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Il MPS terrorizza il Pd. L’acquisto di Balotelli porta a Silvio 2 punti alle elezioni. La Lombardia è quasi sua. Avanti forconi!

Creato il 30 gennaio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Il MPS terrorizza il Pd. L’acquisto di Balotelli porta a Silvio 2 punti alle elezioni. La Lombardia è quasi sua. Avanti forconi!Che tipo di cittadini siano i tifosi del Milan non lo sappiamo. Diciamo che entrare nella loro visione del mondo ci interessa pochissimo, fino a quando però, il loro essere cittadini rischia di far andare a puttane questo paese ancora per i prossimi 5 anni. I sondaggi dicono che l’acquisto di Mario Balotelli dal Manchester City, per 20 milioni di euro, abbia portato nelle casse elettorali del Cavaliere, quei due punti percentuali di elettori in più che dovrebbero assicurargli la vittoria in Lombardia. L’acquisto del Milan FC non fu un atto d’amore, lo sanno tutti, ma continuare a giocare sulla passione sportiva di una parte degli italiani per continuare a farsi i cazzi suoi, ci sembra una furbata da parte di Silvio, una solenne minchiata da parte di chi continuerà a votarlo. Invece di capire che per 20 anni, il Cavaliere ha tentato (spesso riuscendoci) di ammansirci a panem et circenses per far passare le leggi ad personam, la finanza ad personam, l’economia ad personam, le banche ad personam, le assicurazioni ad personam, i tutor autostradali ad personam, la tv digitale ad personam, la Costituzione ad personam e i piani regolatori ad personam, milioni di italiani lo voteranno di nuovo perché ha portato Balotelli al Milan. E poi ci chiamano “paese di pazzerelloni!”. Ma d'altronde, come dar torto a Silvio che, mentre il Pd si ritrova con un’altra banca fra le palle che gli svuota le casse elettorali, lui si assicura un pezzo da novanta del mercato calcistico e continua a far sognare gli italiani rossoneri? Che poi la Santanchè vada in televisione a dire che è vero che Mussolini è uno statista, ci cadono solamente le braccia pronte a imbracciare una lupara di nome Totò, se mai ne avessimo una a portata di mano. Ormai il ritornello della stessa canzone, degli stessi maggiordomi, dello stesso satirone della politica italiana, è partito. Nei panni del miglior Toto Cutugno, quello che ha scritto una canzone e l’ha ripetuta ad libitum per vent’anni, gli scherani di Silvio tirano in ballo il Monte Paschi anche quando si parla di disoccupazione, di tutela ambientale, di mercato mondiale, di import e di escort (non è un refuso, nda). Hanno preso per le palle Bersani e gliele stanno strizzando così forte, che al leader del Pd manca letteralmente il fiato. E poi, dopo che per tutto il ventennio dell’E.B., il Capataz si è categoricamente rifiutato di sottoporsi a un faccia a faccia televisivo (Rutelli lo sta ancora aspettando con le dieci domande da rivolgergli), oggi i suoi sottoposti accusano Bersani di fuggire a gambe levate. Paradossale ma vero. La verità dei Berluschini è esattamente quella dei Ciellini: unica e incontrovertibile. Nessun dubbio mai. Solo certezze di ripiombare nel baratro. Gli ultimi sondaggi (crediamo attendibili), dicono che il Pd tiene ma che il Pdl è risalito fino al 19,2 per cento. Anche il Professore sta salendo, mentre la dialettica claudicante, e un po’ troppo da pm, di Antonio Ingroia, rischia di far precipitare Rivoluzione Civile in quella zona di non-quorum rischiosa quanto non auspicabile. Beppe Grillo è lì. Sembra che non ci sia però c’è. Gli ultimi rilevamenti lo danno al 13 per cento, che significa comunque essere il terzo partito dell’arco parlamentare. Il quadro della situazione, a oggi, fotografato l’esistente, è il seguente: o c’è qualche inciucione pronto o a maggio si rivota. Questa volta con i forconi sotto i palazzi della casta.

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