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Il mondo secondo Garp di John Irving

Creato il 20 novembre 2012 da Tiziana Zita @Cletterarie

Il mondo secondo Garp di John IrvingIl modo in cui nel 1942 l’infermiera Jenny Fields decide di concepire suo figlio è decisamente fuori dal comune. Da sempre contraria ai rapporti intimi tra uomini e donne, che considera inutili e nocivi alla salute, l’infermiera Fields sceglie il padre del suo bambino tra le file dei letti di un ospedale del New Hampshire, sfruttando uno sfortunato aviatore, il cui intero corpo è stato reso un vegetale dalla guerra, con l’eccezione di un’unica parte: quella che interessa a lei. All’inconsapevole aviatore viene lasciato l’onore di determinare il nome del nascituro, difatti l’unica cosa che riesce a fare, oltre a masturbarsi ed essere in fin di vita, è dire il suo cognome: Garp!
Il romanzo di John Irving Il Mondo Secondo Garp, pubblicato nel 1978, ha avuto uno  successo straordinario e ha fatto conoscere Irving in tutto il mondo. Gli è inoltre valso il premio della National Book Foundation e numerose candidature all’Oscar per la versione cinematografica. Da quel momento, ogni romanzo di John Irving è stato un bestseller e dalla maggior parte sono stati tratti dei film.

Garp viene dunque allevato dalla sua stravagante mamma che dopo aver pubblicato la sua autobiografia diventa, senza volerlo, l’idolo delle femministe americane. Nella palestra della scuola Garp conosce Helen Holm, figlia del suo istruttore di lotta libera e dopo aver saputo che la ragazza da grande vorrebbe sposare uno scrittore, decide di fare lo scrittore.
Il romanzo segue il suo protagonista durante l’intero sviluppo della sua vita. La trama è complessa ma “Irving è bravissimo a mantenere la barra di un plot che si sfilaccia in piccoli rivoli per poi ricongiungersi in un’unica, splendida distesa di acqua”.
Helen, comunque diventerà la madre dei suoi tre figli e mentre Garp continuerà a rincorrere la chimera del romanzo perfetto, gliene succederanno di tutti i colori, in una contorta e intricata rete di luoghi e personaggi, tra coincidenze forse un po’ assurde, ma cariche di quella crudele drammaticità tipica della più concreta realtà.

Il mondo secondo Garp di John Irving
In un incalzante crescendo facciamo conoscenza di prostitute e femministe dalla lingua mozzata, di tradimenti e di tragici incidenti, di insegnanti che lasciano un segno indelebile nella mente e nel cuore, di nemici infantili come il cane Bonkers della disastrata famiglia Steering, di editori pronti a tutto, di transessuali coraggiosi come Roberta, ex giocatore di rugby, e di amicizie, come quella delicata e fragile con Ellen James.
“Non esiste un personaggio normale in tutto il libro”: dice un commento sul web e l’ironia è il sottofondo che ci aiuta a digerire i momenti più duri e le torture che l’autore infligge ai suoi personaggi. Il libro risulta perciò “sia spassosissimo che estremamente commovente”. Ma facciamolo dire a Irving:

“Horace Walpole una volta disse che il mondo è comico per quelli che pensano e tragico per quelli che sentono. Spero converrà con me che Horace Walpole, dicendo ciò, semplifica un po’ troppo il mondo. Certo, tutti noi pensiamo e insieme sentiamo; tragico e comico  sono mescolati a questo mondo. Per questo motivo non ho mai capito perché “serio” e “buffo” vengano considerati opposti. Per me è una vera contraddizione che i problemi della gente siano spesso buffi e ciononostante la gente sia spesso triste. Io prendo la gente molto sul serio. Anzi, prendo sul serio solo la gente. Perciò provo compassione per come si comporta e non ho che il riso per consolarla. Il riso è la mia religione. Alla stessa stregua di tante religioni, il mio riso – lo ammetto – è disperato”.

Il mondo secondo Garp di John Irving
Di certo l’ironia non lo abbandona mai, basti pensare che dei romanzi scritti da Garp, che appaiono nel romanzo, solo l’ultimo Il mondo secondo Bensenhaver, avrà un cla- moroso successo, lasciando perplesso il suo stesso autore che continuerà a considerarlo la sua creazione peggiore.  Ecco come lo commenta con il suo editore John Wolf:

“Guarda, è scritto magistralmente”. Aveva detto Wolf, “Ma è ancora, in qualche modo, una soap opera; in qualche modo è troppo”. Garp aveva sospirato. “La vita in qualche modo è troppo. La vita è una soap opera solo per adulti, John,” aveva detto Garp”.

John Irving è maestro nel raccontare storie quasi epiche, epopee di uomini e donne, come avviene nel romanzo successivo Hotel New Hampshire, del 1981, che avrà un successo paragonabile a quello di Garp e da cui sarà tratto il film omonimo con Jodie Foster e Rob Lowe.
In Preghiera per un amico, del 1989, si affronta il delicato tema della guerra nel Vietnam e Le regole della casa del sidro, del 1999, lo consacrerà tra gli autori americani di maggior talento e gli farà anche conquistare il  premio Oscar per miglior sceneggiatura. In questo romanzo, si affrontano il tema dell’aborto e il dramma di rimanere orfani, ma vi si possono ritrovare scorci di quello stesso panorama che abbiamo immaginato in Garp. L’orfanotrofio nel Maine, dove viene abbandonato Homer Wells, di cui diventerà l’abitante più adulto, rappresenta nella sua tetra lontananza da

Il mondo secondo Garp di John Irving
ogni centro abitato,  l’immagine in pietra e mattoni di come da alcune decisioni non si possa tornare indietro. Lì, il ginecologo Wilbur Larch, descritto mirabilmente da Irving che lo rende una figura centrale nella storia e nello sviluppo del suo protagonista, fa abortire giovani donne. Ma è tra queste mura, che assaporiamo – con vaghi rimandi a Charles Dickens – la voglia di libertà, di fuggire dalla bruttura di un destino che ci è stato affibbiato e che non ci piace, come quello terribile di crescere senza genitori. Possiamo quasi sentire, quando le cose si mettono bene, l’odore di quelle mele schiacciate da piedi danzanti nelle botti, di quel sidro che è il frutto di una  rinascita, di un aborto mancato, quello di Wally per esempio, di cui si innamora Homer.

Il mondo secondo Garp è un romanzo speciale perché l’intreccio ti prende come nei romanzi dell’Ottocento e soffri le stesse pene dei protagonisti. Poi, quando lo finisci, hai nostalgia di quel mondo. Forse per questo è “il miglior libro che abbia mai letto” di molti.


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