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Il lago dei cigni

Da Valentina
Questo sabato S. mi ha portata a vedere il Lago dei Cigni. Dico "mi ha portata" perché è stata una sua idea, e ha organizzato tutto a sorpresa: quando mi ha detto che aveva prenotato i biglietti era il 30 dicembre e li aveva comprati già il 26 dicembre, online.  Seconda fila, perché <<Se no dalla prima non si vede niente>> mi ha detto, roba che io mi sarei accontentata anche dell'ultima. Era da tantissimo che volevo vedere un balletto al teatro (questa è stata la mia  prima volta) e l'anno scorso, di questi tempi, ricordo che c'era proprio il Lago dei Cigni a Firenze ma che non ero potuta andarci. Quest'anno, invece, grazie al mio impareggiabile fidanzato che si è ricordato di questo particolare, ce l'ho fatta. E lo spettacolo è stato superiore alle aspettative. 
Il lago dei cigni
Prima dello spettacolo abbiamo fatto una cena veloce al Mc Drive e la cosa mi ha fatto sorridere: noi tutti eleganti che divoravamo panini e patatine in macchina per non fare tardi allo spettacolo: dovevamo essere in teatro per le otto e mezzo e quando siamo arrivati alla cittadella erano già le otto. Necessitava una cena al volo e così è stato, anche se non è stata tra le più sane e migliori. :P
La compagnia che ballava era il Balletto di Mosca Classique e giuro di non aver mai visto così tanti sederi volanti come sabato: so che questa affermazione è poco elegante ma era impossibile non notarli, così come era impossibile non notare il trucco e i costumi della compagnia. Guardandoli muovere prendevi coscienza di come il corpo umano sia una macchina perfetta e stupenda, come sia armonica nelle proporzioni e nei movimenti, di come anni di evoluzione e di studio qualcosa l'abbiano davvero portata a dispetto di tanti esemplari della specie; per non parlare dei costumi meravigliosi (quando sono entrati i cigni sembrava davvero che ci fossero dei volatili in scena; un'esplosione di gonne bianche e voluminose che ti facevano sentire circondata da piume) e degli scenari dipinti, praticamente 3D, grazie al fatto che c'erano diversi livelli sovrapposti e non solo uno aderente allo sfondo.
I ballerini erano russi, e si vedeva: alti 2 metri, biondi, occhi azzurri: non ci si sbagliava. Ballavano benissimo e non nego che quando il sipario è calato ho sentito sentire su le lacrime. Mi è venuta in mente la scena di Pretty Woman quando la Roberts alla fine dell'opera piange, e di come io non capissi come potesse farlo, pur piacendomi l'opera quanto lei. Adesso lo so. Si piange, ci si emoziona, ci si sente vibrare dentro. Sopratutto quando il ballerino ha alzato la ballerina su, in alto, a sorpresa, mentre tutti gli altri cigni si sono scostati come fossero una tenda, ho sentito mancare il respiro e l'applauso è partito da solo. Come la bruschetta nell'occhio.
Il 2013 è iniziato proprio bene, non c'è che dire.
P.S. C'è stato anche un mistero alla Voyager: lo strano caso di un ballerino che è uscito un attimo di scena e al ritorno aveva il viso completamente bagnato; sembrava sudasse ma gli altri erano asciutti. Che qualcuno gli abbia spruzzato un po' d'acqua addosso? Giacobbo, pensaci tu!


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