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“Il metacinema nelle opere di Lynch, Cronenberg, De Palma”: intervista all’autrice Chiara Nucera

Creato il 31 gennaio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

1 – Chiara, in genere per Metacinema si intende un’opera che instaura un rapporto narrativo di complicità con lo spettatore. Nel tuo saggio tu lo intendi in maniera diversa, relativo alla figura del doppio. Vuoi spiegarci questa tua interpretazione?

Sì diciamo che per me il “metacinema” va inteso nell’accezione più classica del termine, ovvero come rappresentazione del cinema attraverso se stesso. Mi riferisco a un particolare modo di narrare che mette l’accento sulla presenza del “mezzo cinema” inteso come una serie di dispositivi anche meccanici che servono a riprodurre e raccontare la realtà. Proprio attraverso l’apertura ai concetti di riproduzione e di realtà, ammettendo come dato di fatto la presenza di vari livelli di comprensione di ciò che ci capita sotto gli occhi, emerge la figura del doppio, presente naturalmente in ogni cosa, basta solamente pensare alla molteplicità di punti di vista con cui si può analizzare un fatto, un accadimento della vita di tutti i giorni. Per me quindi i due concetti sono strettamente correlati e complementari, essendo il cinema derivazione del reale.

2 – Il saggio è un ibrido tra critica e analisi cinematografia e dissertazioni di psicanalisi. Come hai sviluppato questa ricerca?

La ricerca nasce dalla mia tesi di laurea. Questi autori, in particolare, mi hanno sempre colpito e appassionato fin da quando ero piccola. Sono quelli che meglio hanno influenzato il mio approccio al cinema e anche quelli che ho trovato più affini ai miei gusti, da qui la volontà di un’indagine più profonda che comprendesse tutti gli studi fatti fin qui e che, con un filo invisibile, legasse tutto ciò che mi appassionava di più. Ecco spiegata anche l’apertura all’analisi psicologica, al teatro greco e alla filosofia classica.

3 – Per ognuno dei tre autori che hai preso in esame, vorrei che descrivessi le caratteristiche che ti hanno portato alla scelta dei loro film.

Bella domanda! Diciamo che David Lynch è quello che mi ha scioccato da bambina e se ne vedono i risultati! Mi sono appassionata a Lynch con la serie I Segreti di Twin Peaks, trasmessa in tv nei primi anni novanta, da allora ho approfondito più che potevo. L’aspetto magico e simbolico della serie era qualcosa che per molti anni difficilmente si è ritrovato in altri prodotti, quello capace di farmi sognare e voler continuare a seguire questo autore.

Per Cronenberg l’interesse è stato graduale, nato a poco a poco negli anni, e anche lì è stato determinante l’impatto emotivo che mi provocava la vista dei suoi lavori, film come Videodrome rimangono tuttora abbastanza scioccanti.

Per De Palma invece è stato tutto più semplice e chiaro, oltre a considerarlo un’eccellenza dal punto di vista della tecnica, ciò che mi colpiva di più era la sua capacità di riproduzione di un certo tipo di cinema o di genere considerato classico, un mix che parte da basi molto antiche ma che ripropone in chiave originale modelli e stilemi di grandi autori che ho amato, come ad esempio Hitchcock, che qui cito spesso in analogia con De Palma.

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4 - Il tema è molto sfruttato nel cinema dagli albori. Ci sono degli autori che avresti aggiunto a quelli che hai analizzato già? Se si, ci daresti un commento su ciascuno di loro?

Sinceramente al momento pensavo che questi bastassero, anche perchè non volevo fare un discorso troppo dispersivo e sul cinema, e soprattutto sul metacinema, c’è da dire moltissimo..diciamo che volendo, ogni autore, a suo modo, ha preso anche per brevissimi tratti questa deriva narrativa. Proprio per il tentativo di una maggiore concentrazione e concisione nell’analisi ho trattato in prevalenza il periodo che va dagli anni Ottanta ai primi del Duemila, senza analizzare minuziosamente le intere filmografie dei tre registi.

5 – Inevitabilmente hai analizzato a fondo lo stile di questi autori. Ora vorrei che facessi una specie di gioco “Metacinematografico”. Immagina che un film preso in esame sia stato realizzato da un altro dei tuoi autori (es: Inseparabili da De Palma, Strade Perdute da Cronenberg etc…) come ti immagineresti questi film?

Aiuto! Qui ci vuole un bel volo d’immaginazione.. ma diciamo che se, ad esempio, Mullholland Drive fosse stato girato da De Palma, la relazione tra Rita e Diane credo avrebbe un accento più marcatamente melò, mentre Lynch tira fuori tutta l’ambiguità e la malattia del loro rapporto, in maniera ossessiva, invasiva e viscerale, De Palma si sarebbe fermato più alla superficie evitando troppi sfasamenti tra piani di comprensione..poi chissà che sarebbe venuto fuori! Se Vidreodrome invece fosse stato girato da Lynch sicuramente ci sarebbe stato un nano che parla al contrario, accennando dei passi di swing!

6 – Cosa vorresti aggiungere per i lettori?

Spero solo di essere riuscita a trasmettere la passione che riservo per questo strano mondo e di aver incuriosito qualcuno al punto di voler approfondire.

Gianluigi Perrone


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