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Il parrocchino del sabato mattina

Da Robertodragone

Sabato mattina. Otto e trenta. Mi accingevo a non fare nulla nelle calde coperte del mio ablungo letto quando il suono del citofono interrompe le mie (non) azioni. DRIIIIN. Essendo solo in casa le mie coscette si sono affrettate per andare a scoprire chi mai fosse ad aver citofonato alla mia umile dimora. Avevo freddo, infatti nella fretta ho attraversato scalzo l’intero gelido pavimento della casa per andare a informarmi sul visitatore. Io che poi dormo in mutande e magliettina a maniche corte ero ancora più scoperto dai soffi di vento che, cough cough, sono lì pronti a colpire le mie esili carni da bellissimo esemplare umano per ammalarle. Chi è, oh, che disturba il mio nulla? Pronto, sì, siamo il gruppo religioso della parrocchia… SHH. Come scusi? Ho detto SHH, silenzio, fai silenzio. Cosa volete? Vorremmo che lei ci affidasse un minuto del suo tempo affinché noi potessimo parlarle delle nostre iniziative. Certo, come no, io gentile sono, anche quando nudo sono. Avete trenta secondi. Sa, le accollo i secondi di presentazione. Bene, noi siamo un gruppo religioso… L’ha detto prima, mia giovane anima diddio. Bene. Ci occupiamo di diverse iniziative per le quali vorremmo la sua attenzione. Sa che il novanta per cento dei nostri parrocchiani è volontario presso la nostra parrocchia? Ci sarà la fila per chiedere l’ostia. La fila c’è sempre, signore. Lasci perdere, anima diddio. Va bene, noi vorremmo che lei… Ma non siete già in troppi? Certo, vorremmo che lei ci desse un contributo. Verbale, o materiale? Ehm, come preferisce. Perfetto, va bene se ti regalo il mio ultimo minuto di vita? Ehm, veramente io… Perfetto. Buona pace parrocchino, che la pace e l’amore sia con te e il tuo spirito.

Le coppie di lenzuola del mio letto sono fatte da tue tipi di cotone: uno rigido e rigato, sempre freddo anche dopo un’intera notte di sonno passato a riscaldarlo con le mie esili coscette; l’altra morbido e vellutato, rasato come è rasata solo la vagina di Wonder Woman. Sabato mattina sul mio letto c’erano il secondo tipo di lenzuola, e alle otto e trenta ero talmente caldo nelle soffici coperte del mio lettuccio che pensavo di essermi sposato con Wonder Woman, e che quello era il bis della prima notte di nozze (avvenimento di cui un giorno vi racconterò dettagli più dettagliati). Si può dire che dio mi ha reso un uomo infelice, sabato mattina, lasciando che la mia educazione fosse il formaggio che attirasse il topo nella trappola (in realtà attendevo e attendo un pacco, quindi la mia maratona nell’andare a rispondere al citofono è un atto puramente egoistico – ma si sa che dio è incapace di leggere tra le parentesi tonde). C’è un esercito comandato da Costantino il Grande che rovina le mattine di intere generazioni di atei, un esercito di: parrocchini volontari.

L’esercito comprende anche soldati che fanno parte dell’arma involontariamente. Parlo di quelle persone che quando parlano sembrano degli agenti pubblicitari, o Giorgio Mastrota. Ho comprato un paio di scarpe comodissime che devi assolutamente provare. Sono leggere e pratiche. No ma guarda non mi piacciono. Ma se sono bellissime, provale. Questo esercito ha l’impellente istinto di giustificare ogni sua azione a chiunque noti un suo attimo di smarrimento dovuto alla spremuta delle ghiandole cervellotiche. Qualora scopri che hanno fatto un’azione di loro volontà scattano i consigli per acquisti di personalità. Ho comprato il nuovo cd di Enya, devi comprarlo anche tu. Ho visto quel film al cinema, devi assolutamente vederlo. Mi sono fatto la sorella di Paolo, devi assolutamente provarla. La differenza tra i loro e normali suggerimenti sta nella base del modo in cui li esprimono. E’ molto probabile che loro ritengano stupide le loro azioni  in quando non hanno l’approvazione di un altro essere umano, e quell’altro essere umano sei tu. Una volta che tu dai loro l’approvazione essi saranno ben lieti di continuarsi a fare la sorella di Paolo. E’ così: le leggi morali sono alla base del benessere del singolo nel quotidiano; queste leggi sono però dettate delle abitudini della massa. Se per esempio io avessi visto un film che alla massa non è piaciuto, ti dico il mio punto di vista differente e ti invito nel nuovo gruppo da me creato, perché da solo farei la parte dello sfigato.

Questo infantile concetto è alla base di quasi tutto ciò che oggi è soggettivo. Sembra che a nessuno importi di avere un pensiero ma che tutti devono assolutamente condividere la propria opinione per trovare seguaci che lo rendano meno distaccato dalla massa. Cosa gli cambia a un religioso se io credo o no nel suo dio? Cosa gli cambia a un amico se mi piace o meno il genere musicale che ascolta? Non si tratta di quella approvazione amichevole che cerchiamo da nostro fratello quando gli presentiamo la nostra ragazza, perché quella è più una presentazione che impone un pensiero già solido; io parlo di quando ti si viene chiesto di cambiare idea affinché un’idea non tua, non pensata con la tua testa, abbia la tua mente come seguace. Per quale motivo non saprei. Se la massa ha più ascolto del singolo avrei trovato il motivo della ricerca di nuovi adepti, ma bisognerebbe anche ragionare sul fatto del perché la maggior parte di chi pensa non si mette al centro di una piazza immobile a pensare, piuttosto che cercare chi può seguire il suo pensiero, o a chi rompere le palle alle otto e mezza del mattino suonandogli il citofono.


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