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Il Piano provinciale dei rifiuti diventerà esso stesso un rifiuto? Intanto è costato 100mila euro di consulenze

Creato il 28 dicembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

- Fausto Brevi 30 mila euro

- Perracino Mauro 52.500,00 euro

- Giannerini Giulio 11.250,00 euro

- Malinverno Silvia 11.250,00 euro

Eccoli qui i nomi e le somme dovute ai consulenti del Piano provinciale dei rifiuti, che sta suscitando rifiuti e un nuovo tipo di inquinamento (la discarica concettuale) tra le associazioni ambientaliste.

I consulenti sono del tutto innocenti: hanno infatti ricevuto il compito di… non cambiare niente. E hanno accettato. (L’elenco di tutte le consulenze è questo)

Un Piano andava fatto e la Provincia, tra un frizzo e un lazzo, ha scelto il profilo basso, o sotterraneo se non occulto. Infatti il documentone da 246 pagine, di cui esiste grazie ai consulenti anche una versione non tecnica di poche decine di pagine, riesce infatti a non vedere un’acciaieria, una zincheria, un inceneritore, sul quale riporta alcuni dati senza dire nulla di memorabile. Non esiste alcun problema. Pare che uno dei principali problemi stia nel fatto che beviamo acqua minerale. Quindi torna la vecchia idea di indire una campagna per bere l’acqua del rubinetto. Non solo. Le 246 pagine ci ammoniscono ad appiccare un adesivo alla buca della lettere: “No pubblicità”. Ci salveremo così dalle cancerogene polveri sottili?

Apprendiamo anche che negli uffici è meglio non consumare inutilmente carta, perché esiste il foglio elettronico.

Questo alcuni l’avranno capito leggendo la pubblicità inclusa in certe email (“Non stampare inultilmente!”): sono persone di questo genere che faranno il futuro dell’amministrazione. che si spegne così, con la promozione dei pannolini lavabili anziché quelli usa e getta. Anche questa non è nuova. Ah, quanto talento sprecato!

Le associazioni si ritroveranno per scrivere delle osservazioni. Il problema è che le associazioni ambientaliste di solito si guardano intorno e pongono problemi. Si rischia di giocare su due tavoli diversi e incomunicabili.

D’altra parte questa è l’amministrazione Salini. ci lascerà un record nazionale di impianti a biogas inquinanti, un’agricoltura sbranata dalla sete di profitto tramite incentivi di Stato che non hanno una giustificazione seria, l’incapacità di vedere gli stoccaggi e le centrali di gas metano, lo smog cancerogeno, l’inceneritore da spegnere e una serie di discariche inquietanti. E i controlli ambientali? Un sogno.

Salini, formigoniano della Bassa lombarda, andrà pure mezzo fiero del suo pezzo di Paullese a quattro corsie, senza fibra ottica per le imprese e i cittadini, però non ha considerato che il trasporto ferroviario doveva essere potenziato, e che l’auto viene usata meno a causa del prezzo della benzina.

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