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“Il libro segreto di Dante. Il codice nascosto della Divina Commedia” di Francesco Fioretti

Creato il 16 dicembre 2011 da Sulromanzo

Francesco Fioretti, Il libro segreto di Dante, Divina CommediaIn tutte le storie, spesso, il confine tra realtà e finzione si avvicina, si allontana, si sfiora, sembra intersecarsi e non è chiaro dove finisca la verità e dove inizi la fantasia.
Il libro segreto di Dante. Il codice nascosto della Divina Commedia (Newton Compton Editori, 2011) non fa eccezione e Fioretti mescola la vita di Dante con elementi di pura invenzione, affiancando personaggi realmente esistiti ad altri di fantasia.

La vicenda inizia in medias res dopo la morte di Dante e ruota intorno alla scomparsa degli ultimi tredici canti del Paradiso. Tutta la faccenda sembra avvolta nel mistero e molti particolari non quadrano: il poeta è stato ucciso o è morto a causa di una malattia?

La figlia Antonia, nel frattempo diventata suora, il figliastro Giovanni da Lucca e Bernard, un ex templare, indagano sulla morte di Dante e sul presunto mistero dei templari custodito all’interno della Divina Commedia.
L’intreccio si infittisce, quando scoprono che due finti frati hanno tentato di avvelenare il poeta. Chi è il mandante? Chi desidera la morte del sommo poeta?
Giovanni e Antonia cercano una risposta a queste domande e, durante l’indagine, imparano a conoscersi e a volersi bene: la donna diventa “soror” e “sororcula”, cioè suora e sorella, per il medico di Lucca, presunto figlio di Dante.

Un libro che si addentra nella vita personale e politica del “padre” della lingua italiana.
Ma chi è davvero Dante? Un sommo poeta, un custode del segreto dei templari, un truffatore, uno scrittore mediocre, un traditore? Alcuni lo amano, altri lo odiano. La prospettiva cambia a seconda del soggetto: ognuno vede Dante in modo diverso, ma, nel bene e nel male, il poeta occupa comunque una posizione privilegiata nei pensieri dei familiari e dei nemici.
La figlia lo ama ed è stata una delle poche ad averlo realmente compreso; la moglie Gemma ha sempre provato affetto per lui, ma tra lei e il marito è comunque rimasta una barriera invalicabile; Giovanni ha provato un tale rispetto per quest’uomo che ha considerato suo padre ideale, prima ancora che padre biologico; ser Mone ha odiato Dante e ha tentato di non far pubblicare la sua opera, ritenendola la prova dell’infatuazione della moglie Beatrice per il poeta; Bernard vede Dante come un maestro che ha nascosto il segreto dei templari.

Fioretti ha realmente scoperto un codice apparentemente misterioso all’interno della Commedia e l’idea di scrivere un libro su Dante è nata proprio dopo aver colto questo presunto enigma. Il fatto che all’interno dell’opera dantesca vi siano coincidenze numerologiche è risaputo: il trentatré domina in tutte le tre cantiche e l’intero poema è colmo di allegorie, sembra quasi che dietro ogni verso si nasconda qualcosa di troppo importante per essere rivelato.

Questo libro, sulla scia de Il Codice Da Vinci di Dan Brown, è consigliato a tutti gli appassionati di Dante e dei romanzi storici che contengono enigmi irrisolti. Fioretti descrive in modo accurato la situazione familiare del poeta e inserisce ritratti interessanti dei figli Pietro, Jacopo, Antonia e della moglie Gemma, una figura fragile che spesso è messa in secondo piano a causa di Beatrice, la musa ispiratrice della Divina Commedia.
Tuttavia, per coloro che non amano il poeta e i misteri storici, il romanzo di Fioretti potrebbe risultare noioso e poco accattivante, specialmente in quei passaggi in cui l’autore cerca di ingarbugliare la trama con scarsi risultati e, in corrispondenza di descrizioni che si dilungano troppo, è facile perdere l’attenzione e l’interesse.

Un barlume di speranza serpeggia nel finale del libro, che mette in scena uno speziale che assiste all’incontro tra Antonia e Boccaccio, che vuole aggiungere l’aggettivo Divina al titolo della Commedia.

“Ma a cosa serviranno mai tutte quelle parole, sia pure in rima…” è la frase dell’ingenuo speziale, simbolo del pensiero popolare, che non può nemmeno immaginare che tutte le parole in rima scritte da Dante verranno lette e studiate ancora oggi.

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