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Il mio nome è Khalid di Monica Mondo-Marietti,2013 /Leggere per capire

Creato il 02 marzo 2014 da Marianna06

 

  

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Libia, autunno 2011. Muhammar Gheddafi viene catturato, torturato e freddato con un colpo di pistola. Una pistola d'oro.

 Da Tripoli, su una delle tante navi che attraversano il Mediterraneo, Khalid scappa verso l'Italia.

Ha appena tredici anni. Scappa per la guerra, per una famiglia lacerata, perché non sa da che parte stare: il fratello combatte coi ribelli, il padre è schierato con la milizia.

Custodisce un segreto esaltante e pericoloso.

 A Roma è clandestino: gli incontri di un solo giorno gli svelano l'avventura e il dramma, l'amicizia vera.

E, tutto sommato, un nuovo modo di guardare la vita.

Khalid, la voce narrante, dell’avvincente storia narrata da Monica Mondo, consente a noi lettori di seguire i suoi complessi spostamenti da Tripoli a Roma, e ritorno.

E, sempre, con appassionata partecipazione.

Palesandoci a chiare lettere, se non fosse abbastanza evidente, che l’intervento militare delle potenze occidentali non ha risolto granché per la gente di Libia.

Leggere questo libro è anche un modo, quello giusto, per noi di solito protetti dal calore affettivo dei nostri cari e da più o meno adeguate sicurezze di vita, di riuscire a comprendere un po’di più il mondo dei migranti.

Mondo cui solitamente riserviamo indifferenza piuttosto che appropriata accoglienza.

 

     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

  


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