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Il Pil secondo Robert Kennedy

Creato il 19 novembre 2012 da Strippi

Il Pil secondo Robert KennedyFoto tratta da Gold.Libero.it
Salve,
con l'etichetta "Discorsi" voglio da oggi proporvi alcuni celebri interventi di grandi personalità che hanno suscitato il mio interesse.
Il motivo è semplice, parafrasando Montanelli, un mondo che non sa nulla del suo ieri non può avere un domani.
Quindi ho deciso di dedicare un angolo di questo blog a funzione di memoria storica,  di grandi discorsi  pronunziati anche decine d'anni fa e che contenevano ,a mio modestissimo parere, un cocktail splendido di poesia e forza.

Quello di oggi è un estratto di un discorso del Senatore americano Robert Kennedy, pronunziato il 18 Marzo 1968 all'Università del Texas.

Da ricordare come tre mesi dopo venne assassinato mentre concorreva alla Presidenza degli Stati Uniti

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.  Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti.Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani."Comunque la pensiate arrivederci da Brain on Air

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