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il mal di pancia è il mio miglior amico

Creato il 17 luglio 2012 da Pesa
Diciassette giorno or sono, come tutti ricorderete, son terminati gli Europei di calcio con la rovinosa partita dell'italico riscatto contro la Spagna. Io ho visto tutte le partite della nazionale, tifando per gli Azzurri, insultando Balotelli, prendendo a urla chi lo insultava insieme a me, poi dopo la partita contro la Germania ha iniziato ad esaltarlo, e soprattutto non parlando di altro. 
"Qualcuno ho detto la crisi!?"
Quindi, in tutto questo turbinio di gol, di lacrime versate e di cori anticrucchi, io son venuto a scoprire una delle più grandi ovvietà dell'universo intero: l'essere umano è solo. 
Sì, per molti di voi non sarà una scoperta, ma per chi ancora pensasse che noi siamo animali sociali che hanno bisogno di comunicare e stare a contatto con gli altri, beh... ho brutte notizie per voi. 
Vi starete chiedendo come son arrivato a questa grande verità, giusto? 
Forse vedendo per l'ennesima volta i tedeschi piangere durante una partita di calcio contro l'Italia? Oppure vedendo Monti che non veniva cagata da anima viva? O ancora accorgendomi di aver visto le partite con le solite tre persone? No no, assolutamente. 
Me ne sono accorto grazie al Samsung S III (pubblicità gratuita)
Questo spot passava ad ogni interruzione pubblicitaria fornitaci da Mamma Rai, propinandoci quella musica smielata con fastidiose immagini di gioia in sottofondo. 
Ho guardato attentamente  la pubblicità, svariate e svariate volte, e ogni volta mi chiedevo perché devo aver bisogno di un cellulare che mi capisca? perché devo aver bisogno di un cellulare che sappia vedere il mio lato migliore? perché devo aver bisogno di un cellulare che trasmetta ciò che sento? perché devo aver bisogno di un cellulare che si addormenti con me?
Ecco, tutto ciò avviene perché siamo soli! 
Non lo fossimo non avremmo bisogno di tutte queste cose, non ci vorrebbe un cellulare per compensare qualcuno che si addormenti con noi o che ci capisca, e ancora peggio che ci faccia sentire apprezzati. Ma ormai questo è il nostro destino, siamo schiavi delle macchine, ci affezioniamo a loro sia per un motivo economico ma anche, e soprattutto, perché ormai ci rappresenta nella nostra interiorità. Rimpinziamo talmente tanto di noi stessi questi piccoli involucri elettronici che ormai son diventati parte integrante del nostro essere e difficilmente riusciamo a liberarcene.
E tutto ciò deve arrivare alla fine, prima che sia troppo tardi. Sapete, Matrix docet. 

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