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Il miracolo di Assisi

Creato il 11 giugno 2015 da Artesplorando @artesplorando

Il miracolo di Assisi

Giotto?, volta dei Dottori della Chiesa

Nel complesso basilicale di San Francesco d'Assisi di miracoli ne sono successi tanti e ne succedono ancora, ma a noi interessa solo quello che fece cambiare il corso delle arti visive in Occidente durante il XIII secolo.
Itinerario nel mondo dell'arte particolarmente istruttivo, la parte inferiore della basilica fu costruita pochi anni dopo la morte del santo.Assisi dipende direttamente dalla Santa Sede e di questa seguirà le evoluzioni e le turbolenze: prima la linea teocratica e filo-borghese dei papi di Anagni e, dal 1260 in poi, la linea del papi francesi. Sono gli anni nei quali Bianca di Castiglia realizzò il sogno per i suoi due figli: Luigi diventerà IX  e poi santo, ma sopratutto re di una Francia allargata e potente, e il fratello Carlo sarà Carlo I di'Angiò, re di Sicilia, di Napoli, d'Albania e di Gerusalemme.Il progetto della Basilica Superiore è sin dall'inizio estremamente ambizioso e porterà a lavorare in Italia una serie d artisti importantissimi, che provengono dal mondo tedesco, francese e inglese. E' il momento in cui si afferma il gotico, e questa innovazione chiederà più al colore dei fabbricanti di vetrate, che al colore dei pittori. Ma per fortuna francese durò molto meno del previsto! nel 1270 re  Luigi IX muore di peste a Tunisi; nel 1277 diventa papa Giovanni Gaetano Orsini, con il nome di Niccolò III. E il testimone nel campo delle arti passerà ancora in mani italiane grazie a Cimabue e a due sue caratteristiche fondamentali: la ricerca dell'espressione e una grande inclinazione appassionata per il mondo dell'architettura.Si va avanti per alternanze e torna di nuovo un papa francese, Simon de Bire, Martino IV, e scoppiano i Vespri Siciliani. Nel 1288 arriva al soglio pontificio il primo papa francescano, Niccolò IV, nato ad Ascoli. I francescani, allora, hanno più di 1600 monasteri e sono forse più di 100.000 al mondo. I lavori ad Assisi riprendono a pieno ritmo. Entra in scena Giotto. Con tutto un gruppo di artisti umbri, toscani, romani, così tanti che si fa fatica a capire chi ha fatto cosa. Con loro avviene una vera e propria rivoluzione e la si trova nei primi dipinti superiori, quelli delle Storie di Isacco, e gli altri che rappresentano i quattro Dottori della Chiesa.

Il miracolo di Assisi

Giotto?, San Girolamo

La maturazione dell'immagine è impressionante, l'espressività delle facce ha fatto un salto ulteriore ed epocale, le mani sono diventate delicatissime ed eleganti, i panneggi si articolano e cadono in un modo sublime, l'intera opera sembra pompeiana. In realtà Pompei all'epoca ancora non si conosceva, ma in compenso Giotto aveva già fatto un viaggio a Roma e, con ogni probabilità, conosciuto gli affreschi e dipinti dal sapore antico, che all'epoca c'erano ma che nel frattempo sono spariti.Più che conoscer l'autore, sarebbe interessante sapere chi ebbe l'idea di mettere fra i Dottori della Chiesa, nelle vele della volta della stessa Basilica, una quantità infinita di dettagli tecnici e precisi della vita quotidiana, che fino ad allora era completamente esclusa dalla storia della pittura. L'estetica troppo aristocratica fa pensare che qui la mano non sia quella di Giotto. I mobili sono straordinari, le cattedre non di legno ma di marmi cosmateschi, il realismo dei dettagli è un fulmine nella storia dell'arte. La penna intinta è sporca di inchiostro e senza piume perchè perfettamente tagliata con il coltello sopra la pagina. La costruzione dello scrittoio di legno è precisissima nella sua carpenteria.
l'intellettuale diventa protagonista, proprio come capita fra pochi anni al professore di Oxford, francescano, Guglielmo da Ockham, che chiamato e poi arrestato ad Avignone, scapperà con alcuni suoi colleghi presso Ludovico il Bavaro e gli rivolgerà la frase: "tu me defendas gladio, ego te defendam calamo". Io ti difendo da intellettuale: a te la spada, a me la penna. E a Giotto, per cui questa lezione è fondamentale, il pennello.

Il miracolo di Assisi

Giotto, particolari dalle storie di San Francesco, Assisi

Nel ciclo conclusivo, quello inferiore, dedicato alla storia del Santo di Assisi, Giotto, che continuava a lavorare con i compagni, si forma definitivamente in alcuni riquadri che si possono attribuire sicuramente a lui, dove l'architettura evolve partendo dal paesaggio medioevale e si trasforma in un post-moderno per eccellenza. Attinge all'architettura cosmatesca di origine classica, cita antiche e improbabili edicole romane che si articolano anche loro in chiave post-moderna e predechirichiana, indaga le volte della prima Roma e riesce addirittura a trasformare il gotico in neoellenistico.
E poi va alla ricerca dei dettagli materiali, si appassiona alla carpenteria, alla falegnameria. Scopre la fisiognomica e, per la prima volta nella storia della pittura, si vedono i denti. Sicchè, negli ultimi riquadri, l'opera è completa e definitiva, ma l'architettura non è inventata, la fonte d'ispirazione la si può vedere nella città di Assisi e le bifore sono forse quelle della chiesa.

Il miracolo di Assisi

Giotto, particolare Madonna d'Ognissanti

Giotto esce da Assisi avendo imparato l'oggettualità e dipinge , nel 1310-1311, un dettaglio che a noi può sembrare ovvio: u angelo con un vaso di fiori in mano nella Madonna d'Ognissanti a Firenze. E' il primo vaso dell storia dell'arte, ma le ali degli angeli sono ancora colorate.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
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