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Il libro dell’estate

Creato il 05 agosto 2011 da Lipesquisquit
Jean-Baptiste Botul, La vita sessuale di Kant, edizioni Il Melagnolo, 2011, nel quale si sostiene che il Noumeno o "Cosa in Sè" per Kant era un surrogato della figa, e che per ovvia conseguenza Kant era un maniaco guardone costantemente sull’orlo di una crisi di nervi che non si è mai sposato perché l’unica esperienza sessuale che riusciva a concepire era mettere a novanta la realtà, tirarle su quella cazzo di gonna che poi Schopenhauer chiamerà "velo di Maya" e darle due botte con la sua ragione cazzuta, preludio, questo, ad una tentazione ben più pericolosa per un illuminista come lui – e tutta intellettuale, si capisce – di gettarsi selvaggiamente in un’orgia di riflessioni metafisiche sull’anima, sul mondo e su Dio, dove, tra le altre cosette, avrebbe anche elargito sonore uccellate sulle gengive ai tutti quei suoi fottuti contestatori idealisti pallemosce.
Fortunatamente, tutte le volte in cui rischiava di stuprare l’essere in questo modo, Kant pensava al cielo stellato sopra di sè e alla Legge Morale dentro di sè e decideva che era meglio astenersi, restando lì a contemplare il sublime vedo-non-vedo dell’oscillazione delle chiappe da urlo del dualismo fenomeno-noumeno.Possibilmente senza masturbarsi.

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