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Il nucleare e’ per sempre

Creato il 22 marzo 2011 da Malpaese @IlMalpaese

E’ più possibile l’estinzione dell’uomo che la dismissione del nucleare. Non ci sono i soldi per una riconversione nelle energie rinnovabili. Il pericolo è e rimarrà altissimo.

IL NUCLEARE E’ PER SEMPRE La tragedia nucleare che si sta verificando al momento in Giappone ci deve far riflettere sulla politica dei paesi occidentali e delle potenze nucleari. Fino a qualche giorno fa ci è stato detto che il pericolo maggiore derivante dal nucleare era la costruzione di un’arma nelle mani degli iraniani che poi avrebbero potuto utilizzarla contro Israele e anche contro l’occidente. Pericolo numero due era la possibilità che un’arma nucleare, per esempio una di quelle pachistane, cadesse nelle mani di Al Qaeda e che poi l’avrebbe potuta utilizzare nuovamente contro Israele, oppure contro occidente.
Oggi, invece, scopriamo che il vero pericolo nucleare è la possibilità che una centrale nucleare gestita da uno dei paesi più sviluppati del mondo, quindi il Giappone, possa esplodere a causa di una cattiva manutenzione e costruzione, ma soprattutto della poca sicurezza che è stata agganciata a questo tipo di impianto nucleare. Ci domandiamo com’è possibile che questa centrale nucleare sia stata costruita su una spiaggia in un paese che ha coniato la parola Tsunami. Tra l’altro senza avere un sistema di sicurezza che fosse non solamente in grado di proteggere la centrale, ma di spegnerla nel caso in cui questa venisse come in realtà è successo, inondata dall’acqua che ha portato a un corto circuito generale e quindi al malfunzionamento di tutto quanto il sistema.

Credo che il nucleare non sia sicuro. Non lo è dal punto di vista della sicurezza delle centrali nucleari esistenti, ricordo che in Francia ce ne sono 63 dalle quali noi prendiamo la gran parte della nostra elettricità, quindi il fatto che non ci sia il nucleare in Italia non significa che noi non siamo a rischio. Ed è pericoloso anche per un’altra ragione: non perché i terroristi possono mettere le mani su un’arma nucleare, perché questo è praticamente impossibile nel senso che maneggiare un’arma nucleare richiede una conoscenza che sicuramente i terroristi non hanno. Invece il pericolo reale è che basterebbe che un aereo di linea si schiantasse su una delle centrali nucleari più importanti in posizioni strategiche per creare un allarme simile a quello che ci arriva oggi dal Giappone. E la verità è che se tutto questo avvenisse, non esiste un sistema di sicurezza che possa evitare questo tipo di scenario.

Il nucleare è fondamentale nell’economia occidentale, ma anche in quella giapponese. Il Giappone dipende per quasi i 2/3 della propria energia dalle centrali nucleari e quindi ecco che nel momento in cui inizia un processo di critica, ma anche di autocritica sull’uso del nucleare, questo pone l’economia giapponese in una situazione di grossa crisi. Come rimpiazzarlo? Rimpiazzarlo avrebbe dei costi semplicemente astronomici.
Lo stesso vale per noi europei. La Francia ha 63 centrali nucleari, 2/3 dell’elettricità e del consumo energetico francese derivano dal nucleare. Tra l’altro i francesi hanno in programma la costruzione di altre centrali. Lo stesso vale per la Gran Bretagna. Quest’ultima ha meno centrali nucleari, meno della metà del consumo energetico inglese è prodotto da centrali nucleari. L’Italia ha optato per il No Nukes, quindi niente nucleare. Però lo compra dalla Francia e quindi comprandolo dalla Francia rende ancora più economico e conveniente ai francesi continuare la propria espansione della produzione nucleare.
La Catalogna per esempio dipende quasi totalmente dalle centrali nucleari francesi, anche se la Spagna ha fatto una scelta più di 15 anni fa di investire pesantemente nelle energie alternative e rinnovabili, e insieme alla Germania sono i due paesi che investono maggiormente in Europa in questo settore.

Quindi lo spettacolo che abbiamo è uno spettacolo di grande contraddizione, dove il nucleare gioca un ruolo fondamentale, anche nei paesi che hanno detto no al nucleare. La situazione è tale che una riconversione industriale dal nucleare alle energie alternative, richiederebbe almeno un periodo di tempo trentennale, ma soprattutto richiederebbe uno sforzo economico che in un momento come questo, in cui ci troviamo in una crisi profonda che potrebbe degenerare addirittura in un’altra grande depressione se l’impatto della crisi giapponese ci travolgerà (come si pensa), è praticamente assurdo, impossibile, pensare che questo tipo di riconversione industriale possa avvenire nei paesi occidentali, perché praticamente non ci sono i soldi.
Qual è l’alternativa? L’alternativa è quello che stanno facendo i francesi, cioè accusare i giapponesi di non aver prestato abbastanza attenzione all’ubicazione della propria centrale. Ma soprattutto di non avere investito in centrali nuove, quindi più moderne, come se il problema dello Tsunami si riferisca solamente al fatto che la centrale aveva 40 anni e se ne avesse avuto 20 di anni, come sono le nuove centrali in Francia, tutto questo non sarebbe potuto succedere. In realtà non è così.
Concludo dicendo che un elemento fondamentale sul fenomeno delle radiazioni è che gli effetti negativi di queste noi li vedremo tra 20 anni e tra 20 anni nessuno si ricorderà, nessuno collegherà questo fenomeno a quegli effetti. Ci saranno altri politici, altra gente. Il danno del nucleare a livello massimo, non è un danno immediato, ma è un danno che si verifica nel tempo e quindi non interessa.

  LORETTA NAPOLEONI   http://www.cadoinpiedi.it/2011/03/22/il_nucleare_e_per_sempre.html#anchor

 



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