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Il mio personale MEA CULPA

Creato il 13 dicembre 2010 da Valed @valentinadoati
Uno dei sette peccati capitali è la superbia. La prima cosa che non farebbe mai il superbo è ammettere i propri sbagli, quindi ammetto il mio errore di valutazione per allontanare il sospetto che io sia presuntuosa.Mi sono sbagliata nel giudicare la The Kitchen Company.1) Innanzitutto le ragazze: non è vero che non hanno una valida preparazione alle spalle. Delle attrici di Mea culpa, tranne un'eccezione (peraltro voluta), alcune sono uscite dalla scuola del Piccolo di Milano, altre dalla scuola diretta da Gastone Moschin (realtà che non conoscevo e che ho sottovalutato). 2) Non è vero che non c'è un lavoro di regia: il fatto che non l'abbia riconosciuto è un'opinione personale, mentre invece non ero a conoscenza del lavoro che è stato fatto con gli attori di Nemico di classe. 3) Ecco qual è il punto: "non lo sapevo". Il vizio più grave che ho dimostato sta, più che nelle parole, nell'atteggiamento: non si possono fare affermazioni senza averne prima verificato la rispondenza alla realtà (al di là dei giudizi di gusto, che sono personali). Quello di attenersi alla verità accertata (e su questa basarsi per esprimere la propria opinione) è un atteggiamento etico che deve essere messo in campo fin da subito e indipendentemente dal numero di persone che entrano in contatto con il nostro giudizio. Ho avuto la fortuna e il piacere di mettere a verifica le mie affermazioni con la persona che meglio poteva chiarire e smentire: proprio Massimo Chiesa, bersaglio delle mie critiche.Dialogo e confronto: due concetti che troppo spesso ultimamente sembrano essere stati oscurati dal mondo teatrale. La società teatrale di domani (in cui noi giovani saremo chiamati a essere protagonisti) si costruisce nell'oggi attraverso uno scambio costante tra professionalità, generi, realtà, generazioni. Massimo Chiesa ha dimostrato di mettere in pratica questo principio dimostrandosi una persona estremamente aperta e generosa. ...Una bella lezione!

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