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Il museo Teatro del Paesaggio di Magliano Alfieri

Creato il 07 giugno 2015 da Paolo Ferruccio Cuniberti @paolocuniberti

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 Il 13 giugno 2015 si inaugura il nuovo museo Teatro del Paesaggio nel castello di Magliano Alfieri alla presenza del Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e del Direttore dell’Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli UNESCO Roberto Cerrato. L’apertura del museo è il punto di arrivo di una lunga vicenda culturale partita molti anni fa e che fa del paese di Magliano un vero e proprio caso di peculiare interesse per l’area Langhe-Roero.

Erano gli anni 60-70 quando un gruppo di giovani capitanati da Antonio Adriano iniziava a riflettere sulle trasformazioni sociali in atto, l’abbandono delle campagne, la riduzione degli antichi villaggi a sobborghi-dormitorio, il disfacimento dei valori della civiltà contadina, proponendo una riscoperta “spontanea” di musiche, canti, riti, tradizioni. Nasceva così il Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri, che ha contribuito fortemente a dare nuovo impulso alle ricerche etnografiche nel Basso Piemonte.

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Dopo il caso, con taglio più politico e cantautorale, di Cantacronache a Torino, il fenomeno del folk revival si stava nuovamente imponendo in tutta Italia (in quegli stessi anni, ad esempio, nascevano al Sud gruppi come la Nuova Compagnia di Canto Popolare di Roberto De Simone), anche per un recupero di consapevolezza identitaria e di contrapposizione a scelte di potere e di sviluppo non condivise. Il tema dell’identità nella cultura popolare è poi stato abbandonato dall’area progressista per lasciarlo purtroppo in balia di incolti rigurgiti regressivi che hanno fatto presa proprio sui ceti meno consapevoli.

Il Gruppo di Magliano ha raccolto testimonianze, materiali, oggetti che dovevano, nelle intenzioni di Antonio Adriano, costituire il nucleo di un museo etnografico. Negli anni successivi, grazie al recupero degli spazi del castello, si sono così potute aprire le prime sale di un Museo dei Gessi, che espone gli interessanti manufatti derivati dalle cave di gesso della zona e che venivano utilizzati principalmente per decorare le volte delle case contadine, oltre a fornire un ottimo isolamento termico.

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La morte di Antonio Adriano è prematuramente giunta pochi anni fa senza che potesse vedere la luce il museo etnografico da lui immaginato con gli altri oggetti raccolti dal Gruppo. Nasceva contestualmente, a pochi chilometri di distanza nel castello di Cisterna d’Asti, il Museo delle Arti e Mestieri di un Tempo che dava ampia e scientifica sistemazione a numerose raccolte di strumenti di lavoro e oggetti di vita quotidiana del passato, e che costituisce, ancora oggi, forse il più completo repertorio di materiale etnografico piemontese. Ripetere a Magliano qualcosa di analogo non sarebbe stato opportuno.

L’Associazione che cura le sorti del castello Alfieri, con il supporto essenziale e convinto dell’Amministrazione comunale e con il contributo scientifico dell’Università di Pollenzo, ha così rivisto il progetto, convertendolo in un moderno percorso multimediale, limitando l’esposizione di oggettistica e dedicandolo al tema del paesaggio, inteso come paesaggio geografico, umano, rituale. Ottenuti i fondi dell’Unione Europea, il progetto è decollato, e nel giro di due anni il museo è stato puntualmente terminato, nella sua originalità, contemporaneità e fruibilità.  Aperto al pubblico in via sperimentale nel mese di maggio, presentato al Salone del Libro di Torino, è ora pronto ad accogliere il nuovo turismo culturale della regione e a trasformarsi anche in laboratorio e centro studi. Un modello di intervento vincente, dedicato alla memoria di Antonio e di cui il paese di Magliano può andare fiero.

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foto: P. Destefanis

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