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Il New York Times online “a meno di 20 $ al mese”

Da Kobayashi @K0bayashi

Pieno accesso all’edizione digitale del New York Times per “meno di 20 dollari al mese“: è quello che sostiene un articolo di Bloomberg riguardo le future mosse dello storico quotidiano statunitense, che già da tempo sta pensando di proteggere i suoi contenuti online rendendoli a pagamento, accessibili tramite un abbonamento temporale come accade con i giornali cartacei. L’importo, riferito da una fonte vicina alla testata della Grande Mela, sarebbe per altro significativamente inferiore sia agli 11,7 dollari a settimana che attualmente deve sborsare un lettore “da edicola” del NYT (ossia circa 50 dollari al mese, ma a quel punto anche i contenuti digitali sarebbero fatti rientrare nell’abbonamento per il cartaceo) che ai 19.99 dollari attualmente richiesti per 30 giorni di accesso all’edizione per il Kindle di Amazon.

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Il cosiddetto paywall, che dovrebbe essere lanciato entro marzo, permetterà di consultare gratuitamente un determinato numero di articoli per ogni mese, dopo di che scatterà la richiesta di sottoscrizione di un abbonamento per avere pieno accesso ai contenuti giornalistici. Un cambio sostanziale rispetto alla politica adottata finora, che attualmente permette di leggere liberamente la maggior parte dei pezzi presenti sul sito del New York Times lasciando a pagamento gli editoriali e il materiale d’archivio.

Non sono poche, però, le potenziali controindicazioni di tale rotta commerciale. Innanzitutto sul versante pubblicitario, dal momento che non c’è dubbio che l’enorme mole di utenti attratti dalle pagine del prestigioso quotidiano rischia di ridursi drasticamente e di scalfire così un dato numerico importante da sfruttare – per il settore marketing – come punto di forza nei rapporti con gli inserzionisti. In secondo luogo, tanto ovvio quanto da non sottovalutare, il fattore – legato a doppio filo al primo – della fedeltà dei lettori: passare all’improvviso da contenuti gratuiti su larga scala a una ristrettissima cerchia di accessibilità a costo zero, se da un lato può raggiungere l’obiettivo di monetizzare lo “zoccolo duro” della testata, dall’altro allontanerà i lettori più occasionali che potranno così disperdersi verso altri lidi, andando con ogni probabilità a rafforzare le fila della concorrenza. All’utente del web, in generale, difficilmente piace che quello che fino a un momento era gratuito diventi improvvisamente a pagamento.


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