Torniamoci sopra: il consiglio comunale che vota il bilancio ha rilievo eccome. Il fatto politico del giorno però, secondo la sensibilità di chi scrive, è accaduto a Spinadesco. Il comitato Antisfratto, di ritorno dalla manifestazione di Roma, è riuscito a ottenere il rinvio di un altro sfratto. Vittoria del buon senso. Anche la proprietaria della casa dà tempo?
Alessia Manfredini, una vera eminenza biondo-verde del Pd, rifiuta l’accusa di un eccesso di correttezza istituzionale, da parte del suo partito, che avrebbe favorito l’avversario perrista: “No, non siamo stati la stampella di nessuno: noi abbiamo votato no al bilancio del centrodestra. La figuraccia l’hanno fatta loro: bisognava vederli – aggiunge l’ingegnere ambientale – a chiamare i loro consiglieri per farli arrivare prima che scadesse la mezz’ora e quindi un nuovo controllo del numero legale”. E alcuni consiglieri di centrodestra sono arrivati. All’ordine del giorno del consiglio comunale di stamattina c’era il bilancio, non meno dell’atto più importante dell’intera amministrazione.
“Bastava vedere la faccia di Perri per capire se eravamo un suo sostegno o no – Manfredini non è mai stata tenera con siffatto sindaco – ‘I miei non sono affidabili’ ecco che cosa diceva il sindaco”.
La lettura labiale è stata esercitata con una certa passione da parte del Pd ieri mattina. Caterina Ruggeri ha decifrato parole di consenso del sindaco alle dichiarazioni della capogruppo Maura Ruggeri. Che Perri abbia potuto prendersela con gli assenti era comprensibile.
“Quando s’è fatto l’ufficio di presidenza [ovvero la riunione dei capigruppo, ndr] noi eravamo addirittura in maggioranza, e loro erano spaventati perché temevano di andare sotto con il nostro voto contrario. Per questo hanno chiamato i loro consiglieri”.
La rabbia è corsa fra i banchi del centrodestra. Il vicesindaco Nolli avrebbe dato dei “buffoni” ai consiglieri del Pd. Reazione ispirata dal grande nervosismo che ha preso la maggioranza.
Quelle telefonate frenetiche agli assenti (Everet, Borsella, Grignani…) poi arrivati resteranno nella memoria dei consiglieri del Pd ma anche del centrodestra.
“Il presidente del consiglio ha temporeggiato – insiste Alessia Manfredini – E se non avesse guadagnato tempo il centrodestra sarebbe stato battuto. Noi avremmo vinto votando no al bilancio”. E invece le chiamate agli assenti hanno rimesso in corsa la maggioranza che è riuscita a far passare il bilancio con l’astensione della Lega.
Al Pd è mancato per poco un colpaccio, considerando i voti dati.
Considerando il numero legale, il Pd, se fosse stato compatto, avrebbe potuto uscire dall’aula e far venir meno il numero legale, costringendo il centrodestra a rinviare il voto sul bilancio. In un prossimo consiglio la maggioranza avrebbe potuto ottenere il risultato.
Restano tre dati di fatto, fornita ora una versione più completa. Il Pd per poco non è riuscito a far bocciare il pessimo bilancio di Perri. Il Pd non ha voluto giocare la carta della mancanza del numero legale per divisioni interne ma anche per cercare di ottenere il risultato maggiore: affossare il bilancio. Il centrodestra non è in grado di sostenere il suo sindaco nella riunione più importante dell’anno: quella per l’approvazione del bilancio.
Che cosa concludere? Che il centrodestra non si è dimostrato adatto a governare e che dopo tante parole e giuramenti di fedeltà Perri nemmeno riesce a garantire la presenza di una maggioranza.
Chi scrive prende atto. Cremona ha bisogno di segnali forti, di scosse potenti, positive, che indichino cambiamento e differenza dal mondo perrino. Votare no a volte non basta, come sullo scudo fiscale. Il no non era sbagliato, ma si poteva far mancare il numero legale. Di fronte a scelte politiche anti-umane perché il Pd continua a scegliere il senso di responsabilità? Pd, l’elettore cremonese in molti casi è disperato. Povero. Spaventato. Dagli un segnale chiaro e brillante!
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