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Il meglio del 2011 secondo bassistafallito

Creato il 05 febbraio 2012 da Beppax

Il meglio del 2011 secondo bassistafallito
Raphael Saadiq – Stone Rollin’
John Foxx & The Maths – Interplay
Immanu El – In Passage
Tim Hecker – Ravendeath, 1972
Fucked up – David comes to life
Stranded Horse – Humbling tide
Gil Scott Heron & Jamie XX – We are new here
T.P. Orchestre Poly-Rhythmo de Cotonou - Cotonou Club
Bonnie Prince Billy – Wolfroy goes to town
Matana Roberts – Coin coin chapter One
East River Pipes – We live in rented rooms
Dirty Beaches – Badlands
Richmond Fontaine – The High Country
Low Anthem – Smart Flesh
Black Joe Lewis – Scandalous
Wilco – the whole love
Superchunk – Foolish
Passato un anno a dir poco scandaloso, in cui sono riuscito solo a recensire una cosa vecchia e a scrivere uno sproloquio sul rock impegnato, arrivo con un certo affanno alla classifica, come sempre fuori tempo massimo.
E così, anche la prima posizione se la becca uno che sembra veramente essere fuori dal tempo. Nessuno, tra i critici che contano, si è filato Saadiq quest'anno
(mentre da un punto di vista meramente commerciale ha probabilmente venduto più lui di tutti i nomi della classifica messi assieme, ma tant'è...), ne hanno parlato (bene) solo su Onda Rock, salvo non citarlo nemmeno nei più oscuri anfratti delle classifiche di fine anno. Forse hanno ragione, in fondo si tratta di vecchiume assortito e rimesso a nuovo per l’occasione. Il soul e l'R&B; nel XXI secolo? Marvin Gaye? Chuck Berry? Stevie Wonder? Mah, per quanto mi riguarda è soprattutto una collezione di pezzi da brivido, scritti con perizia e interpretati anche meglio. Sarà un caso che il demiurgo del nu soul faccia musica “old inside”? Non lo so, ma se nel 2011 incensiamo i Black Keys allora no, non mi pento di aver dato la prima posizione a Sadiq.
Per il resto, menzione d'onore per il geniaccio di Foxx e... beh, non avrei MAI detto che sarebbero finiti in classifica pure i Fucked Up, ma a ben vedere è l'unico disco di chitarre distorte, e che disco!
Qualche dubbio m'è venuto dall'avere messo 3 nomi che c'erano anche lo scorso anno. Ma Oldham è imprescindibile, i Superchunk hanno sempre quell'aura da ultima speranza per l'indie rock e i Wilco... beh, loro ci sono entrati con "Art of Almost". Una canzone che vale un album? Beh, che ci provino a scriverlo quegli altri là, un pezzo così, e poi forse ne riparliamo.
Per il resto, spruzzate di etnica e un po' di elettronica, lo-fi, country... solite cose.
In definitiva, il 2011 non è stato un anno entusiasmante, oltretutto se pensiamo che il 2010 ci aveva portato cose come Grant, Wovenhand o i Beach House. Ma tant'è, ci s'accontenta e si spera sempre che dietro l'angolo ci sia il disco che ci sbalzerà dalla sedia. Nel frattempo, attendiamo di sapere se David Sylvian riuscirà a venire a suonare in Italia. Non dico che ci cambierebbe la vita, ma ci renderebbe di certo più felici.


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