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Il Messico e il suo bicentenario: festeggiamenti ma anche paura

Creato il 14 settembre 2010 da Alxcoghephotographer
Il Messico e il suo bicentenario: festeggiamenti ma anche paura
Duemilatrecento eventi per celebrare i duecento anni di essere orgogliosamente messicani. Eventi che saranno organizzati dai tre poteri dell’Unione: legislativo, esecutivo e giudiziaro, ma anche da parte della società civile, dai mezzi di comunicazione e dall’iniziativa privata.
Il 2010 è un anno davvero importante per gli Stati Uniti del Messico (nome ufficiale, Estados Unidos Mexicanos). Quest'anno, infatti, ricorrono gli anniversari di due importanti eventi che hanno segnato e trasformato la storia di questo Paese: il bicentenario dell'indipendenza e il centenario della rivoluzione messicana.
Dal settembre dello scorso anno un orologio digitale ha iniziato il conto alla rovescia nella piazza principale della capitale: el Zòcalo. Il culmine degli eventi sarà il 16 settembre, che coincide storicamente con il giorno in cui Miguel Hidalgo con "el grito" incitò i messicani a ribellarsi alla dominazione spagnola. “México en tus sentidos”, “Messico nei tuoi sensi” è uno slogan che è stata anche un’imponente mostra fotográfica proprio in quel dello Zòcalo, inaugurata dal presidente Felipe Calderón dando di fatto il via ai festeggiamenti per questo evento-orgoglio di tutti i messicani.
La città è ancora più di verde, bianco e rosso vestita e il tricolore si trova ovunque: dai taxi che sventolano con orgoglio la bandierina (molte inviate nelle case dal Governo), ai locali, agli allestimenti pieni di luci multicolori in ogni strada. Bambini, giovani, adulti, anziani, indigeni, meticci e gueri (bianchi), donne e uomini tutti sotto la stessa bandiera.
Eventi culturali, artistici, musicali di vario tipo, tra cui anche l’Expo Parque Bicentenario a Guanajuato, si protrarranno poi per i due mesi successivi in tutto il paese fino al 20 novembre, data che coincide con l’anniversario dell’inizio della Rivoluzione Messicana guidata da Francisco Madero contro il regime di Porfirio Diaz, un dittatore certamente ma che tuttavia ha modernizzato il Paese.
Si guarda al passato e pure con molta retorica: passo inevitabile per ogni festeggiamento nazionale e nazionalista di questo tipo, ma anche perché il presente è zoppicante purtroppo con le tante brutte notizie che arrivano da quasi tutti gli Stati del Paese, dove la violenza dei narcos è evoluta - in peggio naturalmente - con l’introduzione delle auto-bomba che uccidono anche tanti innocenti e un futuro quantomeno incerto dal punto di vista economico.
Eppure il Messicano ha voglia di festeggiare, nonostante le difficoltà sociali e politiche e lo farà anche il 15 settembre quando il presidente Calderón a Città del Messico si affaccerà dal balcone principale del Palacio Nacional per scandire "El Grito del Bicentenario", commemorazione del "Grito de Dolores" di Hidalgo.
Articolo pubblicato su Prisma News

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