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Il mio contributo onorevole al cammino della civiltà

Creato il 10 maggio 2012 da Andreapomella

Il mio contributo onorevole al cammino della civiltàVerso la fine di Fahrenheit 451, il famoso romanzo distopico di Ray Bradbury, compaiono gli uomini-libro. Sono studiosi e vecchi professori emarginati che vivono lungo una linea ferroviaria dismessa e per tramandare il sapere e tenerlo a riparo da governi repressivi hanno imparato a memoria un libro ciascuno: “Meglio tenersi tutto quanto nella testa, dove nessuno può venire a vedere o a sospettare nulla! Noi siamo tutti pezzi e bocconi di storia, letteratura, codice internazionale, Byron, Tom Paine, Machiavelli o Gesù Cristo”. Io non ho una buona memoria. Così ho pensato che se dovessi trasformarmi in un uomo-libro sarebbe un bel guaio. Per prima cosa non potrei scegliere un libro composto di troppe pagine, andrebbe bene uno esiguo, meglio un romanzo breve tipo Il vecchio e il mare. Magari qualcosa che abbia tanti dialoghi, sarà anche bene che mi studi un manuale di tecniche di memoria, di quelli che usano gli attori di teatro per intenderci. O forse, chissà, potrebbe bastare che io impari una poesia, sarebbe già un contributo onorevole al cammino della civiltà. Una poesia di Ungaretti, per esempio, che le faceva brevi. Una poesia piccola, condensata, pochi versi ma corposi. O forse un verso solo, sì, un verso può bastare, in un verso a volte c’è più che in cento romanzi. “Un’intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato”. Bene. E se dovessi incontrare qualche difficoltà perfino con un verso, potrei far richiesta di mandare a memoria una sola parola di quel verso, magari la prima, l’articolo indeterminativo. Ecco, ci siamo. La mia partecipazione al flusso della storia sarà pari a una parola di due lettere: “Un” (l’apostrofo potrei anche dimenticarlo, non avrebbe più ragione di essere senza “intera nottata”, ossia le due parole che seguono). Adesso, se vi pare poca cosa che io mi prodighi per imparare a memoria l’articolo indeterminativo che apre la poesia Veglia di Ungaretti salvandolo dall’estinzione, vi invito a riflettere su questo: pensate davvero che di tutte le cose per cui vi sbattete ogni giorno e che a voi paiono fondamentali e importantissime fra meno di cento anni resterà traccia? Siete veramente convinti che la vostra vita, tutta compresa, valga più di un articolo indeterminativo?


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