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Il Mare in Inverno - 18 ottobre

Creato il 29 settembre 2010 da Laperonza

18 ottobre

Ciao Matteo,

non ti scrivo da un po’ perché ho distrutto l’alimentatore del computer e sono rimasto privo della mia “finestra sul mondo” per qualche giorno. Ma rieccomi. Devo dire che mi è mancata la mia valvola di sfogo e il non poter comunicare con qualcuno le sensazioni e le emozioni che in questo giorni di esilio volontario sto provando. Ma il negozio di computer più vicino – l’ho dovuto comunque raggiungere in macchina, la qual cosa non ho affatto gradito – ha provveduto a restituirti a me.

   Per fortuna il tempo è stato clemente in questi giorni e così ho potuto camminare e spendere il mio tempo con le mie passeggiate che diventano ogni giorno più lunghe. Credo che molto presto arriverò al molo di Civitanova come mi sono proposto. Per intanto cammino e mi godo l’aria frizzante di questo autunno tiepido e assolato. Sto piano piano diventando parte integrale della spiaggia vicina alla mia villetta tanto che i gabbiani non scappano nemmeno più quando mi avvicino.

   Ho fatto “amicizia” con un pescatore, Pietro, nel senso che ogni giorno lo trovo a sbrogliare reti e mi fermo a scambiare due parole con lui. Afferma, dall’alto della sua esperienza di lupo di mare, che il bel tempo finirà tra oggi e domani. Qualcosa mi dice che gli va creduto, per cui mi godrò ogni singolo raggio di sole che riuscirò a catturare prima che il tempo cambi.

   Ieri mi è capitata una cosa strana. Ero rincasato da un po’ e il sole stava tramontando. Tu sai che qui da noi il sole tramonta spalle al mare, per cui a quell’ora si proietta sulla spiaggia l’ombra grigia dei colli e della cittadina. Ero in cucina a tentare di produrre una specie di ciambelline (ebbene sì, sto cercando di imparare a cucinare, di necessità virtù) quando ho sentito abbaiare molto vicino, forse nel mio giardino.

   Mi sono affacciato alla finestra ma non ho visto nulla né ho più sentito alcunché. Rientrato, dopo qualche istante riecco un sommesso giaire. Sono uscito e ho visto un cane bianco, bello grosso, forse un pastore maremmano o abruzzese, che usciva dal cancelletto andando di corsa incontro ad una donna che se ne stava sul bagnasciuga. Da lontano sembrava a piedi nudi. Ora, capisci bene che in questa stagione non è proprio il caso di bagnarsi, ma lei stava proprio con i piedi in acqua. Dapprima mi dava le spalle ma quando evidentemente ha sentito arrivare il cane si è voltata per accoglierlo. Chiaro che il cane fosse suo.

   Aveva i capelli neri corvini, ricci ricci, appena mossi dalla brezza che di solito qui si leva al tramonto. Indossava un vestito leggero, a fiori credo, di una tonalità azzurra, forse azzurro su bianco. Non sono riuscito a scorgerne i lineamenti ma sembrava assolutamente familiare. Lei mi ha visto e mi ha fatto un rapido cenno di saluto con la mano, per poi incamminarsi sulla spiaggia verso nord col cane che le zampettava intorno. Non so perché la cosa mi abbia turbato, ma lo ha fatto. Non ricordo di conoscere nessuno che possa corrispondere a quanto sono riuscito a scorgere di quella donna, eppure mi è rimasta quella sensazione di familiarità. Paranoie da vecchio solo, lascia stare.

   Domani, se il tempo regge, vado in centro a comprare un po’ di vongole e mi faccio una bella spaghettata. So che ti piace. Vieni?

A presto amico mio, e grazie per essere lì a leggermi

Tuo

Giovanni


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