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Il mito di Medusa e delle donne arrabbiate

Creato il 17 ottobre 2011 da Controcornice
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Il mito di Medusa e delle donne arrabbiate

Posted on 17 ottobre 2011 by Il mito di Medusa e delle donne arrabbiate

Il mito di Medusa e delle donne arrabbiateI miti Greci mi hanno sempre affascinato per la loro capacità di trasformare in storie divine, le umane vicissitudini. Le figure femminili  della mitologia greca sono davvero degne di attenzione: ogni personaggio rappresenta una caratteristica delle donne che, con un mito, viene “spiegata”, per renderla più accettabile e comprensibile.  Dall’invidia alla gelosia, dall’amore all’istinto materno, dalla vanità alla modestia, ogni aspetto della vita veniva descritto sotto forma di fiaba. Uno dei miti di maggiore interesse per me è quello delle Gorgoni: le donne spaventose che abitavano al di là dell’Oceano poco lontano dal Giardino delle Esperidi

Le Gorgoni, in effetti raffigurano, secondo me,  la rabbia delle donne, quell’aspetto oscuro che in tutte le culture si è sempre cercato di reprimere. In particolare, delle tre mostruose sorelle, Medusa è quella che meglio rappresenta questo lato femminile.

Medusa, il cui nome in greco significa "colei che domina", inizialmente sembra essere stata una donna bellissima con capelli meravigliosi. Poseidone si innamorò di lei, si trasformò in uccello e la rapì. La sedusse nel tempio di Atena e Medusa nascose il volto dietro l'egida della dea. Atena, offesa sia per averli scoperti nel suo tempio, sia perchè la Gorgone aveva osato vantare i suoi capelli come più belli di quelli della dea, la punì trasformandola in mostro con gli occhi di fuoco, la lingua penzolante, con zanne enormi e serpi al posto dei capelli.

Quindi possiamo considerare Medusa una vittima della bramosia e prepotenza maschile e della gelosia e invidia femminile, che l’hanno trasformata in un orrendo mostro che pietrificava chiunque la guardasse.
La rabbia è da sempre considerata, in effetti, un mostro che deturpa la bellezza delle donne. Nessuno vuole stare al cospetto di una donna arrabbiata: meglio  evitarla, perché non si sa come gestirla. La nostra cultura è, in primis, lo strumento di repressione di questo aspetto dell’animo femminile, a favore di comportamenti di disponibilità, pacatezza e sottomissione. Sono queste le qualità che contraddistinguono una donna da una Gorgone.

Credo sia arrivato il momento di concederci la possibilità di accettare che la rabbia fa parte di noi, che abbiamo il diritto di essere arrabbiate e che reprimerci non può che peggiorare le cose.

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