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Il messaggero dell'alba di Francesca Battistella

Creato il 15 settembre 2014 da Ramonagranato
Il messaggero dell'alba di Francesca Battistella
Ci sono più persone che scrivono che persone che leggono.Questo non è un luogo comune ma un dato di fatto, soprattutto in Italia.
***magari fosse solo un luogo comune!***
In tutta questa selva di "scrittori", solo alcuni meritano davvero il titolo, e in alcuni casi, paradossalmente, non sempre sono quelli più acclamati da pubblico e critica.Una selva piuttosto oscura e perigliosa, percorsa incessantemente da un sentimento così forte da spingere addirittura alla morte: l'invidia.Ci sono scrittori in ogni dove, perfino travestiti da "semplici" lettori, nel giallo di Francesca Battistella "Il messaggero dell'alba"[Scrittura & Scritture].
Cosa hanno di speciale i loro libri? Cosa hanno di così unico e particolare rispetto al suo? Niente. Storie banali, trite e ritrite, frasi lette mille volte, dialoghi pedanti e approssimativi, conclusioni buttate lì, a casaccio, giusto per fare cassetta, per attirare un pubblico di allocchi ignoranti. E le presentazioni... Santo cielo! La sagra dell'egocentrismo, il festival dell'io, io, io...
Per Dante, l'invidia è la madre di tutti i peccati e gli invidiosi, in Purgatorio, sono puniti con gli occhi cuciti dal fil di ferro per mortificare lo sguardo cattivo con cui hanno guardato, in vita, chi credevano che, con la propria felicità, minacciasse la loro.
Fin dalle prime pagine del libro, non mi vergogno a confessarlo, mi sono trovata immersa in uno spin off di quello che ho capito facendo la giornalista, ma anche girando per la rete e nei vari gruppi su Facebook: tutti scrivono, anche i più insospettabili.Attenzione, però: non ho detto che tutti sanno scrivere o che tutti sono scrittori.Ho solo detto che tutti scrivono e quelli che non lo fanno, prima o poi lo faranno, anche se non lo sanno ancora.
***fidatevi...***
Francesca Battistella costruisce un giallo che mette sotto i riflettori questa tendenza e, soprattutto, i sottili equilibri del mondo editoriale, equilibri che si reggono tra di loro con fili intessuti di invidie e interessi economici.
Alfredo Filangieri - già protagonista del precedente "La stretta del lupo" - è uno dei cosiddetti "lettori forti", vive a Massa Lubrense e partecipa attivamente alla vita culturale del paese. A chi, se non a lui, può rivolgersi chi ha intenzione di organizzare un festival letterario? E infatti Alfredo si ritrova a fare da chaperon a sei scrittori, tre famosi che patrocinano tre scrittori esordienti in giro per la costiera sorrentina e dintorni.
Quando Battistella descrive i tre scrittori già famosi, io ho avuto la netta impressione di averli conosciuti, una volta o l'altra, da qualche parte in giro per presentazioni e conferenze, perché ce li fa vedere tutti e tre, davanti agli occhi. Sono sicura che anche a voi appariranno ben chiare le tre persone perché la descrizione, sia fisica che caratteriale, è così precisa che difficilmente vi sembrerà di non vederli.
***lasciamo stare che a me sembrava di conoscerli soprattutto per quel fatto di dieci anni in mezzo a gente altamente culturale (ironia, portami via...)***
L'eco del giallo si allarga pian piano da Roma fino a Massa Lubrense, seguendo l'inchiostro delle parole degli scrittori inseriti nel disegno criminale del killer. E sembra che non si possa fare niente per fermare un piano che, fin dall'inizio, appare ben congegnato.
Nel mondo delle arti - ma anche nel mondo in generale, diciamo la verità - l'invidia è quel colore verdastro che fa da sfondo ad ogni persona che, per caso o per reale talento, fa qualcosa di riguardevole.
Io, quando mi accorgo dell'invidia che gira attorno a qualcosa, ne resto sempre sorpresa, mi sembra sempre un sentimento così immotivato da lasciarmi senza parole.
***ma forse perché io credo sempre che chi merita qualcosa, che sia successo, soldi, onori di cronaca, lo meriti davvero e mai mi sognerei di pensare a questi meriti come una minaccia a me stessa***
Francesca Battistella ne "Il messaggero dell'alba" decide di giocare a carte scoperte e di non mandarle a dire a quelli che, più o meno apertamente, invidiano, criticano, meditano vendetta e poi, alla fine, hanno travasi di bile di fronte al talento e al successo altrui.
Grazie all'ottimo intreccio e ai personaggi con cui vorremmo passare del tempo a parlare di libri tanto sono ben costruiti e affascinanti, "Il messaggero dell'alba" conferma l'alta qualità dei lavori di Battistella nonché delle pubblicazioni della casa editrice che - scusate se sembro di parte - piazza un asso dopo l'altro.
Difficilmente è possibile staccarsi da questo giallo in cui tutti sembrano un po' colpevoli. E non mi riferisco solo ai personaggi, ma anche ai lettori.
Perché, dal momento che tutti scrivono, tutti sono invidiosi di tutti.
E se non volete confessare la vostra invidia, non fa niente.
Lo scriverete - o ci proverete, a scriverlo - nel vostro prossimo capolavoro. ;-)

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