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Il pagellone conclusivo della serie A 2014/’15. Sugli scudi la Juventus campione d’Italia, la Lazio che all’ultimo ottiene il terzo posto e le genovesi. Flop Napoli e le milanesi. Delude la Roma di Garcia. Rivelazione Empoli, in coda giochi già fatti c...

Creato il 01 giugno 2015 da Giannig77

Si è tenuto ieri l’atto conclusivo di una serie A, i cui esiti erano sostanzialmente già noti, con l’aggiunta del pepe dello scontro diretto tra Napoli e Lazio, valevole per l’accesso al terzo posto, con conseguente preliminare di Champions League. Ben prima però la Juventus di Allegri aveva sigillato lo Scudetto, coronando la stagione della conferma; in coda erano già mestamente retrocesse Cagliari, Cesena e Parma mentre l’Europa League in pratica rischia di veder sovvertiti i risultati del campo causa inadempienza ancora da verificare del Genoa, splendida protagonista sul campo. Rimaneva da assegnare lo scettro del capocannoniere del torneo, alla fine condiviso tra l’eterno Toni e il rampante Icardi. Al di là dei verdetti, un campionato che certamente non passerà ai posteri per la qualità del gioco espresso o per i nuovi valori in campo emersi. Urge (nuovamente) cercare delle soluzioni per ripartire. La conquista della Champions della Juventus – che così completerebbe un personale triplete, aggiungendovi pure la Coppa Italia – avrebbe del sensazionale ma da sola davvero può costituire la panacea dei mali del nostro calcio o meglio la rinascita di un movimento mai così asfittico? Nel frattempo non ci resta che stringerci attorno alle maglie bianconere e per una volta provare a mettere da parte i panni del tifoso, tentando un’impresa che realisticamente pare difficile: battere i fenomeni del Barcellona, riportando così una nostra compagine sul trono più importante d’Europa, dopo le illusioni dei nostri club nella vecchia Coppa Uefa. Di seguito nel dettaglio, i giudizi sulla stagione delle singole squadre.

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JUVENTUS pt 87 (CAMPIONE D’ITALIA)

VOTO: 9 il primo campionato del dopo Conte ha consegnato all’Italia una Juve più “leggera” psicologicamente, forse pure più simpatica, ma a parte queste sensazioni, sul campo la squadra del neo tecnico Allegri, tornato in pista dopo le recenti delusioni milaniste, non ha mai avuto degni rivali, chiudendo la pratica alla fine del girone d’andata. Divenuti più flessibili tatticamente, col cambio di modulo in corsa, i bianconeri hanno puntato più sul palleggio che non sull’irruenza, mostrando un calcio dal respiro internazionale. E l’imperioso cammino europeo può aprire scenari insperati alla vigilia anche in chiave mercato futura, con conferme importanti (come quelle dei big Pogba e Vidal) e acquisizioni eccellenti.

TOP E FLOP: mai in carriera Carlitos Tevez aveva raggiunto tali livelli di continuità. Forte lo è sempre stato ma a Torino ha trovato l’ambiente ideale per diventare autentico leader offensivo, non soltanto per i (tanti) gol segnati. Dalla sua quasi sicura conferma potranno dipendere le fortune della squadra, specie se gli verrà affiancato un attaccante di grande livello (vedi Cavani). Nel frattempo è cresciuto il baby Morata, uscendo nei momenti topici della stagione ed è stato acquistato Dybala, tra le rivelazioni della serie A. In mezzo al campo si è rivelato ad alti livelli Sturaro e ha raggiunto livelli di eccellenza Claudio Marchisio. Onestamente nessuno può essere bollato come peggiore, tutti hanno fatto la loro parte. Solo Pirlo a tratti ha dimostrato di cominciare a sentire il peso degli anni ma Allegri ha tamponato bene la falla, dimostrando che, con uno schieramento non dipendente da un vero regista, si può sopperire anche ad alcune sue cadute di tono… un po’ come in fondo aveva già fatto al Milan.

ROMA pt 70 (CHAMPIONS LEAGUE)

VOTO: 5 non inganni il secondo posto, requisito minimo a inizio stagione e centrato con serie difficoltà, dopo un girone di ritorno con una media quasi da retrocessione. Nulla ha funzionato, a partire dallo sciagurato mercato che, a conti fatti, si è rivelato un flop nella quasi totalità degli acquisti (eccezion fatta forse per Manolas che almeno nel girone d’andata si era dimostrato molto solido), al gioco clamorosamente involuto rispetto a 12 mesi fa. Probabilmente verrà confermato Garcia, non immune da colpe, ma meritevole di un’altra prova d’appello, dopo la scintillante stagione scorsa.

TOP E FLOP: il centrocampista belga Nainggolan non ha mai deluso, garantendo sempre grinta, applicazione, determinazione e preziose giocate: non a caso sarà uomo mercato ma la Roma, se non vuole perdere ulteriore terreno dai bianconeri dovrà assolutamente evitare di cederlo proprio ai rivali A livello tecnico altri hanno fatto peggio di lui, basti pensare alla disastrosa stagione dell’ivoriano Gervinho, lontano parente dell’asso della scorsa stagione, ma il piccolo argentino Iturbe era venuto nella Capitale da acquisto boom dell’intera serie A ed era atteso alla consacrazione su vasta scala. Ha sentito enormemente la pressione e poco lo ha aiutato l’essersi infortunato a inizio campionato, quando tutto sommato non si stava inserendo male (vedi gol alla Juve e in Champions League). Magari il prossimo anno, con meno riflettori puntati, potrebbe far risalire le sue quotazioni, attualmente molto ribassate.

LAZIO pt 69 (preliminari Champions League)

VOTO: 8 campionato super per i cugini laziali, giunti a un passo dal secondo posto. E’ vero, hanno perso lo scettro cittadino ma in fondo pochissimi pensavano a un campionato di così alto livello, suggellato dalla finale di Coppa Italia e dalla decisiva vittoria all’ultima giornata in casa del Napoli, valido di fatto per l’accesso ai preliminari di Champions. In mezzo, il neo tecnico Pioli, che ha fatto personalmente un gran salto di qualità in carriera, ha mostrato gran carattere e la sua squadra un gioco piacevole, moderno, arrembante all’occorrenza, comunque sempre propositivo.

TOP E FLOP: difficile individuarlo, nel contesto di una felicissima annata. Quattro giocatori in doppia cifra costituiscono un record, senza contare la solidità difensiva ben rappresentata dall’ottimo De Vrij, il lancio di un laziale doc come Cataldi, già nell’occhio del ct della Nazionale, la voglia di gol mai tramontata di Klose e la qualità in mezzo al campo di Biglia e Parolo. In mezzo a tutto ciò, Candreva è stato il fiore all’occhiello: giocatore completo, centrocampista con spiccato senso del gol, dai piedi buoni e dalle doti innegabili di trascinatore. Nessun giocatore ha demeritato, ma forse ci si attendeva di più dal giovane Keità, enfant prodige del vivaio biancoceleste, che invero poco ha fatto per convincere Pioli a utilizzarlo più spesso come titolare.

FIORENTINA pt 64 (Europa League)

VOTO: 6,5 quarto posto giunto sul filo di lana ma allo stesso tempo probabilmente si è chiusa un’era, quella di Montella. Il tecnico napoletano ha saputo far fronte anche quest’anno a diverse defezioni in corso d’opera (la cessione del big Cuadrado, la riluttanza da gol di Gomez, l’infortunio del gioiello Bernardeschi, la convalescenza infinita di Rossi), mantenendo uno standard di qualità del suo gioco parecchio elevato, almeno alle nostre latitudini, ma allo stesso tempo la squadra ha anche avuto clamorosi black out.

TOP E FLOP: al suo arrivo in serie A, l’ex fantasista del Chelsea, il Messi egiziano Salah, aveva letteralmente incantato tutti, con la sua tecnica cristallina, la sua velocità col pallone attaccato ai piedi, la sua efficacia in zona gol, giunto a compensare egregiamente la partenza del colombiano Cuadrado, protagonista di un percorso inverso al suo. Poi si è ridimensionato un po’ strada facendo ma rimane una delle sensazioni del nostro torneo. Di contro ha deluso ancora una volta il tedesco Gomez, perennemente a mezzo servizio e quasi ininfluente dal punto di vista offensivo: urge correre ai ripari cercando una punta prolifica.

NAPOLI pt  63 (Europa League)

VOTO: 4 stagione disastrosa quella dei partenopei su tutta la linea. Subito estromessi dai giochi in Champions League, hanno puntato a un certo punto della stagione, quando la chimera Juventus era ormai irraggiungibile (ma in fondo anche il secondo posto…) tutto sull’Europa League, vedendo vanificare la conquista della finale in modo quanto meno discutibile. In mezzo, tantissime cadute a vuoto, risultati altalenanti e la sensazione evidente che tra tecnico e società la sintonia fosse finita da un pezzo.

TOP E FLOP: Higuain ha segnato molto ma ha sulla coscienza un errore decisivo dal dischetto contro la Lazio, che poteva in una stagione modesta, garantire quanto meno l’accesso ai preliminari di Champions. Per lui bollettino rosso dal dischetto, con 4 penalty sbagliati. Nel girone di ritorno si è rivisto meglio Hamsik, comunque mai parso centrale nei piani di Benitez, mentre si è dimostrato acquisto di prospettiva Gabbiadini che, col rientrante coetaneo Insigne, potrebbe costituire una forte coppia di giovani italiani anche in chiave nazionale. Malissimo su tutta la linea la difesa, a cominciare dall’handicap portiere e di scarsissima resa la mediana. Con una squadra così incompleta, era dura onestamente chiedere di poter competere per lo scudetto, come da più parti a inizio stagione si auspicava.

Iago Falquè, autentica rivelazione della serie A

Iago Falquè, autentica rivelazione della serie A

GENOA pt 59 (Europa Laegue attualmente non consentita causa mancata licenza Uefa)

VOTO: 8 ci risiamo, verrebbe da dire, pensando a cosa successe al Parma l’anno scorso. Invece auguriamo al Grifone di adempiere a queste lacune e di accedere a un’Europa League che sul campo rappresenterebbe giusto epilogo a un campionato splendido, in cui la squadra di Gasperini ha a lungo mostrato un gioco estremamente piacevole e ficcante. TOP E FLOP: sugli scudi moltissimi giocatori, dal super Perotti della prima parte di torneo alla rivelazione Iago Falque, autentico colpo da biliardo della società, che ha avuto grande intuizione e coraggio nel riproporlo in Italia dopo la precoce bocciatura juventina. Attaccante completo, gran goleador spesso al servizio della squadra, si è ambientato benissimo e su di lui si potrà costruire una squadra ancora più forte. E poi fragorose conferme sono giunte da Bertolacci, finalmente sbocciato anche in chiave Nazionale, l’enfant du pays Perin, il difensore francese De Maio (ammetto che mai ai tempi delle giovanili del Brescia gli avrei pronosticato un futuro così florido) e gli stranieri Tino Costa e Rincon o il bomber Pavoletti. Qualche amnesia in difesa del rude Roncaglia non gli hanno comunque compromesso la stagione, nel contesto di un campionato da ricordare per tutto il Genoa, nonostante in molti avessero storto il naso a gennaio per le cessioni di gente come Antonelli, Matri e il giovane Sturaro, poi sbocciato nella Juventus.

SAMPDORIA pt 56 (Europa League)

VOTO: 7 l’Europa League potrebbe arrivare proprio a scapito dei cugini, con i quali per molto tempo sono andati a braccetto in una stagione positivissima per le genovesi. In realtà qualcosa è mancato nei momenti decisivi della stagione alla squadra di Mihajolovic, destinato a un altro club, ma resta il fatto che anche i blucerchiati hanno giocato molto bene, sempre per vincere, centrando spesso risultati eclatanti alla vigilia.

TOP E FLOP: grandissimo girone d’andata della Samp esemplificato dall’approdo in Nazionale di molti dei suoi protagonisti eccellenti, dal funambolo offensivo Eder (che, da naturalizzato, ha battezzato la maglia azzurra con un gol), al “tuttocampista” Soriano fino al partente Gabbiadini, spedito a Napoli col mercato di gennaio. Il giovanissimo Romagnoli, “regalo” della Roma, classe ’95 è già uno dei migliori difensori del campionato e in questa consacrazione gran merito va anche al tecnico che lo ha lanciato senza remore, sacrificando l’antico baluardo Gastaldello. Ma bene hanno fatto anche Okaka, De Silvestri, Viviano. Gli strombazzati Eto’o e Muriel si sono messi al servizio della squadra con umiltà e giusto spirito ma in zona gol hanno indubbiamente deluso, non facendo fare il salto di qualità tanto auspicato.

INTER pt 55

VOTO: 4 come poter giudicare positivamente una stagione in cui non si è raggiunto nemmeno l’obiettivo (davvero minimo) della qualificazione all’Europa League? Dopo lo scontato addio di Mazzarri, mai veramente entrato in sintonia con tifosi, società e ambiente, neanche lo strombazzato ritorno di Mancini ha condotto l’Inter a una dimensione tecnica quantomeno dignitosa. Alti e bassi paurosi anche nel ritorno, con una graduatoria rimasta pressochè sostanzialmente invariata rispetto al suo predecessore. E questo nonostante buoni innesti quali i vari Shaqiri, Podolski e Santon (al più deludenti o inutilizzati). Insomma, occorre ripartire dalle poche certezze con nuovo slancio.

TOP E FLOP: Icardi a soli 22 anni conquista per la prima volta il titolo di capocannoniere del torneo, dimostrando ormai di essere un attaccante completo, quando non letale in area di rigore. Occorre rinnovargli il contratto, scendendo un po’ a patti senza scombussolare troppo quelli che sembrano già fragili equilibri interni. Si è rivisto nella seconda parte di stagione Hernanes, rilanciato quando pochi se lo aspettavano dal Mancio. Tutto sommato non ha demeritato il pittbull Medel, ma la qualità in mezzo al campo la devono garantire altri. Molte le delusioni, farne un elenco risulta quasi stucchevole. In primis il non pervenuto Podolski e l’atteso Shaqiri, che ha faticato non poco a entrare nei meccanismi della squadra, fino a uscirne prematuramente. E poi in generale la difesa, da un Vidic appena appena recuperato nel girone di ritorno (ma il più delle volte “impresentabile”) a un Ranocchia, cui stanno per terminare le attenuanti e per il quale il grado di capitano sembra non essergli congeniale. Neanche Juan Jesus, Dodò e D’Ambrosio a conti fatti sembrano “da Inter”, così come probabilmente è finito il tempo della promessa Kovacic, che se non prova a cambiare aria (magari al Liverpool dove poi si è consacrato l’altro ex interista Coutinho), rischia seriamente di rimanere un’eterna incompiuta. Persino il gigante Handanovic ha più volte steccato sul finale, forse distratto dalle voci di mercato sul suo conto. Quel che sia, è che l’Inter dovrà cambiare molte cose, direi senza mezze misure, quasi tutta la rosa.

TORINO pt 54

VOTO: 7 non è riuscita alla squadra di Ventura l’impresa di centrare per la seconda volta consecutiva l’accesso all’Europa League ma poco conta se il campionato disputato rimane di grande levatura, con ciliegine come la vittoria nel derby della Mole attesa vent’anni. Ma non solo, i granata a più riprese hanno mostrato di essere ormai una realtà competitiva e di avere una chiara e forte identità, a prescindere dai giocatori in campo… anche se, chiaro, perdere in un sol colpo l’anno prossimo gente come capitan Glik e Darmian potrebbe essere dura da assorbire.

TOP E FLOP: i già citati Glik e Darmian rappresentano le punte di diamante della squadra, rimasta orfana alla vigilia della super coppia gol Immobile – Cerci. Il difensore goleador polacco rappresenta l’essenza del Toro, e sarebbe una grave perdita la sua cessione, mentre il laterale già protagonista con la maglia azzurra della Nazionale si è confermato uno dei massimi interpreti nel ruolo, abbinando magnificamente corsa e tecnica, giocando tra l’altro indifferentemente a destra e a sinistra. Bene hanno fatto anche un redivivo Quagliarella, l’attaccante Maxi Lopez, accolto come beniamino e puntualissimo in zona gol, l’arrembante laterale Bruno Peres, una delle sorprese di stagione, mentre sono ulteriormente migliorati Maksimovic e El Kaddouri. In mezzo al campo Ventura ha dato ampio spazio al giovane Benassi, venendone spesso ripagato in termini di prestazioni.

MILAN pt 52

VOTO: 4 niente da salvare in casa Milan, e fa specie che entrambe le milanesi abbiano toppato, visto che a rimetterci è parso tutto il movimento tricolore, mancando all’appello due big storiche. Inzaghi probabilmente pagherà per tutti, e indubbiamente il giovane tecnico, (ex) idolo di casa ha le sue colpe ma bisogna ammettere che il roster a sua disposizione era veramente ai minimi storici in termini di qualità in casa rossonera, da 20 anni a questa parte. Poi, certo, scelte sbagliate, tourbillon di cambi, formazioni sempre diverse, tantissimi infortuni non lo hanno aiutato. Rimane il fatto che la squadra mai, ma proprio mai, è stata in corsa per accaparrarsi posizioni di prestigio.

TOP E FLOP: hanno ben figurato alcuni elementi, dai quali bisognerà necessariamente ripartire, nel contesto di una rivoluzione che pare scontata, a cominciare dai vertici della società. Parlo soprattutto di Jack Bonaventura, spesso chiamato a cantare e portare la croce e del francese Menez, mai così prolifico, seppur discontinuo e non di rado indisponente. Ma anche l’ex enfant prodige El Shaarawy se recuperato pienamente è in grado di garantire gol e qualità, così come l’altro gioiello di casa De Sciglio, in grave crisi d’identità tecnica. Il portiere Diego Lopez ha spesso salvato la baracca nei momenti critici, per il resto la difesa ha fatto acqua da tutte le parti. Il centrocampo poi, orfano presto di Montolivo, ha palesato limiti tecnici evidenti in costruzione, dove solo sul finale Van Ginkel ha lasciato intravedere qualcosa di buono, e dove i buoni Poli e De Jong hanno garantito se non altro corsa e cuore.

PALERMO pt 49

VOTO: 6,5 matricola per modo di dire, la squadra rosanero si è riproposta dopo un anno di purgatorio, partendo a fari spenti, ma consolidandosi ben presto, tanto che la salvezza è parsa largamente alla portata sin dal girone d’andata, da quando le stelle emergenti Vazquez e Dybala hanno cominciato a brillare. Tante buonissime partite, al punto che gli ultimi due mesi, a obiettivo raggiunto, il Palermo ha quasi tirato i remi in barca. Peccato, ma la stagione rimane estremamente positiva.

TOP E FLOP: già detto dei due satanassi offensivi, con il piccolo attaccante già acquistato dalla Juventus e “Il mudo” Vazquez che da oruiundo è giunto persino in Nazionale, bisogna rilevare come tutto l’organico di Iachini, finalmente a suo agio nella massima serie, abbia ben figurato.

SASSUOLO pt 49

VOTO: 6,5 vale lo stesso discorso fatto per il Palermo. La mancanza reale di obiettivi, raggiunta agevolmente la salvezza una volta constatato che la quota utile sarebbe stata alquanto bassa, ha condizionato il rendimento degli uomini di Di Francesco, con il risultato che spesso è mancata l’intensità e la giusta concentrazione nelle prestazioni. Chiaro, confermarsi è sempre più difficile, ma fuor di favola, il Sassuolo deve capire che possiede i mezzi per ambire a consolidarsi a lungo in serie A.

TOP E FLOP: seppur altalenanti, i due gioielli (già promessi sposi bianconeri) Berardi e Zaza hanno confermato i buoni numeri della scorsa stagione, col secondo stabilmente nel giro della Nazionale. La squadra in ogni caso poteva vantare buoni interpreti in tutti i reparti, basti pensare a Missiroli o Vrsaliko a centrocampo (col secondo bravo anche ad abbassarsi), Consigli in porta o Cannavaro e Acerbi in difesa. Per questo forse si poteva osare addirittura di più di una (comoda) salvezza.

Stagione monstre per Toni, a 38 anni capocannoniere assieme all'interista Icardi con 22 gol

Stagione monstre per Toni, a 38 anni capocannoniere assieme all’interista Icardi con 22 gol

HELLAS VERONA pt 46

VOTO: 6 senza infamia e senza lode il campionato dell’Hellas, sicuramente meno entusiasmante rispetto all’edizione 2013/’14. Tuttavia, l’obiettivo salvezza, reso molto più semplici dalle vicissitudini altrui, è stato conseguito in scioltezza e c’è stata la grande soddisfazione legata a Toni, re dei bomber.

TOP E FLOP: Luca Toni a 38 anni si è laureato – seppur in coabitazione con Icardi – capocannoniere della serie A, stabilendo di fatto due record. Mai nella storia della serie A il re del gol era stato così “anziano” e mai il Verona aveva avuto un capocannoniere, nemmeno ai tempi dello storico scudetto. Onore al merito quindi a un grande campione, che si è dimostrato da subito leader in campo e fuori, ragazzo dai grandi valori e di umiltà, nonostante fosse giunto a Verona da campione conclamato (in teoria) sul viale del tramonto. Per lui poi soddisfazione doppia, quella di aver segnato ancora più gol dell’anno scorso, smentendo i moltissimi che credevano che senza l’apporto dei vari Iturbe, Romulo e Jorginho, spesso decisivi in gialloblu, non sarebbe riuscito a confermarsi. Malissimo invece gli altri esperti big della squadra, soprattutto il “cotto” Rafa Marquez, e il poco utilizzato Saviola, non congeniale al tecnico Mandorlini.

CHIEVO pt 43

VOTO: 7 l’altra squadra veronese, solida realtà del campionato da ormai più di 10 anni, ha timbrato ancora una volta il cartellino della salvezza, stavolta ottenendola senza fiatone, complice l’insediamento di Maran, tornato a splendere come ai tempi di Catania pre-esonero. La sua squadra ha stupito soprattutto per la grandissima capacità difensiva, che spesso rendeva la sua area pressochè insuperabile, anche al cospetto degli squadroni. Prova ne sono le moltissime soddisfazioni raccolte in stagione.

TOP E FLOP: Paloschi e Meggiorini hanno rinverdito i fasti di Corradi e Marazzina, mostrandosi assolutamente complementari, con il “vecchio” Pellissier sempre pronto alla bisogna col suo prezioso apporto in zona gol. A centrocampo promossi Izco, braccio destro del mister dai tempi catanesi, Radovanic e Hetemaj, in difesa si è rilanciato l’ex interista Schelotto, mentre l’ex stopper Zukanovic, inventato da Maran come terzino sinistro, farà il percorso inverso finendo in nerazzurro. L’esperto Bizzarri ha scalzato presto dalla porta il promettente (ma ancora acerbo) Bardi, risultando decisivo per dare sicurezza all’intero reparto.

Sarri ha messo in mostra un gran gioco con il suo Empoli e ora è atteso al varco in palcoscenici più prestigiosi

Sarri ha messo in mostra un gran gioco con il suo Empoli e ora è atteso al varco in palcoscenici più prestigiosi

EMPOLI pt 42

VOTO: 7,5 la bassa posizione in classifica non rende giustizia alla positivissima stagione dei ragazzi allenati da Sarri, capace di imporsi in serie A come uno dei tecnici più all’avanguardia sul piano del gioco. A tratti l’Empoli ha mostrato il tichi taca in salsa nostrana, con la differenza che non sempre gli interpreti erano all’altezza della situazione, anche perché altrimenti staremmo qui a parlare di una squadra da Coppa Uefa. Peccato che il giocattolo, come sempre è accaduto nella storia del club, sia destinato a rompersi. Ma è confortante sapere che, se c’è una società seria, capace di rinnovarsi di continuo, attingendo spesso e volentieri alle risorse interne, date da uno dei vivai migliori d’Italia, quella è proprio la squadra toscana.

TOP E FLOP: Saponara, bruciato frettolosamente dal Milan, dove non lo avevano aiutato i continui infortuni, è giunto a gennaio, incrementando notevolmente il tasso tecnico della squadra, laddove si erano già messi in luce il regista Valdifiori, uno dei migliori in assoluto nel ruolo, tanto da debuttare felicemente in Nazionale e il giovanissimo centrale difensivo Rugani, al quale ora viene facile pronosticare un grande futuro, magari già dall’anno prossimo se la Juve decidesse di tenerlo fra i suoi ranghi. Benissimo anche gli altri difensori Laurini, Tonelli e Hysaj (gli ultimi due provenienti dal vivaio, così come il fantasista Pucciarelli, che ha ben figurato in attacco). In porta si è mostrato molto affidabile il 24enne Sepe, mentre in attacco insieme a Maccarone, ha ridato segni di vita l’eterna promessa georgiana Mchedlidze, che a 25 anni ha ancora i mezzi per sfondare nella massima serie.

UDINESE pt 41

VOTO: 5 la stagione dei friulani è stata indubbiamente sottotono, checchè ne dica Stramaccioni, atteso a un campionato all’insegna della rivincita personale, dopo l’illusione datogli dall’Inter. A conti fatti, dopo una partenza sprint, la squadra si è bruscamente ridimensionata, mancando inoltre clamorosamente in due caratteristiche tipiche della ormai lunga gestione Pozzo: la valorizzazione dei giocatori (tanto che nessuno, a differenza degli anni scorsi, è emerso come potenziale uomo mercato) e soprattutto la qualità del gioco, visto che raramente si è assistito a buoni spettacoli quest’anno da parte dei bianconeri.

TOP E FLOP: assieme al totem Di Natale, che a 38 anni, come Toni o Totti, non ne vuole sapere di smettere, dimostrandosi anzi ancora pieno di motivazioni, ha brillato il francese Thereau, su cui però il giovane tecnico non ha mai puntato a occhi chiusi. Si è confermato Allan in mezzo al campo, ma siamo sicuri che sia pronto per palcoscenici più prestigiosi? Lo stesso dicasi per altri interpreti interessanti come Bruno Fernandes, Herteaux o Widmer, che necessitano di un’altra stagione qui per maturare definitivamente. Ci si aspettava di più dal brasiliano Guillherme, così come dal portiere Karnezis, a conti fatti non così insuperabile (è stato fruttuoso tenere in naftalina per un anno intero un portiere in rampa di lancio come Scuffet?).

ATALANTA pt 37

VOTO: 5 salvezza risicata quella ottenuta dai bergamaschi. Verrebbe da dire più per demeriti altrui, viste le prestazioni degli avversari, ancora meno brillanti di quelle degli uomini di Colantuono prima e di Reja poi. Probabilmente un ciclo è terminato e sarà il caso di dimenticare questo campionato così avaro di soddisfazioni e ripartire su un gruppo rinnovato.

TOP E FLOP: pochi sopra le righe, tanto che è difficile individuare un “migliore”. Più facile, purtroppo, indicare le delusioni, in gente come il Papu Gomez, lontanissimo parente del furetto di Catania, passato a suon di milioni di euro in Russia, prima di rientrare mestamente in Italia, al giovane Baselli, da tempo in rampa di lancio, e che rischia seriamente di immalinconirsi in panchina, se non trova il tecnico coraggioso che gli affida le chiavi del gioco: i mezzi li ha, sarebbe bello poterlo vedere all’opera più spesso al titolare. Persino Denis è parso appesantito e stanco, o più troppo spesso isolato davanti, con Pinilla che ha fatto il suo ma che ancora una volta non è stato in grado di ottenere a tempo indeterminato una maglia da titolare.

CAGLIARI pt 34 (retrocesso in B)

VOTO:4 l’ha detto con occhi tristi e voce sommessa anche il giovanissimo neo presidente Giulini ieri ai microfoni delle varie trasmissioni tv: quest’anno nulla è da salvare nella stagione del Cagliari. Bocciate entrambe le gestioni Zeman e Zola, si potrebbe ripartire da Festa e dalla valorizzazione di alcuni giovani del vivaio, quest’anno piuttosto snobbati. L’ipotesi più plausibile però è che si andrà a gamba tesa sul mercato per tentare di allestire una squadra in grado di risalire prontamente dalla cadetteria, categoria ai quali i sardi non erano abituati da tempo.

TOP E FLOP: se nella prima parte di campionato erano emersi i valori di giocatori come Ekdal, Crisetig o Avelar, con il prosieguo del torneo, anch’essi hanno perso smalto, mentre si è distinto almeno il giovanissimo, non ancora ventenne, Donsah. Con la squadra impantanata nella zona retrocessione, a poco sono servite l’esperienza e la determinazione di gente come Sau, Cossu, Pisano o il grande capitano Conti, giunto al canto del cigno in Sardegna tra le lacrime amare.

CESENA pt 24 (retrocesso in B)

VOTO: 4,5 a un certo punto della stagione la squadra si era quasi rimessa in carreggiata, arrivando a soffiare sul collo di Atalanta, Chievo e Verona, per quella che sarebbe stata un’insperata salvezza alla vigilia. Il miracolo poi non è giunto, perché la corsa per recuperare posizioni è costata poi cara sulla lunga distanza, ma Di Carlo ha saputo dare grande dignità e una fisionomia di gioco alla sua squadra. Poi le qualità tecniche obbiettivamente erano molto modeste.

TOP E FLOP: sugli scudi il potente e talentuoso Defrel, dal sinistro magico e dalla velocità supersonica, un giocatore moderno che potrebbe avere davanti un sé un grande futuro. Anche il vecchio Brienza era stato protagonista della lunga rincorsa, con buone prestazioni e prodezze in serie, specie da calcio piazzato. Anche il gigante Djuric ha dimostrato di valere la A; per tutti gli altri la dimensione più consona pare quella di una buona cadetteria, eccezion fatta per il portierino Leali, chiamato spesso agli straordinari e non sempre impeccabile ma in possesso di buone doti fra i pali.

PARMA pt 18 (-7 di penalità; retrocesso in B)

VOTO:4 risulta estremamente complicato valutare il campionato del Parma. Dati alla mano lo score è impietoso, ma se valutiamo il contesto, è innegabile come gli uomini di Donadoni, soltanto un anno fa saliti agli onori delle cronache per aver portato a termine una stagione ricca di soddisfazioni sul campo, abbiano dato proprio il massimo. Una squadra nobile, che ha segnato la storia degli ultimi 25 anni in Italia, risultando tra le nostre compagini più vincenti in campo europeo, rischia seriamente di sparire dalla mappa del calcio professionistico, e la cosa non può che far male a tutti gli appassionati di questo sport.

TOP E FLOP: smantellata in estate ma più verosimilmente a campionato in corso la rosa della squadra, a quasi tutti i giocatori non si può rimproverare la mancanza di coraggio e determinazione. Alcuni hanno messo in campo la propria decennale esperienza (penso a Lucarelli, Gobbi, Cassani), altri hanno cercato di mettersi in mostra per garantirsi almeno un futuro roseo. Tra questi nota di merito per il giovanissimo italo brasiliano Josè Mauri, classe ’96, stella del vivaio parmense, con cui vinse uno splendido scudetto Allievi due anni fa, al suo primo campionato da titolare in serie A e in grado di destreggiarsi benissimo a centrocampo in un contesto di obbiettiva difficoltà.


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