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Il Parlamento greco approva il referendum: Atene verso il default?

Creato il 28 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

A 48 ore dall’ormai probabile default della Grecia e quindi la sua uscita dall’euro, il Parlamento ellenico ha approvato la richiesta del premier Alexis Tsipras di effettuare un referendum. I greci sono chiamati a votare domenica prossima 5 luglio per ottenere l’avallo popolare a respingere l’ultima offerta avanzata dai creditori, Ue-Bce-Fmi e Esm.

(Foto © linkiesta.it)

(Foto © linkiesta.it)

L’approvazione del referendum per respingere l’ultima offerta dei creditori, si voterà domenica prossima. Con i deputati della sinistra radicale di Syriza hanno votato a favore del referendum quelli di estrema destra della formazione filo-nazista Alba Dorata. Contro la consultazioni i filo-europei di centro-destra di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, i centristi di To Potami e i comunisti del KKE.

Il premier Alexis Tsipras ha chiuso il dibattito in Parlamento chiedendo ai suoi connazionali di votare “no” al referendum del prossimo 5 luglio per respingere “l’insulto” ricevuto dai creditori. “Il momento della verità per loro è venuto, il momento di quando vedranno che la Grecia non si arrenderà, che la Grecia non è un gioco cui si può mettere fine. Sono certo che il popolo greco sarà all’altezza delle storiche circostanze ed emettera un forte no all’ultimatim”.

L’uscita della Grecia dall’Euro non è mai stata tanto vicina, ma proprio nel giorno in cui è saltato il tavolo del negoziato fra Atene e le istituzioni (l’ex troika ovvero Ue, Bce e Fmi oltre all’Esm) e l’Eurogruppo si è riunito per la prima volta senza un suo membro, i paesi della moneta unica ribadiscono che gli strumenti di cui si sono dotati negli ultimi anni permetteranno di combattere il rischio contagio e di evitare il peggio.

“La Grecia fa ancora parte dell’Euro”, è stato ripetuto questa sera a Bruxelles dai partner e dalle istituzioni, e anche il rischio di un default non è imminente. Infatti il governo ha potuto pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e se martedì, come è probabile, non potrà pagare il suo debito da 1,6 miliardi con il Fmi, si troverà in una situazione di arretrato, o al massimo di default ma solo nei confronti del Fondo. In ogni caso, ci si aspetta per lunedì “una giornata molto difficile” per i mercati finanziari e le banche elleniche. (AGI)


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