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Il latte che uccide!

Creato il 13 febbraio 2013 da Nicla

tazza teschio“Un cappuccino, per favore!”
La domanda più banale al mondo. E proprio per questo, forse, tra le più rischiose al mondo!
Perché ciò che uccide non è un alimento piuttosto che un altro bensì l’ignoranza, ovvero la non conoscenza, nell’utilizzo di quell’alimento.
Quando Campbell, nel The China Study, scrive che “il fattore” che nei suoi primi studi di laboratorio “promuoveva il cancro” indipendentemente dall’esposizione iniziale al cancinogeno “era proprio il latte vaccino” (The China Study, trad. it. pag, 66) punta un missile contro il modo comune di pensare.
“Già era abbastanza difficile accettare l’idea che le proteine potessero favorire la crescita del cancro, ma che fossero addirittura quelle del latte di mucca era troppo. Ero diventato matto?”
Una scoperta pesante quella dal dr. Camppbell. Pesante per lui, in qualità di scienziato con l’obbligo morale e umano di portare avanti la strada segnata. Ma pesante anche e soprattutto per noi che oggi lo leggiamo in un libro volutamente accessibili a chiunque, con le nostre tradizioni, la nostra cultura, le nostre credenze mediche o semplicemente ereditate.
Davvero bere un bicchiere di latte uccide tuo figlio?
Certo che no, ovviamente!
Non è un bicchiere di latte vaccino, né un pezzettino di grana o un vasetto di yogurt ad alimentare in noi il cancro.
A dirlo per primo è proprio il dr. Campbell, nel suo libro e nei sui seminar. “Ciò che conta è l’insieme, non una sua piccola parte”.
La nostra abitudine occidentale a spezzettare, focalizzare e concentrare la nostra conoscenza su una piccola parte del funzionamento del nostro corpo è quella che ancora oggi, nonostante le innumerevoli ricerche svolte nell’ultimo ventennio da diversi scienziati di tutto il mondo su questi temi, ci impedisce di accogliere il messaggio che la scienza ci lancia da ogni dove. Ciò che mangiamo e soprattutto quanto ne mangiamo può influire in modo decisivo sullo sviluppo delle malattie che stanno devastando il nostro secolo.
Invece di concentrarci sul messaggio più importante ci focalizziamo sui dettagli, pensando a quanti grammi di formaggio, quanti cucchiaini di latte o quanti etti di burro posso essere consentiti o meno perdendo così di vista il vero problema ovvero, nel caso del latte vaccino, che “la caseina, che costituisce l’87% delle proteine del latte di mucca, è risultata favorire tutti gli stadi del processo tumorale a partire della iniziazione, fino alla promozione e quindi alla progressione”.
Non è il pezzetto di grana che indurrà o promuoverà il cancro in tuo figlio. Così come non è il cappuccino di questa mattina a farti secco. Ma l’assunzione spropositata di caseina, sotto forma di burro nei biscotti e merendine, bevande al latte e panini al latte, cioccolatini al latte, formaggi, gelato, yugurt unito ai pesticidi, conservanti, ormoni e inquinamento atmosferico che invadono il nostro mondo a dare terreno fertile perché ciò che è stato scoperto in laboratorio e poi pubblicato senza mai ricevere alcuna smentita scientifica diventi realtà.
E la verità è che, per dirla con Campbell, “i risultati di questi e di altri studi dimostrano che, nel controllo della promozione del cancro, l’alimentazione è molto più importante rispetto alla dose di carcinogeno che ha provocato l’iniziazione”.
“Nello stesso modo in cui si accende e si spegne un interruttore, potevamo controllare la promozione del cancro semplicemente cambiando i livelli di caseina assunti”.
A voi la scelta!


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