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Il lato oscuro di Napoli secondo me

Creato il 09 marzo 2016 da Marika L

"La Speranza ha due bellissimi figli: lo Sdegno e il Coraggio. Lo Sdegno per la realtà delle cose; il Coraggio per cambiarle "

"Capisci? A volte le persone hanno addirittura paura di mettere la testa fuori la porta!".
Parlano così i ragazzi di Casa Tolentino, il b&b ai piedi di San Martino che ci ha accolti durante un evento meraviglioso, volto a promuovere quei perimetri spesso considerati il lato oscuro del centro di Napoli: i Quartieri Spagnoli e il Rione Sanità.
Tutti coloro che non la conoscono, ne sono sicura, si approcciano alla città con un piede dentro e uno fuori, con un occhio pronto a sbirciare e l'altro, invece, pronto a scappare.
Il problema nasce, però, quando il b&b in questione si trova in una delle zone più in e trafficate ed è lì che rifletti sul fatto che deve per forza esserci un problema di fondo.

No, non sto per avventurarmi nel solito discorso che ruota intorno a quella fatidica domanda che le persone mi fanno cercando i sinonimi più accettabili o la forma verbale che gli sembra meno offensiva: Napoli è una città sicura?
Vi avverto, non sentirete mai uscire dalla mia bocca le parole "Si, lo è".
Io sono convinta di una cosa e sono pronta ad urlarla fino alla morte: chi nasconde i difetti evidenti di questa città dietro un forzato vittimismo in realtà non le vuole bene per niente.
Chi giustifica un'azione palesemente agghiacciante con un inutile "Ma questo succede anche in altre città" quando non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo perchè chi non lo sa è un ignorante, non sta di certo aiutando la sua.
Chi liquida un fatto di cronaca con la solita filastrocca "La stampa si fissa ed esagera sempre" è seriamente fuori moda.
La stampa esagera ed esagererà sempre anche se la situazione sta migliorando, perché la cronaca nera attira più delle belle notizie, perchè all' essere umano piace ficcare il naso, perchè è così e basta e a volte vorrei sapere come, secondo chi lo mette in atto, questo ripeterlo in continuazione e questo usarlo come scudo potrebbe aiutare a ribaltare la situazione.
Allora mi chiedo: cosa vogliamo fare? E si, lo chiedo anche a me stessa, dato che non sono napoletana ma il mio cuore, in parte, lo è da sempre.

Chi nasconde la testa sotto la sabbia non potrà mai uscirne vittorioso.
Vuoi sapere, a mio parere, chi invece vince a prescindere dal risultato finale?
Chi prende per mano i più timorosi e li accompagna in una città diversa da quella che immaginano, chi mostra loro i lati brutti e i lati belli, perchè senza tenebre non esisterebbe la luce e quella che emana Napoli è talmente forte da accecarci tutti.
Vince chi non condanna un turista spaventato al quale è sempre stato raccontato un solo lato della medaglia, chi diffonde il passaparola, chi lotta per far emergere il buono e il pulito.
Ma bisogna soffiare via un po' di polvere.

Non vince chi si lamenta ma alla fine resta fermo e butta la polvere sotto al tappeto, lasciando agli altri il compito di fare qualcosa.
Vince chi si attiva, chi pensa alle cose pratiche, chi cambia prospettiva. Una prospettiva opposta alla quale, alla fine dei conti, nessuno potrà resistere.
Non dimentichiamo una cosa fondamentale: stiamo parlando di una delle città più belle del mondo!
Vincono, per questo, i ragazzi delle cooperative sociali che da anni investono tutto ciò che hanno, dal sudore al tempo, per cambiare l'aspetto che nell'immaginario collettivo hanno le zone che li hanno visti crescere.

I ragazzi delle Cooperative San Nicola da Tolentino e La Paranza sono stati in grado di insegnarmi tanto, più di quanto io avessi mai appreso da una città che conosco e frequento da tutta la vita.
Come dicevo prima, ci hanno presi per mano e ci hanno mostrato un diverso punto di vista.
Il loro.

A darci il benvenuto sono stati una vista incredibile sul Golfo, il profumo di un' ottima genovese che avremmo poi gustato la sera e il racconto della storia del Convento dal quale è stato ricavato il bed&breakfast.
Ma poi è arrivato il momento di iniziare ad esplorare i vicini Quartieri Spagnoli ed a Napoli è così, si passa da una zona distinta ad una molto più popolare nel giro di pochi passi.
I Quartieri, secondo me, rappresentano la massima espressione della napoletanità.
I vicoli si sono fatti più stretti, l'arcobaleno creato dai panni stesi più intenso. All'improvviso la voce di un cantante locale è arrivato alle mie orecchie e in quel momento ho riconosciuto la sensazione di familiarità.
E ho sorriso.

Così vicini alla strada dello shopping, così lontani e rinchiusi in un'epoca che li rende tremendamente affascinanti.
Ci siamo addentrati, accompagnati dalle spiegazioni precise e divertenti dei ragazzi della cooperativa, in una serie di storie e curiosità che riguardano quelle stesse strade e dopo aver visitato la Chiesa di Sant'Anna di Palazzo è bastato camminare qualche minuto per ritrovarci nella zona più turistica di Napoli.
Improvvisamente ci è stata sbattuta in faccia l'eleganza di Piazza del Plebiscito, di Via Toledo, di Via Chiaia ed è stato bello rendersi conto ancora una volta delle mille sfaccettature che si rincorrono in questa città.

Anche il Rione Sanità fa rabbrividire chiunque ogni volta che lo nomini e indovina un po'?
Anche lui si trova nelle immediate vicinanze delle zone più frequentate e ospita alcuni tesori inestimabili.
Abbiamo avuto l'occasione di testare in prima persona, insieme alla Cooperativa La Paranza che ha preso in gestione le Catacombe di Napoli, un percorso estremamente ben fatto chiamato Miglio Sacro.
Non starò qui ad elencare tutte le bellezze che si nascondono nelle Catacombe di San Gennaro o nelle Catacombe di San Gaudioso, così come non mi soffermerò sull' emozione che si prova entrando per la prima volta nel Cimitero delle Fontanelle, ma ti assicuro che visitare queste meraviglie con guide preparate, beh, non ha prezzo.
Guide, aggiungo, nate e cresciute in quelle stesse strade che ti raccontano con precisione, voglia di riscatto e passione. Tanta, tantissima passione.
Questo percorso rappresenta un must assoluto per chi visita Napoli e ti permetterà di osservare con i tuoi occhi quanto e come il rione stia realmente cambiando faccia.
Un esempio ne è Luce, il progetto di street art che sta cercando di illuminare queste zone partendo dall'edificio antistante la Basilica di Santa Maria della Sanità, che noi abbiamo avuto modo di esplorare e di ammirarne alcune parti ancora non aperte al pubblico.

E come si può concludere un weekend a Napoli se non con una bella pizza?
Questa volta è toccato a Concettina Ai Tre Santi di Ciro Oliva e a mio parere è stata davvero, ma davvero ottima. Consiglio assolutamente la pizza con i pomodori di San Marzano e la pizza San Gennaro, creata dai ragazzi dell'omonima fondazione scegliendo ingredienti locali, come i famosi taralli "nzogna e pepe".
Quindi, tornando alla domanda del secolo, Napoli è una città sicura?
Un turista può avventurarsi in queste zone senza problemi?
Certo, ma non ti dirò mai che puoi andare ovunque con la borsa aperta, la reflex da duemila euro al collo e una matassa di gioielli al collo.
Ci sono delle aree nelle quali forse questa è la normalità, ma per me quelle non sono la mia Napoli.

La mia Napoli si snoda tra i vicoli dei quartieri popolari e ha l'odore delle sfogliatelle nell'aria, ha la cremina allo zucchero nel caffè, ha la risposta veloce di chi è sempre pronto ad aiutarti, ha i panni stesi che si toccano da balcone a balcone, i campetti di calcio improvvisati e le urla accompagnate dal gesticolare di chi sembra stia offendendo il vicino e invece lo sta solo invitando a cena.

La mia Napoli è caos, rumore.
La mia Napoli profuma di ragù la domenica mattina e guai a non fare la scarpetta. La mia Napoli trema per l'allegria contagiosa del San Paolo e anche se di calcio non ne capisci un tubo ti ritrovi a saltare in mezzo a migliaia di persone perchè è impossibile restare differenti di fronte ad una tale energia. La mia Napoli è superstiziosa, vivace, colorata.
La mia Napoli è un cameriere che ti parla in dialetto stretto come se ti conoscesse da sempre e tu non puoi fare a meno di sorridere e capisci che a Napoli puoi essere te stesso e portare con te tutto ciò che ti rappresenta, tutte le tue sfumature. Nella mia Napoli non devi dimostrare niente a nessuno.
Per la mia Napoli il citofono è un optional, perché le conversazioni prendono atto dalle finestre o dai balconi, usati ancora anche per il paniere, un cesto che serve a trasportare il cibo da un piano all'altro.
La mia Napoli ti costringe a spiaccicarti sul muro dei Quartieri Spagnoli per evitare i motorini che spuntano all'improvviso e a fermarti a parlare con un numero imprecisato di persone perchè la condivisione è la regola e ti sfido a non sentirti a casa.
Se la mia Napoli ti vuole bene, te ne accorgi subito.

A volte potrà sembrarti invadente, ma Napoli è l'eccesso in tutto e ti assicuro che per ogni domanda scomoda ci sarà sempre qualcuno pronto ad aprire le porte di casa sua per te.
Nella mia Napoli non sarai mai di troppo, non importa quale sia la tua provenienza, la tua religione, il tuo orientamento sessuale o i tuoi pensieri, perché se c'è posto per quattro, allora c'è posto anche per quindici.
Mi è capitato varie volte di commuovermi nell'afferrare quanto l'ospitalità, per gran parte delle persone della zona, si traduca in gesti talmente automatici da stupire anche il visitatore più scettico. Quegli stessi gesti che la maggior parte di noi ormai ha perso.
"E che sarà mai, aggiungiamo qualche sedia!".
Come ho accennato prima, Napoli è la città dei contrasti ma ti prometto, e lungi da me giustificare comportamenti inappropriato, che per ogni "Prendo il tuo per averlo io" c'è sempre un "Prendo il mio e lo divido con te".
Ed è per questo, proprio per questo, che dobbiamo lottare insieme.

Sostengo fermamente che ognuno di noi, nel suo piccolo, possa fare qualcosa per una città che ama.
Perché sono convinta che Napoli potrebbe vivere di turismo, di arte, di storia, di bellezza.
Non possiamo continuare a lamentarci, aspettando che qualcuno faccia strada al posto nostro o che le cose cambino da sole.
Non possiamo sperare che il coraggio di voltare pagina scenda giù dal cielo.

"Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso."

Si, la mia Napoli è rumore.
  • Il Miglio Sacro si può percorrere ogni domenica, previa prenotazione.
  • Il b&b Casa Tolentino si trova in una posizione perfetta, a due passi dalla Funicolare e in una zona molto, molto frequentata. Nasce anche come centro di aggregazione per dare un'alternativa ai ragazzi della zona e infatti è in progetto un orto sociale oltre ai già esistenti laboratori.
  • Se sei interessato al processo di sviluppo del Rione Sanità, ti consiglio di leggere un libro intitolato "Noi del Rione Sanità: la scommessa di un parroco e dei suoi ragazzi" che racconta la storia di Don Antonio Loffredo, il quale ha preso in mano le redini della situazione quasi ribaltandola totalmente. Tra gli innumerevoli passi avanti mi viene in mente la costruzione del B&B La Casa del Monacone (anche questo ricavato da un convento), la creazione di tante attività tra le quali spicca la Sanitansamble ovvero un' orchestra per bambini e ragazzi, la nascita di uno spazio dedicato alle mamme bisognose e ai loro figli e, ovviamente, i tanti posti di lavoro legati all'incremento del turismo.
    Ma, osservando la tenacia dei ragazzi che ci hanno accompagnati durante questo viaggio fantastico, non posso fare a meno di pensare che tutto ciò sia solo l'inizio.
Ma io dal rumore io voglio tirare fuori la musica.

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