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Il mattone vecchio rispolverato dalla crisi ;FERME COMPRAVENDITE E COSTRUZIONI DI NUOVE CASE LE RISTRUTTURAZIONI TRAINATE DAL BONUS EDILIZIO (AL 50%)

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Milano Il mercato immobiliare è agonizzante, ma il vecchio mattone sta benissimo. Così è se si prova a guardare dentro le finestre di Casa Italia, dove il crollo delle compravendite ha spinto al ribasso i prezzi e paralizzato i nuovi investimenti, ma ha ravvivato le operazioni sul patrimonio esistente. Le aziende quindi tornano all’antico, utilizzando il vocabolario dei sinonimi del costruire: recupero, riqualificazione, riutilizzo. È la nuova stagione immobiliare al tempo della crisi, messa nero su bianco anche dalle normative. Già incentivate dal bonus edilizio (al 50%), le ristrutturazioni godranno di altra linfa grazie al disegno di legge firmato dal ministro per le politiche agricole Mario Catania che prevede lo stop alla cementificazione dei terreni. «È una nostra vecchia battaglia — dice Franco Rossi — membro della giunta direttiva l’Istituto nazionale di urbanistica — che finalmente potrà vedere la luce». Un freno alle nuove costruzioni e al consumo selvaggio di suolo agricolo e insieme un invito a riutilizzare il patrimonio edilizio che già c’è. E che non è poco.Il mattone vecchio rispolverato dalla crisi ;FERME COMPRAVENDITE E COSTRUZIONI DI NUOVE CASE LE RISTRUTTURAZIONI TRAINATE DAL BONUS EDILIZIO (AL 50%) Il 70% degli edifici italiani sono stati realizzati prima del 1976, anno della prima normativa sull’efficienza energetica (legge n. 373), e molti di questi avrebbero bisogno di una rispolverata. «Le opere di riqualificazione costano di più, anche un 25% rispetto a un edificio nuovo di zecca — tiene a precisare Rossi — Tuttavia i costi sociali
di un immobile nuovo pesano su tutta la collettività. E non solo in termini ambientali. Mi riferisco infatti ai lavori di infrastrutture come le fognature, gli allacciamenti alle reti idriche ed elettriche». Insomma, a conti fatti, conviene rimettere a nuovo le aree dismesse. Solo che fino a oggi in pochi lo hanno fatto. Genova, Milano e Torino sono le grandi città che stanno provando questo cammino. E allora spuntano progetti per trasformare le aree urbane in eco-quartieri, vecchie fabbriche in eleganti loft, cascine in gated communities. «Per le aziende si tratta di una grande opportunità — continua Rossi — Molte lo stanno facendo. E si sono specializzate nel recupero. Pensiamo al percorso virtuoso compiuto da Berlino Est, alla riqualificazione fatta dell’esistente, agli edifici passivi, al risparmio energetico introdotto. Forse la crisi aiuterà anche noi a far tornare la città come patrimonio di tutti». I bandi europei e nazionali sulle Smart Cities, in mancanza di trasferimenti pubblici, fanno gola a tanti enti, che ora possono attrarre risorse proprio su progetti di riqualificazione. Se a Trento sono stati investiti 450 milioni per creare un quartiere green dall’ex polo industriale Michelin firmato da Renzo Piano, Milano punta su Quarto Oggiaro, il primo dei quattro quartieri (Tortona- ex Ansaldo, Bovisa e Palmanova) che la città intende riqualificare per coniugare la qualità del produrre con la qualità dell’abitare, mentre il comune di Firenze ha un piano per il recupero dell’ex gasometro di via Anconella per il quale propone un project financing che ne consenta anche la gestione. Secondo i conti fatti dagli esperti di REbuild, la prima edizione della manifestazione sulla riqualificazione edilizia, che si è tenuta dal 17 al 19 settembre a Riva del Garda, ci sono oltre 2 miliardi di metri quadrati di edifici in Italia che aspettano una rimessa a nuovo. «In Italia si contano 450 miliardi di euro di edifici che necessitano di interventi di riqualificazione, una grande occasione per rilanciare il Paese», afferma Gianluca Salvatori, presidente di Progetto Manifattura, l’iniziativa della provincia di Trento per trasformare la storica manifattura Tabacchi in un centro per l’edilizia sostenibile. «REbuild vuole essere uno stimolo per ricostruire un intero settore che oggi giace in una profonda crisi economica — spiega Salvatori — Lo dimostrano i dati: gli interventi su immobili esistenti sono 6 volte maggiori rispetto alle nuove costruzioni, per un giro d’affari da 6 miliardi di euro e di oltre 2 miliardi di metri quadri da riqualificare solo in Italia». Che il mercato sia pronto lo dice anche Thomas Miorin, direttore di Habitech, il distretto per la sostenibilità: «Le norme europee oggi spingono il mercato della sostenibilità, verso una nuova politica di miglioramento delle condizioni di un patrimonio immobiliare datato». E aggiunge: «Stiamo andando incontro ad un cambio di paradigma nel mercato immobiliare che dovrà in tempi rapidi diventare sostenibile, nella costruzione, nella gestione e nella conduzione. Questo fenomeno non solo migliorerà lo stato del patrimonio immobiliare, ma contribuirà a creare milioni di posti di lavoro e ridurre anche la spesa pubblica per il mantenimento di strutture datate». Industrie, ma non solo. A Torino l’ex Caserma Cavalli diventerà la sede della scuola Holden di Alessandro Baricco, che si è aggiudicato l’antica armeria reale grazie a un’offerta che prevede investimenti per oltre 3 milioni e mezzo di euro in lavori di ristrutturazione del complesso, ed impegna la scuola ad organizzare anche attività aperte a tutti. E il comune di Genova ha lanciato un concorso di idee, vinto dal gruppo Obr-Open Building Research, per la riqualifica di via XX Settembre. Spuntano progetti per trasformare le aree urbane in ecoquartieri, fabbriche in eleganti loft, cascine in gated communities tratto da repubblica Milano.it (24 settembre 2012)


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