Magazine Società

Il Mandela-Pensiero e la libertà dei popoli d'Africa

Creato il 06 marzo 2011 da Marianna06

La farfalla non dispone di mesi di vita bensì di attimi e tuttavia  il tempo le basta.

Questo pensiero del grande Tagore dovremmo farlo nostro ogni volta che, dinanzi ad imprese complesse, abbiamo la tentazione di tirarci indietro.

Tutti sappiamo bene chi è Nelson Mandela e diciamo che, sia pure per somme righe,  conosciamo anche un po'  della storia della sua vita e della sua esperienza politica.

Senza volerne fare un'icona della libertà senza macchia e senza paura, come il famoso cavaliere dei racconti della nostra infanzia, grazie ad un'iniziativa editoriale del gruppo L'Espresso, possiamo oggi leggere alcuni passaggi salienti del suo pensiero esplicitato nelle più differenti occasioni e rifletterci su.

A partire quale prefazione, nell'opuscolo in questione, dal messaggio che Obama, il presidente USA, ha rivolto  al "grande" vecchio in occasione del compimento dei suoi novant'anni.

Personalmente penso che il pensiero e le parole di Mandela possano insegnare molto agli africani ed in particolare a quelli che, in questo momento, in Africa settentrionale, stanno combattendo una strenua lotta contro un tirannno, pur avendo una forza decisamente impari e pagando un carissimo prezzo in termini di vite umane.

Mandela, ad un certo punto della sua difesa in tribunale, noto come il processo di Rivonia(1964),dopo il massacro di Sharpeville(1960), dice chiaramente d'essere pronto a morire per la libertà, quella stessa libertà che i popoli devono conquistarsi contro ogni tirannia anche quando il prezzo è terribilmente elevato.

Mandela dice in definitiva che in certi momenti della Storia siamo chiamati ad una scelta.

Ed è questa la scelta, a me pare, che il popolo libico, specie quello più giovane e acculturato sta mettendo in atto in questi giorni senza risparmio alcuno di energie.Perché, a ben pensarci, non potrebbe essere diversamente.

Nessuno ha mai regalato a nessun altro la libertà.

Non c'è scampo. Bisogna prendersela.

E Mandela viene da una formazione cultural-ideologica che guardava inizialmente a Ghandi e alla dottrina della non-violenza.

La ribellione e lo sdegno di Mandela , pagato con lunghissimi e pesanti anni di carcere, significa una sola cosa ed è che  nessun uomo deve essere oppressore dell'altro.

E questo non nel regno dell'utopia ma, hic et nunc, in quella terra martoriata d'Africa, dove lui è nato libero ma presto poi è divenuto, come tutti gli africani, schiavo in catene.

Per poi nuovamente spezzarle quelle "maledette"  catene grazie ad una volontà combattiva e ad un intelligenza capace di saper cogliere  l'opportunità del momento propizio per un cambiamento risolutore.

Come dice di Mandela  Obama: "Egli ci ha insegnato che, dinanzi alle brutture, non dobbiamo accettare il mondo così com'è ma sapere, con ferma convizione, che rimoderrarlo, come dovrebe essere ,è possibile.Perché questo è coraggio vero e questa è autentica libertà".

"La volontà popolare-scrive Mandela- è il fondamento dell'autorità di governo".

Conclusione?

 Con un orecchio attento al notiziario sugli ultimi avvenimenti del Maghreb, e tra le mani l'opuscoletto  sopra citato, buona lettura e buona domenica, amici.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Mandela
 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :