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Il primatista degli aborti

Creato il 24 luglio 2012 da Andream
I dati non sono certi, per motivi legati alla difficoltà di registrare la fine di gravidanze che le donne non si accorgono neppure di aver iniziato, ma gli studi effettuati hanno registrato un mancato impianto del 30-50% degli ovuli fecondati; delle restanti gravidanza, il 10-20% termina in aborti spontanei.
Dunque fino al 60% delle gravidanze termina in un aborto spontaneo.
Questa statistica mi ha ricordato la posizione cristiana (cattolica) sull'aborto: per la Chiesa cattolica l'ovulo fecondato è una persona, e pertanto l'aborto corrisponde alla morte di una persona.
Prendiamo ora in considerazione il caso degli aborti spontanei nelle prime settimane, quel 30-50% degli ovuli fecondati che non riescono neppure ad impiantarsi: come giustifica un cattolico questa strage di esseri umani, strage che non ha nessuna causa antropica? Come giustifica un cattolico la scelta di Dio di non intervenire, di lasciar «morire» tutte queste «persone»?
La risposta consueta è quella che Dio opera per il bene, e che le sue decisioni sono per il meglio, anche se questo meglio ci è incomprensibile.
Eppure in questo caso è davvero difficile credere che vi sia una ragione plausibile per la quale sia indispensabile che tutte queste «persone» (sempre dal punto di vista cattolico) «muoiano»; con un tasso di circa 19 nati ogni 1000 abitanti, parliamo di quasi 66 milioni di «persone» (cioè ovuli non fecondati) che «morirebbero» (non si impiantano) ogni anno! A quale più alto bene Dio sacrificherebbe tutte queste vite?
Un Dio onnipotente e onnisciente che non interviene a salvare tutti quegli ovuli fecondati è definito dai suoi fedeli «infinitamente buono»; una donna che decide di abortire, invece, sarebbe un'assassina. Forse chi dispensa questi giudizi dovrebbe riflettere di più.

Jonathan MS Pearce, «God loves abortion!», Debunking Christianity, 30 maggio 2012.



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