Magazine Psicologia

Il padre e la perdita necessaria

Da Gianfranco

"Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno, un padre, un amore, qualcuno, capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume, immaginarlo, inventarlo, e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare."

Alessandro Baricco, Oceano Mare

"...E romperò le acque della casa nostalgia, per vedere coi miei occhi e sentire chiare parole e suoni, giocando col domani..."

Litfiba, Goccia a goccia

Da sempre la psicanalisi si è interessata al ruolo della madre e della funzione materna nella formazione della nevrosi e nell’evoluzione umana.

La società, nel suo complesso, soprattutto negli ultimi decenni, ha dedicato ampie pubblicazioni e considerazioni a questa figura, ritenendola il fondamentale, se non unico, termine di riflessione delle fortune e delle sventure psico-fisiologiche della specie umana.

La funzione paterna (ma anche il ruolo del padre) è stata nel tempo spesso bistrattata e fraintesa, relegata in secondo piano rispetto a quella materna, considerata anche come simbolo di una cultura patriarcale che andava necessariamente smantellata e combattuta, sebbene gli illustri studiosi del pensiero e dell’anima abbiano separato da tempo le due funzioni materna e paterna, attribuendo ad ognuna precise peculiarità e collocandole entrambe nel proprio ordine temporale e funzionale.

Il ruolo che la funzione paterna ricopre nella strutturazione della personalità, non è né secondario né subordinato per importanza a quello materno, ma complementare ad esso in quanto qualitativamente diverso.

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