fauno i suoi momenti e i suoi personaggi da brivido ce li ha, ma da qui a categorizzarlo così ce ne passa...
In ogni caso, l'averlo così etichettato mi ha permesso di recuperarlo in questa settimana di blog un po' più tetra del solito, e il suo alone di cult (vedasi anche solo l'header di Mari's Red Room) gridava recupero.
E, beh, senza girarci troppo attorno, forse proprio il suo alone di cult, forse qualche inceppo in una trama fantasiosa, sì, storica, certo, ma anche un pochettino prevedibile, con me non ha funzionato.
La scintilla non è scattata, Ofelia nella sua ingenuità e nella innocenza mi ha anche irritato un pochettino, ma non per questo la visione non è stata altamente fascinosa, merito di una fotografia povera a tratti, barocca e calda in altri, merito di effetti speciali che rendono le fantasie di Ofelia dei sogni spaventosi, inconsciamente affascinanti.
Il Labirinto del Fauno
Il film si divide se non è chiaro tra storia e fantasia, tra vero e presunto vero, con le prove che Ofelia deve portare a termine per dimostrare ad un misterioso Fauno la sua discendenza reale di un regno dimenticato, durante la sanguinosa guerra civile spagnola, con partigiani nascosti nel bosco che combattono il perfido Vidal, patrigno appena acquisito della bambina, la cui madre sta attraversando una difficile gravidanza.
Nella casa/prigione in cui si ritrova, il libro donatele dallo strano essere diventa da subito una via di fuga da seguire, mentre a cercare di cambiare le cose ci provano il Dottore che segue la madre, e Mercedes, domestica e cuoca che collaborano segretamente con i partigiani.
In questo perfetto intreccio, a farla da padrone sono certamente gli scenari da sogno (o da incubo) che Ofelia si trova ad affrontare, mentre Vidal dimostra tutta la sua sadismo e la sua malvagità uccidendo, torturando e razionalizzando in nome di Franco.
Il Labirinto del Fauno
I due diversi percorsi formano così un film in cui proprio il labile confine tra vero e fantastico lo rende più significativo, e in cui non mancano citazioni e riferimenti a renderlo invece più profondo.
Dalla mitologia greca richiamata con nomi e ambienti, alla Alice di Carroll i cui vestiti Ofelia prende in prestito, del Toro arricchisce il suo film facendone un prodotto accattivante, intelligente e perfino commovente.
Che sia reale o meno, la fantasia della bambina è il modo migliore per fuggire da una realtà difficile da digerire, da una guerra che non vuole finire, da persone così cattive che nemmeno nei suoi libri potrebbero finire a contrastare i buoni.
Come il film per lo spettatore, quindi, il sogno di una mente protegge e rende lieto anche il peggiore dei finali, rendendo immortale la sua protagonista.
Il Labirinto del Fauno
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