Magazine Economia

Il prestito perpetuo del monte paschi

Creato il 28 gennaio 2013 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA

Di Paolo Cardenà- IL PRESTITO PERPETUO DEL MONTE PASCHI Per salvare ( si fa per dire) il Monte Paschi, i fenomeni del Governo Monti, con il voto trasversale dei partiti che lo hanno sostenuto, sono stati capaci di inventarsi il prestito perpetuo: ossia un prestito che, con ogni probabilità, non verrà mai rimborsato.
Lo scopo di tutto questo? Consentire alla Fondazione Monte Paschi di prendersi tutto il tempo possibile per ripagare il dovuto, senza il timore di essere costretto a cedere il posto a un altro investitore, specie se sgradito, attraverso aumenti consistenti di capitale, altrimenti necessari. Il tutto, in buon a sostanza, per permettere alla politica (nel caso specifico al Pd) di mantenere il controllo sulla stessa banca che, loro stessi, hanno condotto al fallimento.
In una economia di mercato libera ed efficiente, il salvataggio del Monte Paschi, sarebbe dovuto dovuto essere richiesto  al mercato e  da quest'ultimo realizzato. Ossia da uno o più investitori  di lungo termine capaci di dotare la banca senese dei capitali necessari per uscire fuori dalla secche e rilanciarne lo sviluppo.  Ma ciò, avrebbe significato anche una sensibile riduzione della partecipazione della Fondazione Montepaschi che non dispone dei mezzi finanziari per partecipare ad un aumento di capitale, nella dimensione necessaria per salvare la banca  mantenendo lo status di azionista principale. Una minore partecipazione della Fondazione  senese al capitale della banca, avrebbe significato un minor controllo da parte della politica. Ma anche dosi minori di trasferimenti in forma di dividendi (quando ci saranno e se ci saranno), da far ricadere a pioggia nelle roccaforti toscane del PD. Tutto questo, avrebbe comportato un calo di consensi elettorali proprio in quei territori. Il dramma di questa nazione, si può sintetizzare tutto in questo concetto: in Italia non si può neanche nazionalizzare una banca fallita perché, nazionalizzandola, si rischierebbe di offrirla in gestione allo stesso sistema di potere che l'ha condotta al fallimento. In pratica, è  come cacciare dalla porta i colpevoli, facendoli poi rientrare dalla finestra. Da Investire Oggi
Si spulciano i commi del decreto legge di dicembre, che hanno reso possibile per Monte Paschi di Siena il ricorso all’emissione dei cosiddetti Monti-bond, che saranno sottoscritti entro l’1 marzo dal Tesoro. Se ne occupa l’art.8 del dl 11 dicembre 2012, n.216, pubblicato lo stesso giorno in Gazzetta Ufficiale. Si legge in esso che la banca dovrà pagare gli interessi sui Monti bond in forma monetaria, fino alla disponibilità del reddito di esercizio al lordo degli interessi stessi, degli ammortamenti e degli accantonamenti a riserva e fiscali. Per l’eventuale parte superiore o in assenza di utili, la banca potrà emettere nuovi Monti-bond, come pagamento alternativo – ma limitatamente agli esercizi 2012-2013 – oltre i quali MpS sarà obbligata alla corresponsione della cedola con l’emissione di nuove azioni ordinarie al prezzo di mercato, nel caso in cui non fosse in grado di pagare cash.
Monti bond cosa sono e come funzionano: alcune considerazioni L’aspetto tra i più interessanti di questi strumenti anomali di finanziamento è che non esiste una scadenza pattuita per il rimborso. Non esiste una data oltre la quale la banca sia obbligata a rimborsare il suo debito allo stato. Tuttavia, dalle disposizioni del governo, sappiamo che sul prestito da 3,9 miliardi che il Tesoro si è impegnato a sottoscrivere entro l’1 marzo, saranno applicati interessi cedolari annui del 9% per i primi due anni, mentre successivamente al secondo anno, il tasso crescerà dello 0,50% all’anno, fino a un massimo del 15%. Cosa significa questo? Che pur non esistendo alcuna garanzia (“moral suasion” a parte) che MpS possa essere obbligata a restituire il suo debito, questi divorerà anno dopo anno fette crescenti di reddito, in assenza di rimborso. Ad esempio, immaginando che Rocca Salimbeni mantenga intatta la sua esposizione verso il Tesoro al 2025, essa dovrebbe corrispondere da quell’anno in poi una cedola allo stato di ben 585 milioni di euro, falcidiando così in tutto in parte qualsiasi risultato d’esercizio, se si pensa che oggi la banca capitalizza in borsa solo 2,7 miliardi di euro. E stiamo trascurando il fatto che l’esposizione potrebbe salire entro quest’anno a 4,45 miliardi circa, tenendo presenti le cedole non corrisposte certamente per il 2012 e molto probabilmente per il 2013.
Crisi Monte Paschi: l’ingresso dello Stato nel capitale è inevitabile? In assenza di utili anche solo parziali, lo stato entrerebbe nel capitale e con la possibilità di divenire socio di maggioranza, dato che il suo prestito ammonta ad oggi a circa una volta e mezza il valore in borsa di MpS. Certo, il vincolo statutario del 4% per l’esercizio del diritto di voto sarebbe un’ulteriore beffa inaccettabile per i contribuenti, i quali sarebbero primi azionisti dell’istituto, ma conterebbero quanto gli Alettotti o gli Axa di oggi. Si parla a tal proposito della rimozione quanto prima di quella norma anti-scalata, presente anche in Unicredit, anche se per la ricerca di un partner industriale, non certo per garantire lo stato. Va detto come il piano industriale di Alessandro Profumo preveda un rimborso al 2015 di 3 miliardi, che alleggerirebbe di gran lunga la posizione della banca e farebbe tirare forse un sospiro di sollievo anche al Tesoro. Perché se è vero che la cedola onerosa sembri tutelare più quest’ultimo, è indubbio come la mancanza di una scadenza prestabilita per il rimborso dei bond abbiano il non trascurabile effetto di consentire al primo azionista, la Fondazione, di prendersi tutto il tempo possibile per ripagare il dovuto, senza il timore di essere costretto a cedere il posto a un altro investitore, specie se sgradito, attraverso aumenti consistenti di capitale, altrimenti necessari. Per questo, le polemiche finanziarie s’intrecciano con la politica, perché i Monti-bond garantiscono al PD il mantenimento del ruolo di guida di Siena; garanzia che potrebbe venire meno con l’accendersi dei riflettori nazionali sugli scandali.

                               Il più condiviso su Liquida

IL PRESTITO PERPETUO DEL MONTE PASCHI

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :