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“Il Mostro” di Luigi Zampa

Creato il 29 luglio 2011 da Cinemaleo

1977: Il Mostro di Luigi Zampa

“Il Mostro” di Luigi Zampa

Sicuramente nato sull’onda del successo del genere ‘poliziottesco’ che trionfò sui nostri schermi negli anni 70.

Ma il film ha ambizioni più alte, basti guardare il nome del regista: Luigi Zampa, uno dei più acuti osservatori della realtà italiana (L’onorevole Angelini, Processo alla città, Anni difficili, Il medico della Mutua…).

Una riflessione sulle origini della violenza.

“Mi domando se in Zampa vi fosse, anche inconsapevole, il dubbio che le violenze degli anni ’70, fossero, in parte, anche colpa dei padri (o delle generazioni precedenti), incapaci di risolvere i conflitti latenti nella società italiana, sia a livello sociale, che politico ed economico” leggiamo su Debaser. E il Morandini scrive: “Il film è un apologo sulla violenza. Il mostro, dice Zampa, non è questo o quel personaggio: è la violenza nella società, nei mezzi di comunicazione di massa, nella famiglia”.

“Il Mostro” di Luigi Zampa
Alla sua uscita Il Mostro non fu apprezzato dalla critica (“…il tema è affrontato con superficialità”, Paolo Mereghetti), oggi è ampiamente rivalutato (“film cupo, cinico e assolutamente spietato nel ritrarre la figura di un giornalista disposto a tutto pur di tornare nel grande giro ma capace solo di mantenersi a galla in un mondo ben più corrotto e indecifrabile di quello che riesce a descrivere con la sua pericolosa fantasia”, Francesco Moriconi).

Molto buona la sceneggiatura (evidente il debito a L’asso nella manica di Billy Wilder) di Sergio Donati (che già nel 1972 nell’ottimo Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio aveva evidenziato la capacità di manipolare l’informazione pubblica), con l’unico difetto -forse- di essere troppo chiara e diretta nella denuncia che intende operare.

Bravissimo Johnny Dorelli nell’inusuale ritratto di un personaggio oltremodo cinico e opportunista, simbolo tangibile di un’Italia ormai trasformata, un’Italia «genitrice» dell’attuale che vede il sensazionalismo dominare incontrastato in tutti i campi massmedologici, un’Italia che considera il successo e l’apparire come unici valori essenziali.

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