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Il mio primo stage fuori dal dojo

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 13 aprile 2013  Autore: BudoFriends

Dalla testimonianza pubblicata su Facebook lo scorso Gennaio dall’utente Richy Spritz, neofita di Aikido Tendo-ryu e praticante presso il “Bushidokai dojo” di Sesto S. Giovanni (MI):

“Oggi il mio primo stage\keiko fuori porta. Intanto grazie davvero, partiamo dalle cose un po’ più facili. Questa giornata mi ha molto ricordato quando giocavo a pallavolo e si viaggiava per le partite più lontane da casa, una allegra combriccola di pazzi buoni e con voglia di stare assieme con qualcosa in comune da condividere. Il dojo ormai per me è diventato una sorta di oasi felice, un’isola dove sbarcare quando lavoro e stress mi assalgono. Sui tatami sono leggero (per modo di dire!) con me stesso e sento di poter essere leggero con gli altri, che mi accolgono come un fratello. Grazie.

Per me che sono arrivato da poco è stata una grande, bellissima opportunità di creare nuove amicizie da zero, con persone che mi hanno accettato per come sono, pesante e asfissiante e spero un po’ buontempone. Ora passiamo all’aikido, vero e proprio, nocciolo della questione e punto di partenza. Non avrei mai pensato che potesse piacermi così, lo dico davvero. Mi piace l’idea di “farmi in quattro” per trovare il modo di esserci il più spesso possibile a praticare, spesso rischiando di far brontolare la fidanzata che, fortunatamente, sembra cominciare a capire quanto mi faccia bene “spiritualmente”. E poi…. infilato il budogi sono lì, in piedi come un baccalà a sbavare guardando gli altri. Sto trovando in diverse persone diverse peculiarità, che le rende tutte particolari…e voglio “prendere, rubare, imparare” un po’ da tutti, assorbendo ciò che più mi affascina da ognuno.

Il mio primo titolare scarparo diceva sempre: “EL SCARPARO SVEJO RUBA COI OCCI!” (lo scarparo sveglio ruba con gli occhi!) L’eleganza magica di Marco, la movenze efficaci e rilassate di Max, la postura orgogliosa di Jasmine, l’energia inesauribile di Federico, Aureliano e la sua calma analisi, l’umiltà assoluta di Marcello, la precisione meccanica e ritmica di Iolanda, la generosità spensierata di Gabriele, la semplicità genuina e onesta di Kayoko… sono solo alcune delle cose che ho osservato, c’è molto altro da apprendere, quasi troppo…e da TUTTI. Persino dai piccoli Stefano e Giorgio si può imparare, loro mi danno qualcosa di ancora più bello: aikido visto e interpretato con la spensieratezza della loro età, guidato dalla disciplina. Più genuino e divertente non potrebbe essere, e vale la pena provare a svegliare un po’ di quella gioia semplice e instintiva di ragazzino dentro di me, di noi.

Inoltre ho trovato un gran legame con una cosa che amo da sempre: la musica e in particolare (da batterista), il ritmo. Sono arrivato all’idea di contare il tempo mentalmente mentre pratico, per stare costantemente sul pezzo. Tutto è aikido! Con i miei occhi ancora “grezzi” mi sto accorgendo di come ognuno pratichi lo stile Tendoryu come lo vede e sente dentro, come se ognuno di noi avesse degli occhiali con le lenti colorate diverse da un altro. E se io vedo tutto giallo, ci sarà qualcuno che vede blu, qualcun’altro verde e magari qualcuno lo vede anche rosso… E alla fine? Ci resterà un gran arcobaleno di colori allora, in un cielo azzurro, pieno di petali di ciliegio! Vale la pena andare avanti no? Grazie a tutti!!”

Grazie a te Richy, testimonianza migliore non poteva essere scritta… da chi ha appena iniziato e sa che il cammino è lungo, ma divertente e gratificante!

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