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Il mio tempo

Da Iside

Seduta all’ombra di un nero ontano,
sorda ad un suono lontano,
eco di triste campana
carezzata da pietà umana,
osservo l’umida terra smossa,
a coprire vecchie ossa,
che greve si posa
e diviene dell’anima sposa.
E sebbene dolce sia il pensiero della morte
che ponga fine a questa sorte
ancora non è giunto il tempo
ch’io possa cullare il tormento.
Che io possa vedere vicino
la fine di un cammino divino
nel suo incedere su sentieri in rovine
recanti corone di spine.

Sabry aka Iside

Il mio tempo

 


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