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Il nuovo libro di Michela Murgia: incontro e gli altri romanzi della scrittrice sarda

Creato il 06 giugno 2012 da Redazioneunilibro

Il nuovo libro di Michela Murgia: l’Incontro e gli altri romanzi della scrittrice sardaIl 12 giugno esce il nuovo romanzo di Michela Murgia per Einaudi Editore.
“L’incontro” è la storia di 3 ragazzi che vivono spensieratamente la loro estate in un piccolo paese di provincia.
Siamo nell’estate del 1986 e qualcosa di imprevedibile incrinerà la loro infanzia e mostrerà a tutti, adulti e ragazzi, quanto possa essere fragile il granito delle identità collettive.
Lo scopriranno i  tre ragazzi a loro spese, imparando a colpi di fionda che stare insieme non è facile (nè logico) come sembra.

Un prete venuto da fuori fonda una nuova parrocchia e ciò provoca crepa della comunità l’estraneo può assumere qualunque volto, persino i capelli rossi di un inseparabile compagno di giochi. In questo racconto insieme comico e profondo, la penna inconfondibile di Michela Murgia ci regala un’appassionata storia di formazione in cui il protagonista scopre – insieme al lettore – cosa significa dire noi.

Michela Murgia ha esordito con il romanzo “Il mondo deve sapere” nato, inizialmente, come un blog in cui raccontare e, appuntare con una buona dose di ironia, le vicissitudine di una brillante neo laureata che pur di lavorare accetta un lavoro in un call center.
E’ la storia di molti e presto il libro diventa una sorta di manifesto di una generazione di precari disposti a tutto pur di lavorare.

La storia viene portata al cinema da Paolo Virzì con il film “Tutta la vita davanti”.

Tra gli altri romanzi di Michela Murgia ricordiamo “Accabadora” con cui la Murgia vince il Premio Campiello nel 2010.
“Fillus de anima. E’ così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai”. Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a capire. Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà sua erede. In questa vecchia vestita di nero c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce…”

Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l’aspettano, come imparare l’umiltà di accogliere sia la vita sia la morte.
D’altra parte, «non c’è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

Con “Ave Mary”, invece, la scrittrice sarda scrive un vero e proprio saggio in cui analizza la figura e il ruolo della donna nella vultura cattolica.
“La narrazione univoca della donna funzionale – sposa e madre – impone alle donne di muoversi dentro ruoli rigidi e le condanna a essere considerate sovversive e marginali ogni qualvolta provino a immaginarsi in modo alternativo. Per contro, la medesima narrazione impone ai mariti il ruolo dominante e le frustrazioni che ne derivano qualora si tenti una relazione più equa.”

 È un libro che si fa apprezzare, grazie a una scrittura intrigante e piacevole, che nella stessa narrazione mescola ‘il sacro’ e il ‘profano’: tra citazioni di brani evangelici e ritratti di icone della moda, ripresa di slogan femministi e spot televisivi.


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