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"il lutto. psicoterapia cognitivo evoluzionista e emdr" di antonio onofri e cecilia la rosa"
Creato il 29 agosto 2015 da Fabrizio64Θάνατος - mors - death - mort - смерть - muerte - tod - morte.Secondo Aries (1975) “oggi la morte è diventata un tabù, qualcosa di innominabile, della quale il morente è del tutto spossessato, come se fosse un minore.”.La morte contrasta con l’approccio epicureo, ludico e dionisiaco dell’esistenza dell’occidentale.La morte non è in linea con il quotidiano carpe diem.La morte non è consentanea con la visione materialistica imperante nell’uomo, immerso in un individualismo che tutto assorbe e tutto annienta.Il lavoro scrupolosamente scientifico di due medici psichiatri, Antonio Onofri e Cecilia La Rosa, Il lutto. Psicoterapia cognitivo evoluzionista e EMDR” (Giovanni Fioriti editore), affronta il sommo tabù senza riserve e senza censure.Cosa accade al coniuge, ai figli, ai genitori, ai parenti più stretti, agli amici, quando muore loro una persona cara?Gli Autori scarnificano, vivisezionano, spolpano ogni segmento reattivo della persona coinvolta dalla morte di un “vicino”.La morte è il momento “zero” e la sua presenza produce intorno a sé effetti di diversa intensità di ordine comportamentale, psicologico, psichiatrico, clinico, biologico, ambientale, sociale e sociologico.Ogni aspetto viene attentamente scrutato , dal tipo di evento che ha condotto al decesso, alla tipologia di legame che univa il deceduto al sopravvissuto, all’eventuale contributo dato da quest’ultimo alla determinazione dell’evento, ai rapporti pregressi intercorrenti fra i due. E ancora, con chirurgica precisione, viene dissezionato lo spazio temporale successivo alla morte, i minuti, le ore, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni che seguiranno. Nulla è come prima!Bisogna riprogrammare le coordinate interiori ed esteriori dell’individuo “lambito” dalla morte. Gli Autori in maniera voluta o subliminale si insinuano nell’animo del lettore, e questi, anche contro la propria volontà, si trova sdraiato su un lettino, perché quel dolore nella propria esistenza lo ha già conosciuto.Onofri e La Rosa tramite il loro scritto compiono un’ azione maieutica su chi legge, che inevitabilmente nel lontano o recente passato ha avuto una persona a lui cara che non c’è più.Chi vuole essere come il gabbiano Jonathan Livingston lo legga!Fabrizio Giulimondi