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Il patè della zia (e censura)

Da Maric740

patè 2

Vabbè, io volevo raccontare del primo Natale passato con i miei suoceri, sinceramente ne valeva la pena, ma sono stata censurata! Il fidanzato è stato molto chiaro: il blog resterà per sempre on line, il blog è raggiungibile da tutti, la rete è pericolosa, tutto il mondo è paese, prevenire è meglio che curare, gli ultimi saranno i primi etc…
E’ anche vero che ‘non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’ (cioè me) e quindi: ve lo dico, io sono sopravvissuta a stento! Il prossimo Natale me ne vado in Tibet e scelgo il cuccuzzolo più alto del luogo più isolato che possiate immaginare (che no, non è casa loro, in questo caso). Aggiungo per onestà intellettuale che anche la mia famiglia è piuttosto pittoresca, amabile e allegra eh, ma incredibilmente numerosa (quindi munita della sua buona percentuale di pazzi, nevrotici e malati immaginari). Il risultato è che alla fine di queste feste, avevo gli occhi lampeggianti come le lucine dell’albero e altre cose che giravano vorticosamente come le palline. Devo infine ammettere che in Tibet mi sarei persa gli aspetti comici di questa situazione, che sono stati numerosi e notevoli (ma che non posso raccontare!)

Vi propongo una delle ricette più famose del nostro Natale realizzata da una delle ottantasette(mila) zie.

Buone feste a tutti!

patè

PATE’ DELLA ZIA

300 gr di fegato di vitello

150 gr di fesa di vitello

70 gr di prosciutto cotto

180 gr di burro di ottima qualità

1 carota media

1/2 cipolla piccola

1 gambo di sedano

1 bicchiere di Porto

sale, pepe, origano, 2 foglie di alloro

gelatina in fogli o in dadi

Premessa: Preparare in anticipo lo stampo rivestendone il fondo con della gelatina che va fatta rassodare molto bene in frigo, meglio se per una notte intera. Se si sceglie invece di usare una terrina, si metterà prima il patè e dopo averlo fatto ben raffreddare in frigo, lo si potrà ricoprire con la gelatina (in questo caso l’effetto è assicurato incidendo e decorando il patè con i rebbi di una forchetta, prima di aggiungere la gelatina, purtroppo io non ho avuto il tempo di fare nulla di tutto ciò questa volta, ma vi garantisco che i risultati ripagano il tempo e la cura). Prima di cominciare la preparazione delle carni, togliere il burro dal frigo e lasciarlo ammorbidire a temperatura ambiente.
Esecuzione: Tritare la cipolla e farla rosolare con 30 gr di burro. Unire la fesa di vitello, il prosciutto, la carota, il sedano tagliati a pezzetti. Aggiungere anche due foglie di alloro. Fare insaporire a fuoco lento, poi bagnare con il porto. Portare a termine la cottura a recipiente coperto. Appena pronta, unire il fegato tagliato a pezzettini  un pizzico di origano. Lasciare cuocere per 5 minuti, unire quindi un pizzico di sale e pepe e passare il tutto nel frullatore, verificando che il risultato sia una crema piuttosto liscia e non granulosa. Lasciare raffreddare bene il tutto e nel frattempo lavorare il burro a crema con un cucchiaio di legno (ok, io lo butto nell’impastatrice e uso la frusta, anche se poi mi secca dover pulire tutto). Il burro deve risultare infine morbido e gonfio. Amalgamarvi il passato di carne e con delicatezza mescolare bene tutti gli ingredienti in modo che non restino grumi di burro. Riempire la terrina o lo stampo. Tenere in fresco per qualche ora prima di servire e consumare entro 5 giorni al massimo.


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