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Il Poema di François Cheng

Creato il 12 aprile 2012 da Ritacoltellese
Continuo la pubblicazione della lunga e bella Poesia del Grande Poeta e Scrittore François Cheng con la relativa traduzione per chi non conosce la lingua francese.La poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria "Po&Sie", n. 134 Editore Belin. 

François  Cheng
"Élégie de Lerici"à ShelleySéjour divin? Séjour humain! Prenant partaux rires et pleurs des pêcheurs d'alentour,sous le soleil généreux, tu n'as garde d'oubliertous les damnés de ton ancienne contrée,leurs ruelles humides, leurs prisons moisies...
Comment nier cependant  que la beauté a lieu?
Rien ne peut plus faire qu'elle renie sa splendeur.
Son élan se perpétue; nous-mêmes nous changeons.
Poussières d'entre poussières, vanité
des vanités? D'où vient alors l'inapaisable
Émoi? D'où ce lancinant effarement?
Perdu au sein de l'immense, espace d'un éclair,
Ce grain de poussière fait homme, par quelle
magie, a vu, a entendu, s'est ému, s'est mué
en langage, en échange, en longs chants
de révolte, de tourment, de louange?
Chanter, c'est bien cela! Chanter, n'est-ce-pas
résonner? À quoi d'autre, sinon à l'Être?
Chanter, vraiment chanter, c'est se hausser
À l'incessant appel de l'Être, c'est être!
Serions-nous par hasard, de ce cosmos,
le cœr battant et l'œil éveillé?
Au gré du Souffle, toujours plus hauts, plus clairs,
ignorant les limites, nous répons à l'appel,
Chargés de tant de désirs inassouvis,
vont jusqu'aux confins de l'eternel.




Il Poema di François Cheng

Per chi non conosce il francese tento qui una traduzione per la comprensione del testo:Elegia di Lericia ShelleySoggiorno divino? Soggiorno umano! Prendendo partealle risa ed ai pianti dei pescatori intorno,sotto il sole generoso, tu non badi di dimenticaretutti i dannati della tua antica contrada,le loro viuzze umide, le loro prigioni ammuffite...Come negare tuttavia che esiste la bellezza?Niente può fare che rinneghi il suo splendore.Il suo slancio si perpetua, noi stessi cambiamo.Polveri fra le polveri, vanitàdelle vanità? Da dove viene allora l'implacabileturbamento? Da dove questo lancinante smarrimento?Perduto nel seno dell'immenso, spazio di un baleno,questo grano di polvere fatto uomo, per quale magia, ha visto, capito, si è commosso, si è tramutato 
in linguaggio, in scambio, in lunghi canti
di rivolta, di tormento, di lode?
Cantare, questo è bene! Cantare, non è
risuonare? A cos'altro se non all'Essere?
Cantare, veramente cantare, è innalzarsi
all'incessante richiamo dell'Essere, è essere!
Saremmo noi per caso, di questo cosmo,
il cuore battente e l'occhio sveglio?
Al gradimento del Soffio, sempre più alti, più chiari,
ignorando i limiti, noi rispondiamo alla chiamata,
carichi di tanti desideri insoddisfatti,
vanno fino ai confini dell'eterno. 


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